Botta e risposta sui treni merci! Seri ribatte a Scateni: «Solo sterili polemiche sulle quali non torneremo più»

Spiace ritornare nuovamente su di un argomento che, vista la pretestuosità, era da ritenersi esaurito.
Nostro malgrado corre l’obbligo di effettuare nuove precisazioni che saranno le ultime da parte nostra per evitare di cadere in quella che pare una sterile polemica politica che non ci interessa e non ci compete.
Prima di tutto vorremmo precisare che l’accantonamento dei locomotori non è dovuto a uno sfizio o a scarsa attenzione da parte dell’azienda ma a oggettive problematiche insorte a livello di rodiggio, per i tanti non addetti ai lavori, specifichiamo che con rodiggio si intende la parte delle ruote e relative zone limitrofe.
Va da sé che per rotabili costruiti negli anni 30 non esiste più ricambistica, ma soprattutto lo stato generale del rotabile, anche per il comfort stesso dei macchinisti, non ne rende giustificabile la riparazione ai fini trasportistici.
Da persone che vogliono bene alla ferrovia e ne curano gli interessi avremmo di gran lunga preferito poter mantenere in esercizio tali rotabili, pur con tutte le loro pecche dovute essenzialmente all’età, e non accantonarle continuando a trattarle con il dovuto rispetto per il lavoro svolto in attesa di una loro collocazione museale, come peraltro avvenuto in passato.
Visto che il nostro interlocutore fa riferimento alla normativa sulla sicurezza ferroviaria, specifichiamo che sia i 626 che i 341 sono autorizzati e rispondenti alle normative (per questo utilizzate), per circolare sulla rete sociale LFI.
In merito al fatto che i 341, che sì saranno di fine anni 50, ma sempre più giovani di 25/30 dei 626, siano stati definiti più performanti è dovuto non certo alla potenza ma al fatto che comunque devono essere utilizzati nei raccordi che non sono elettrificati, risparmiando alcune manovre se già in testa al treno e in generale per altri aspetti della condotta (visibilità, manovrabilità ecc…).
Non si capisce comunque perché si voglia creare un caso intorno ad un servizio che l’Azienda continua a svolgere a favore del territorio sforzandosi di incrementare i volumi e lo fa in un caso come questo ricorrendo a mezzi che già possiede senza ricorrere a costosi noleggi od acquisti di locomotive elettriche che risulterebbero, al momento, non giustificati per la mole di lavoro che un bacino come il Casentino può assicurare.
Tralasciamo le considerazioni sulla solidità di bilancio dell’azienda, segno di poca conoscenza della Società TFT spa e del Gruppo LFI spa. Su una cosa il nostro interlocutore ha ragione, non era presente fino a qualche giorno fa il Bilancio 2017 sul sito web aziendale. La spiegazione sta nel fatto che abbiamo approvato il Bilancio di Gruppo entro i 180 giorni dal termine dell’esercizio (giugno 2018), abbiamo provveduto al deposito dello stesso e adesso è disponibile anche sul sito web.

Maurizio Seri
Arezzo, 6 luglio 2018

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