Bibbiena, solo due manifesti: vuoto assoluto!

Questo non è mai accaduto! Siamo a Bibbiena, il paese più popoloso del Casentino, neanche a dire un posto sperduto come Freggina, Serravalle, Papiano o Corezzo, Biforco, Serra o Rosina, Terrossola, Zenna o Ponte Nano!

Eppure, come si vede nella foto, su 26 + 26 porta-manifesti elettorali, ci sono i manifesti solo di due partiti e solo su uno di questi c’è la foto di un candidato.
Gli altri manifesti bianchi sono solo avvisi comunali relativi alle elezioni.
Ripeto: ci sono solo i manifesti di due partiti, di cui uno solo con l’effige di una candidata! In altre zone la situazione è pressoché la stessa…
Nel Collegio elettorale che interessa Arezzo, si legge nei manifesti bianchi, vi sono 16 partiti e, si legge ancora in altri bollettini, che i candidati di tutti i partiti per Camera e Senato, sono 120!
Eppure siamo nel più grande Comune del Casentino di circa 12.000 abitanti, mica a Moncenisio della Val Cenischia (TO) con 30 abitanti (ISTAT 2017, n.d.r.), e vediamo la faccia di un solo candidato su 120!
Questo fenomeno era già stato segnalato, il 12 febbraio quando non c’era niente, da un saggio e stimatissimo amico (G.R.) la cui riflessione suonava in questo modo: «Campagna elettorale. A meno di tre settimane dal voto tutti gli spazi sono vuoti, nessun manifesto di nessun partito. La migliore metafora del vuoto politico».
Detto in parole più povere, terra terra, forse è come dire: «Il vuoto di questi cartelloni, oggi, rispecchia il vuoto dei contenuti dei candidati dei vari partiti, che non hanno da comunicare niente di significativo, visto che sono i loro capi di partito che, tramite TV & stampa, comunicano molto, anche con vari slogan, in genere ad alto contenuto “promettistico”, dal vago sapore di “promesse di marinaio”».
Un’altra spiegazione possibile del vuoto “cartellonistico”, potrebbe essere questo: «I candidati se ne “strafregano” di farsi conoscere, tanto il voto gli arriverà lo stesso, quando la gente metterà una croce sul simbolo del partito pubblicizzato in TV & stampa dai relativi Segretari.»
Una ulteriore spiegazione: «La cosiddetta “campagna politica” si svolge esclusivamente: in TV & tramite stampa da parte dei Segretari dei singoli partiti; tramite i cosiddetti “comizi” da parte dei singoli candidati, in qualche Centro sociale o in altri luoghi similari.»
Se la tendenza è quella di fare comunicazione politica tramite TV & stampa e comizi, tutto generalmente “volatile”, senza metter la faccia in manifesti stabili e permanenti, bene incollati nei tabelloni esposti al pubblico per almeno un mese, allora si eviti di installarli questi tabelloni! Si risparmi un po’ di denaro e lo si utilizzi per scopi più utili.
Comunque sia non è un buon segno vedere questo vuoto. In questo modo il mondo politico comunica alla gente, è proprio il caso di dire, il vuoto.
Infine, non è neppure un buon segno non conoscere le facce di quelli che la gente voterà, di quelli che rappresenteranno alla Camera e al Senato gli interessi di quella stessa gente. Questa è una trascuratezza che, certo, non determina la motivazione del grande astensionismo nelle ultime elezioni, ma certo ne è un contributo!

Eugenio Milizia
Eugenio Milizia
Eugenio Milizia è nato a Serravalle di Bibbiena nel 1948, dopo la seconda elementare è emigrato con la famiglia a Roma. Qui ha studiato e lavorato fino al 2000. Si è laureato presso l’Università La Sapienza in Ingegneria, specializzato in “Informatica industriale – Safeware”. È stato Dirigente delle Ferrovie dello Stato fino al 1993, dirigendone il settore Ricerca & Sviluppo e avviando importanti progetti computerizzati per le Stazioni e per le linee Alta Velocità. Poi come consulente ha lavorato nell’industria ferroviaria ALSTOM a Bologna fino al 2010, contribuendo alla costruzione delle linee AV Roma-Napoli e Bologna-Firenze. Ha avuto incarichi di formazione professionale, scrivendo tre testi di grande diffusione nel ferroviario: “Elettronica Digitale e Microprocessori”, “Dizionario ferroviario” e “Progetti di Impianti ferroviari” (in uso nelle Facoltà di Ingegneria). Dal 2010 è in pensione ed è tornato ad abitare nella casa natale di Serravalle. Qui in Casentino da scrittore tecnico si è trasformato in scrittore di brevi racconti, di saggi e romanzi, fra i quali “I volontari ospedalieri di AR” e “Il Castello di Poppi s’è bruciato…”. È Giornalista pubblicista, ha collaborato con Casentino 2000 e dal 2015 collabora con Casentino Più.

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