Stia: il sogno di Caterina Cacchiani, la bellezza e la magia dell’horror

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Caterina ha scelto.

Forse aveva già scelto un po’ di  tempo fa… in quelle uggiose serate casentinesi di giochi e magia nelle quali, bambine, abbiamo un po’ tutte aspirato a diventare donne… a colpi di mascara, rossetti e gloss rubati alla mamma. O probabilmente ha scelto quando, più avanti, si è accorta che disegnare, colorare, modificare  era un universo fantastico, che le riempiva il cuore e le giornate di luce.

La magia dei cromatismi, la varietà delle sfumature, del trucco portato al limite, quando non è più la semplice esaltazione di un volto, ma arriva ad essere elemento di totale trasformazione di una fisionomia.

“A volte, durante le mie creazioni dimentico di bere e di mangiare… sono assolutamente presa dalle mie creature”. Mi dice raccontandomi il suo ultimo lavoro (un teschio … un morso zombie… ndr).

Sì, perchè di questa passione Caterina ha scelto di fare una professione. Quindi gli studi: Istituto d’Arte (indirizzo in moda e costume), poi il miraggio dell’Accademia a Bologna. “Era il mio obiettivo fin dall’inizio. Ho lavorato, in estate, per potermi regalare questo sogno”.Già, perchè a venti anni magari non te la senti di chiedere ai tuoi di finanziarti un sogno. E preferisci fare tutto da sola. Mettendo in fila grinta, energia, e una buona dose di coraggio.

“L’Accademia nazionale del cinema a Bologna è stata un’esperienza fondamentale per me, in particolare l’incontro con Manlio Rocchetti (Premio Oscar per il trucco in A Spasso con Daisy); Un maestro. Una persona, che, se possibile, ha contribuito ad amplificare il mio amore per questo lavoro. “E il trucco. Quello fotografico, quello cinematografico. Quello televisivo. Gli effetti speciali. Da Stia a Bologna è un bel salto. Ma a Bologna si apre un mondo alla nostra Caterina. Ventisei anni, e una infinita varietà di colori, di materiali, di tecniche innovative, di prodotti; Caterina Cacchiani non ha mai dubitato che in quei cromatismi ci sarebbe stato in qualche modo il suo futuro. E soprattutto  un mondo tutto nuovo di relazioni, di rapporti.

E le prime collaborazioni (Zombie inside ndr).  Gli eventi, da Bologna a Milano, passando per gli horror festival più quotati della penisola (Crime, Labirinto di zombie-dedalo, Dylan Dog Horror Day -giunto al suo trentennale- gli Expo Games di Bolzano per dirne solo alcuni) il percorso artistico della nostra casentinese inizia a impreziosirsi di contatti, di conoscenze, di partecipazioni, di incontri importanti. E tra un backstage e l’altro, Caterina sogna il cinema. E qualcosa arriva. Roma, i primi cortometraggi, alcuni festival del cinema. Ma di strada ne ha ancora da fare la nostra Caterina. “Siamo soltanto all’inizio – mi dice – il percorso è lungo. Le difficoltà tante. Ma la passione resiste”.

“A volte occorrono anche 7 ore di trucco in tre persone, per girare poche scene. E’ un lavoro impegnativo, che non sempre traspare nella sua complessità, a chi si trova davanti il risultato finito…”

Certo. Del resto è un trucco Caterina. C’è…ma non si vede. Qui sta, a nostro avviso, la grandezza della tua magia.

Happy Halloween Caterina…

Si ringraziano per la gentile concessione delle foto : Cristiano Gazzarrini (Un’altro giorno di terrore, US), Linda Fratini (Radio Kaos), The walking dead (Sky), Carlo Baldacci Carli ( The Devil Inside), Rocchetti & Rocchetti, Ivan Coatti, Alessandra Russo, Cattivissimo mundgez;

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Roberta Fabbrini
Roberta Fabbrini
Roberta Fabbrini, nata a Bibbiena (AR), (ma cresciuta a Cetica ndr) vive e lavora in Casentino, dove fin dal 1996 svolge la libera professione di Architetto. Appassionata di Arte, Architettura e Paesaggio, e di Recupero del patrimonio storico, collabora stabilmente con Casentinopiù fin dal 2010, tenendo una sua rubrica dal titolo Architettura & dintorni. Appassionata verso tutto ciò che riguarda il Casentino e i casentinesi , scrittrice sempre per passione, si è scoperta da poco tempo anche amante dell'escursionismo naturalistico e del trekking. E della buona tavola. Ma questo da sempre. Tutti settori che rendono il Casentino la sua terra ideale.

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