Come un dente cariato

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Una discarica a cielo aperto

Voglio riallacciarmi a un articolo che ho pubblicato a maggio. Si trattava di una riflessione, un paragrafetto doloroso provocato dal primo taglio dell’erba che lasciava emergere zozzerie e miserie di certe persone.
Non avevo ancora visto la macchia ingrata che spicca in un parcheggio pressoché nuovo in via Pegomas a Strada in Casentino. Tale miseria mi è stata segnalata da una cara amica che deve, purtroppo, godere di questo triste spettacolo, costretta dalla viabilità che la conduce verso la propria abitazione.
Infatti, quando si cominciano a intravedere le prime case del paese, l’occhio svolazza qua e là iniziando così a farsi un’idea di ciò che più o meno gli si parerà davanti, e sicuramente viene rapito dal verde ancora brillante di cui è provvisto il nostro Casentino, nonostante il periodo di pochissime piogge. Peccato che a un certo punto la vedi: misera e poco fiera, una vera e propria discarica a cielo aperto, improvvisata da persone che col rispetto di loro stesse e degli altri hanno davvero poco a che fare.
Nel nuovo parcheggio, che si incontra appunto all’inizio del paese, sono stati situati dei bidoni della spazzatura, ma accanto a loro, davvero poco fiere e buttate per terra senza alcuna riflessione, si possono vedere cose di ogni sorta: un divano capovolto, l’esterno di un frigorifero, una vecchia damigiana e quant’altro, ma soprattutto si può provare una sorta di dolore nel doversi rendere conto che la miseria umana non ha limiti.
E pensare che esiste un numero verde col quale, prendendo accordi, un furgone ti viene sotto casa e ti alleggerisce di qualsiasi cosa non si voglia o non si possa più tenere.
E in un bel paese come Strada in Casentino, nel comune di Castel S. Niccolò, una misera discarica a cielo aperto che inquina uno spazio assai visibile procura davvero tanta rabbia, di quelle che ti fanno scrollare la testa e sospirare, perché ciò che si vede appare come un dente cariato in quello che potrebbe essere un bel sorriso.

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Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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