Casentino da scoprire: l’Oratorio delle Calle di Montemignaio

Nel prossimo numero di CasentinoPiù, in edicola a dicembre, inaugureremo una nuova rubrica: Casentino da scoprire. Ad ogni uscita del nostro magazine vi racconteremo tre luoghi “nascosti” del Casentino. Tre località, tre scorci, tre angoli ameni di Casentino poco noti e che magari qualcuno, anche se casentinese, non ha mai visitato. Un modo per suggerire al turista un luogo particolare da visitare e al casentinese una località da riscoprire. Intanto ve ne diamo un assaggio con…

L’Oratorio delle Calle di Montemignaio  

«Da sempre la storia, quando si lega all’arte, produce un’ovazione alla bellezza. Se poi ci aggiungiamo un pizzico di mistero, la miscela diventa irresistibile. Ho conosciuto questo splendido luogo grazie alla compagnia e al racconto del signor Fernando Agnoloni, nato a Montemignaio e grande conoscitore di tutta la storia di questo paese e non solo.

L’Oratorio delle Calle si trova a circa due chilometri da Montemignaio, proseguendo per la strada che porta al passo della Consuma, che anticamente altro non era che una mulattiera usata dai pastori per la transumanza delle greggi. Questo tracciato antico passava proprio di fronte all’Oratorio delle Calle: la mulattiera saliva verso il crinale e accompagnava i pastori verso la Maremma, scendendo dalla Consuma e attraversando l’Arno a Rignano, dove già a metà del 1500 esisteva un ponte. Da lì, si proseguiva su quella che oggi è chiamata “via Maremmana”, che conduce nel Chianti. Il romitorio costituiva un momento di sosta e di pace per i pastori, stravolti dalla fatica e dalle intemperie. Qui potevano effettuare la conta delle pecore. Il nome “Calle” deriva da calles, termine che, in epoca romana, indicava le vie di migrazione delle greggi, mentre nel medioevo indicava appunto dove veniva fatta la conta degli animali per poi pagare le tasse di transito. L’edificio religioso è situato completamente in mezzo al verde, addormentato in una culla naturale. Alla sua sinistra scorre allegro e limpido un ruscello che sembra sussurrarne la storia.

L’Eremo delle Calle, nel XV secolo, godeva di una grande risonanza e fu edificato col contributo dei numerosi pellegrini che vi andavano a venerare l’immagine della Madonna, considerata miracolosa protettrice dei viandanti. Si dice tuttora che, in quel tratto di strada, non si siano mai verificati incidenti. L’Oratorio per ben quarantadue anni è stato romitorio di un uomo che conduceva una vita da eremita e viveva di sola elemosina. Costui riuscì per tanti anni a celare la sua vera identità, ma più tardi si scoprì che si trattava  del conte Cesare Ignazio Benedetto Solaro di Torino. Ad oggi, non è ancora chiaro perché il conte avesse scelto di ritirarsi in Toscana e di fare l’eremita presso quello che, al tempo, altro non era che un tabernacolo. L’edificio religioso aveva al suo interno la Madonna delle Calle con Bambino, la cui tavola, nel 1960, venne trasferita nella pieve di Montemignaio, per motivi di sicurezza.

L’Oratorio delle Calle viene aperto la prima domenica di settembre, in occasione della “festa della transumanza”, dove viene celebrata una messa alla presenza del vescovo. La Madonna viene poi portata in processione, accompagnata dalla banda musicale. Durante il rito avviene anche la benedizione delle automobili. Il martedì della settimana di Pasqua, spiega Fernando Agnoloni, ricorre il giorno della Patrona di Montemignaio, appunto la Madonna delle Calle, e si ricorda che in tempi antichi ogni famiglia del paese preparava un dolce tipico del tempo e ognuno andava nelle case altrui ad assaggiarne la bontà e, cosa ben più importante, a scambiarsi gli auguri. Questo paese faceva nascere gente abituata alla montagna, avvezza alle gelide invernate e alla terra tirchia e dura, ma per nulla avara di valori e di calore umano.

Guardando l’Oratorio, caratterizzato da finestre e inginocchiatoi esterni e da un ampio loggiato a tre arcate, l’occhio viene rapito dalla grande roccia alla sua destra, che ospita una fedele croce di legno, ancorata lì da uomini che fanno parte del comitato di Montemignaio il cui presidente è il sig. Armando Bartoli, e che si occupano della manutenzione materiale dell’edificio, essendo attaccati alla sua storia e all’arte. Illuminando la croce, i membri del comitato hanno apportato una bellezza suggestiva alle notti solitarie del romitorio. Ancora oggi, ci domandiamo il motivo per cui un uomo nato Conte abbia deciso di vivere da eremita, lasciandosi alle spalle ricchezza e potere per vivere di elemosina, ed ecco che il mistero si fonde con il fascino della storia e la magia dell’arte.»

English summary version (by Lenny Graziani)

ORATORIO DELLE CALLE, A PLACE OF MYSTERY AND DEVOTION

The Oratorio delle Calle is an ancient hermitage located near Montemignaio, along the road to Consuma, which in ancient times was a drovers’ road.

Surrounded by the forest, the Oratory is a very well-preserved stone jewel. It lies next to a bridge, where during the transhumance shepherds and farmers used to stop for some rest and proceeded to count the cattle. The wayfarers helped build the Oratory, where formerly was only a shrine dedicated to the Virgin Mary. Nowadays, every Easter Tuesday, locals celebrate her as the Patroness of Montemignaio. In September, instead, during the Folk Festival of Tranhumance, an icon of Holy Mary is carried in procession with a musical accompaniment. Before the construction of the proper Oratory, the area has been hermitage of a mysterious man, who kept secret his identity for 42 years. Later, he was revealed to be Count Cesare Ignazio Benedetto Solaro from Turin.

Recommended to: travelers looking for picturesque places, steeped in mystery and fascination.

Marina Martinelli
Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce a San Piero in Frassino nel dicembre del 1964. Oggi vive e lavora a Poppi, dove condivide un salone di parrucchieria col marito. Ha due figli che sono la sua vita e la scrittura è la sua più grande passione, infatti ha pubblicato due libri di novelle e tre romanzi. A primavera uscirà il suo sesto romanzo che sarà macchiato di giallo. Da anni collabora con la rivista casentinese CasentinoPiù.

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