Dantedì al Castello di Poppi: l’evento che ha celebrato la Giornata Nazionale dedicata al Sommo Poeta

Uno speciale appuntamento promosso e patrocinato dal Comune di Poppi in collaborazione con Rotary, Lions, Fidapa e Centro Creativo Casentino per celebrare il Sommo Poeta

In occasione della “Giornata Nazionale dedicata a Dante Alighieri”, celebrata lo scorso 25 marzo, il Rotary Club Casentino, in collaborazione con le altre associazioni culturali e di servizio del territorio ha voluto ricordare Dante Alighieri con un convegno che si è tenuto al Castello di Poppi, nella sala delle feste, dal titolo “Dante Noli e il Purgatorio”: un viaggio per scoprire l’anima del Sommo Poeta attraverso la sua opera e i luoghi a lui cari, ricco di curiosità e di aneddoti che ha interessato il numeroso pubblico presente all’incontro.

L’apertura dei lavori è stata del Sindaco di Poppi Carlo Toni, che introducendo l’incontro ha ricordato come, non a caso, l’evento fosse stato organizzato proprio nella giornata nazionale dedicata a Dante, giornata che celebrava il Capodanno fiorentino:  “… il primo giorno dell’anno che iniziava proprio il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa cattolica aveva collocato la festa dell’Annunciazione”.

E se potevano esserci ancora dei dubbi sui luoghi danteschi in Casentino, citati in più occasioni dal Poeta nella sua Commedia, troviamo a monte “quel fiumicel che nasce in Falterona…” o luoghi ricchi di spiritualità come l’Eremo di Camaldoli o il Santuario della Verna, il “crudo sasso intra Tevere e Arno” dove San Francesco “da Cristo prese l’ultimo sigillo”, le stimmate. Segnali che ancora oggi ci danno testimonianza di un mondo antico ancora sospeso tra terra e cielo degno di una Divina Commedia.

Questo era il motivo principale di questo convegno “Dantedì”, organizzato proprio in questo giorno, e perché fosse anche intrigante inserendo un pizzico di mistero, è stato invitato come relatore l’ingegner Giovanni Toso che ci ha parlato di Dante, ma a Noli, perla nascosta negli anfratti della costa ligure. Giovanni Toso ha individuato le orme di Dante in luoghi a lui familiari: Noli. Quella Repubblica Marinara che Genova considerava come territorio indispensabile per mantenere il suo dominio sui mari.

Solo conoscendo Noli il “discendesi in Noli” come dice il Poeta, non è solo l’indicazione di uno scosceso sentiero per raggiungere Noli, ma indica il tranquillo soggiorno di Dante cullato dall’infinita distesa del mare e dal suono nostalgico dell’Ave Maria che gli giungeva al tramonto dalla campana di San Paragorio.

Ma andiamo a conoscere meglio il nostro relatore: Giovanni Toso, nolese una carriera da  dirigente ed imprenditore, past-president del Rotary Club di Savona. Una laurea in ingegneria, un Master in Business Administration alla SDA-Bocconi di Milano, Direttore Pianificazione e marketing nel Gruppo Montedison, esperienze di Amministratore Delegato nel gruppo RCS per Cinema-TV-Multimedialità, A.D. presso i Poligrafici Printing, QN, Resto del Carlino, La Nazione, il Giorno… ma soprattutto un grande appassionato di Dante e fine ricercatore tanto da essere premiato come vincitore del premio Anthia alla 40° edizione della rassegna “Libri di Liguria” per la sua opera “Dante, Noli e il Purgatorio – La scoperta dell’anello mancante da 700 anni nella vita del Poeta e nella Commedia”.

Al suo fianco, come moderatore, un altro grande personaggio casentinese, anche lui appassionato amante della sua terra natale, Giorgio Innocenti meglio conosciuto come “i’Ghiaccini”, autore tra l’altro di libri sul Casentino e su Dante.

Giorgio parla di Dante come se parlasse di uno di famiglia, e nella sua descrizione fa riferimento all’Alighieri che nella Divina Commedia cita una sola volta Noli e per questa ragione, chiede all’autore: “Come può sostenere che la citazione nel IV canto del Purgatorio “Vassi in Sanleo e discendesi in Noli” non sarebbe l’unica traccia del passaggio del Poeta nel borgo ligure? Come poteva conoscere quelle strade, quel borgo, perché anche nelle illustrazioni del Dorè hanno un qualcosa di familiare con Noli?

Quali prove abbiamo che l’Alighieri, dopo il suo peregrinare fosse giunto nella Repubblica Marinara e a Noli avesse passato alcuni anni del suo esilio, trasfigurando poeticamente i paesaggi, le architetture e la vita medievale nel progetto e nelle scenografie della seconda cantica?

Giovanni Toso da buon tecnico ci illustra diapositiva dopo diapositiva il calcolo delle probabilità sulle convergenze colte sulle allusioni nella Commedia, per usare le parole di Dante col “visibil parlare” della realtà. E proprio da questo “visibil parlare” certi momenti descritti da Dante assumono una dimensione storica nuova. Giovanni Toso, con tutta la serietà e la professionalità del tecnico esperto della sua materia, “… il mio è solo un sogno oppure ho colto in Dante qualcosa di nuovo?”

Inizia così un’attenta descrizione che conquista la platea che lo segue con interesse ed attenzione fino alle porte del Purgatorio trasfigurando poeticamente i paesaggi, le architetture e la vita medievale della guelfa Civitas Nauli, nel progetto e nelle scenografie del “suo” Purgatorio.

La relazione procede lungo l’erta della montagna del Purgatorio attraverso puntigliose segnalazioni confortate da immagini illustrate sia dal Dorè o pittori rinascimentali che con fotografie degli stessi paesaggi fatte dall’autore.

Continuando a non trascurare il richiamo del contesto scenografico ci viene fatta notare la competenza di Dante circa l’arte ed il gergo marinaresco che denota un’esperienza diretta e non certo appresa dai libri.

Un’altra domanda viene posta all’autore: questa così puntuale convergenza di indizi a quale periodo risale?

Una biografia di Dante non esiste – chiarisce subito Giovanni Toso – in questi tre anni di ricerche e permettetemi di dire, straordinarie scoperte, sono stato costretto a fare l’investigatore privato per rinvenire nei suoi scritti indizi circa la sua presenza ora in un posto ed ora in un altro.

La sua vita infatti è una fuga, quella di un condannato a morte che cerca di nascondere le sue tracce per non essere trovato. Gli studiosi sono pertanto obbligati ad entrare in una selva di forse, per collocarlo giustamente in qualche località.”

In effetti l’esilio di Dante, come ci viene riportato dalla storia ha diverse zone d’ombra.

Sappiamo che si rifugiò in Casentino perché in queste terre poteva avere la protezione dei Conti Guidi e del potentissimo Vescovo di Arezzo che era in quel tempo punto di riferimento e di rifugio di tutti i Guelfi Bianchi che si erano ritirati in quella Città…

“La mia intuizione è partita dalla storia – riprende Giovanni Toso – e se in Casentino troviamo la famiglia dei Guidi, ecco comparire nelle nostre terre quella dei Fieschi di Genova e tra questi, di importanza capitale, sarà la figura del Cardinale Luca Fieschi. Dante volle immortalare quel suo segreto e amato soggiorno negli anni più difficili che visse come “exul immeritus”, esule senza colpa, Noli che lo accolse e lo protesse, ispirandogli il meraviglioso Purgatorio e, forse, non solo quello.

Giovanni Toso, nel suo libro, riporta un “unicum” storico-letterario con tesi che potremmo definire rivoluzionarie, circa le quali un noto dantista ha scritto: “gli indizi addizionali apportano, via via, al poema di Dante un vero squarcio di luce”.

           

                                                                                                    

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