Discutere la tesi ai tempi del Coronavirus: si laurea via skype da casa

Giulia Lovari ha concluso il suo percorso di studi in ciabatte e pigiama.

La tesi era rilegata, la giacca stirata e la corona d’alloro faceva bella mostra di sé su di un tavolo. Ma nonostante questo non è stata una laurea come le altre quella di Giulia studentessa bibbienese, classe 1994, che ha infatti discusso la propria tesi magistrale in storia dell’arte comodamente da casa propria, collegandosi con l’Università degli studi di Bologna: giacca sopra, pigiama e pantofole sotto. A causa del Coronavirus, infatti, le sedute di laurea si sono svolte telematicamente in video conferenza. Tutti collegati in rete comodamente da casa, presenti solo i parenti più stretti.

Come hai vissuto la laurea su skype? Com’è laurearsi ai tempi del corona virus?

«La verità è che mi sono divertita moltissimo. Ho riso tutta la mattina mentre ascoltavo le discussioni dei miei colleghi e guardavo i docenti, praticamente in pigiama, più spontanei e un po’ spettinati, tra le pareti delle loro case. La connessione interrotta ci ha fatto compagnia per buona parte della mattinata e il gatto ha tentato di divorarsi la corona d’alloro. Sono orgogliosa di quello che ha permesso l’Alma Mater Studiorum a me e agli altri laureandi: vedere che, nonostante sia quasi tutto bloccato, la cultura è padrona di sé stessa e non può essere fermata. Un pensiero va al cielo ad un carissimo amico a cui ho scelto di dedicare la mia tesi e condividere con lui le nostre passioni artistiche, Luca Orlandi perché l’arte unisce gli spiriti che continuano ad abbracciarsi ogni giorno».

Ma non ti è mancato proprio nulla?

«La sera prima temevo che questo nuovo sistema di discussione ed esposizione della tesi comportasse la perdita della sacralità del momento, ma fortunatamente mi sono resa conto di aver provato la stessa adrenalina che provai qualche anno fa durante la discussione della triennale, in Aula Magna, davanti a tutta la commissione, la mia famiglia e tutti i miei amici. Se dovessi spiegare ciò che mi è mancato, forse direi soltanto la fisicità. Mi sono mancati gli abbracci forti degli amici, le strette di mano dei docenti e i baci delle amiche. A parte questo, sono contenta di aver portato un po’ di allegria e colore tra le strade del vicinato, i condomini si sono affacciati da tutti i balconi e hanno applaudito mentre continuavo a stappare bottiglie di spumante dalla terrazza insieme alla mia famiglia. Ho cercato di rendere comica una situazione ed un momento difficile per tutti, la gente ha bisogno di questo. In quello che è un clima piuttosto delicato, auguro a tutti di non perdere la passione per i propri interessi e di tentare di coltivarli anche da casa».

 

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