Castello di Poppi, prorogata per tutto novembre la mostra di Thomas Lembcke

La mostra di Thomas Lembcke ospitata nelle prestigiose sale del Castello dei Conti Guidi a Poppi doveva concludersi a fine ottobre, ma è stata prorogato almeno fino alla fine del mese di novembre. Di seguito vi proponiamo l’intervista che ha realizzato la nostra collaboratrice Eleonora Cavigli al pittore tedesco.

Thomas Lembcke è tedesco, ama il Casentino, è ingegnere meccanico e dipinge per hobby. Dal 4 ottobre al primo novembre (prorogata per tutto il mese di novembre, ndr) i suoi quadri saranno esposti al castello di Poppi con la mostra “My Paintings”.

Thomas era già stato in Toscana per lavoro nel 2007. «I cugini di mia moglie vivono a Poppi così nel 2014 io, lei e mio figlio siamo andati a trovarli. Mi sono subito innamorato. Innamorato dei paesaggi, delle persone, e ovviamente, del cibo!»

L’artista tedesco Thomas Lembcke

È nato e cresciuto a Bad Bramstedt, un paese a nord della Germania, tra il Mar Baltico e il Mare del Nord, alle porte della penisola scandinava.

«Dove vivo il paesaggio è diverso rispetto al Casentino, è più pianeggiante, nevica raramente anche se fa molto più freddo. I luoghi culturali e di interesse certo non mancano, ma paragonati alla Toscana sono molto meno storici e antichi. Ciò che mi piace del Casentino e dell’Italia è il fatto di poter “respirare” storia e cultura!».

Da giovanissimo, appena finita la scuola, Thomas deve scegliere se intraprendere un percorso di studi “sicuro”, oppure seguire l’istinto, la creatività e studiare arte e design. Sceglie di studiare ingegneria meccanica, e oggi lavora come Key Account Manager per un’azienda americana. L’arte continua comunque a far parte della sua vita, diventa il suo hobby la sua valvola di sfogo. A Bad Bramstedt espone alcune opere in qualche cantina, altre creazioni diventano scenari teatrali, ed altre vengono esposte ad Amburgo in un negozio di strumenti musicali.

«Il mio lavoro assorbe gran parte del mio tempo, viaggio spesso, ma quando ho tempo libero dipingo. La mia famiglia mi ha spronato ad organizzare questa mostra al castello di Poppi, e non posso che ringraziarla per avermi supportato».

I dipinti della mostra rappresentano in gran parte zone del Casentino, paesaggi e palazzi storici. Sono stati realizzati dal 2003 ad oggi, e la più importante per lui è la raffigurazione dell’Oratorio della Madonna del Morbo, in via Mino da Poppi.

«L’ho realizzata quest’anno, nel 2020, anno che ha inevitabilmente segnato la vita di ogni essere umano. Questo oratorio fu costruito in commemorazione della peste nera del 1600, e io ho deciso di reinterpretarla come simbolo della pandemia della nostra epoca. Il motivo? Mi ricorda che nonostante i progressi ed i poteri della scienza, non è possibile controllare certi eventi, e la vita sulla terra ha un inizio e una fine. Il lockdown ha cambiato il mio modo di pensare ed interpretare gli eventi. Ho dato molta importanza al lato umano e umile della quotidianità. Mi sono comprato una macchina da cucire e ho iniziato a cucire e donare mascherine ad uso individuale, dato che inizialmente erano introvabili».

Ho chiesto a Thomas cosa pensa delle conseguenze dovute al lockdown e al post lockdown. «Il mondo del lavoro è inevitabilmente cambiato. Grazie alla tecnologia si può lavorare molto bene e molto velocemente anche da casa, o comunque non necessariamente in una sede fissa. C’è anche da dire che alcune dinamiche lavorative e manageriali hanno subito rallentamenti a causa del mancato contatto sociale. Alcuni settori quali l’industria tessile, l’ingegneria meccanica, il turismo e la ristorazione sono stati colpiti maggiormente rispetto ad altri, come il settore agroalimentare o della grande distribuzione. Molti hanno ripreso a viaggiare, a visitare luoghi culturali e turistici, tuttavia la paura del virus e di un nuovo lockdown continua a sussistere. Dovremo tutti cambiare un po’ i nostri stili di vita, le nostre prospettive, e imparare a convivere con questa pandemia. Questo non significa dover affrontare un nuovo lockdown, basterà semplicemente adottare abitudini più attente alle buone norme igieniche, e predisporre il sistema sanitario ad affrontare nuove ondate di contagi, questa volta senza essere colti di sorpresa. Se tutti riusciamo ad abituarci a questi piccoli cambiamenti, sono convinto che potremo controllare e contenere le infezioni, contribuendo alla ripresa dei settori turistici e culturali. Sicuramente possiamo farcela».

 

 

 

 

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