Ex Sacci: la proprietà (Marino fa Mercato spa) risponde agli attacchi punto per punto

Comunicato stampa della  Marino fa Mercato spa

In relazione ai numerosi articoli pubblicati da quotidiani e mezzi di informazione, anche online, a far data dal settembre 2016 fino ad oggi, Marino Franceschi, quale legale rappresentante della Marino fa Mercato s.p.a., intende precisare e significare quanto segue.

Nell’anno 2002, la società Marino fa Mercato ha acquistato l’area denominata “ex Sacci”, terreno di circa 8 ettari situato nel territorio dei Comuni di Chiusi della Verna e Bibbiena, sul quale insistevano numerosi fabbricati, con l’intento di sviluppare l’area ai fini commerciali, residenziali e direzionali.

Il progetto  infatti prevedeva,  tra l’altro, nel Comune di Chiusi, la realizzazione di 6.000 mq destinati alla vendita al dettaglio, 2000 mq di magazzini, oltre ad appartamenti, progetto che avrebbe creato oltre 100 posti di lavoro. All’atto dell’acquisto, in detta area, era già in corso un’attività di demolizione e recupero volumetrie posta in essere dall’ex proprietario. Il contratto di acquisto prevedeva che tale attività di demolizione relativa a parte delle strutture, avrebbe dovuto essere completata dal venditore. Dopo due mesi dalla data di formalizzazione dell’acquisto, è stato richiesto da Arpat di Arezzo alla Marino fa Mercato la predisposizione di un piano  di investigazione per valutare la necessità di bonifica del sito, in previsione della trasformazione delle strutture esistenti, piano che non era mai stato richiesto alla precedente proprietà nonostante stesse procedendo alle trasformazioni urbanistiche dal 1999.

Approvato il piano di investigazione, la Marino fa Mercato è stata autorizzata allo smaltimento dei cumuli, delle tubazioni e delle guarnizioni contenenti amianto lasciati in situ da parte dell’ex proprietario, oltre a serbatoi contenenti gasolio, le coperture in cemento amianto degli edifici, guaine bituminose, onduline di fibre di vetro e comunque ottemperando puntualmente a tutto ciò che era stato prescritto dagli Enti preposti, in particolare Arpat, sostenendo costi rilevanti, consistenti in svariate centinaia di migliaia di euro. A seguito delle attività sopra elencate, la Marino fa Mercato s.p.a. è stata autorizzata dalla Conferenza dei Servizi indetta dalla Provincia di Arezzo alla demolizione dei fabbricati insistenti nel Comune di Chiusi, avendo completato lo smaltimento delle coperture in cemento amianto.

A seguito delle ulteriori attività richieste dalla Conferenza dei Servizi, espletate  a completo carico della Marino fa Mercato s.p.a., nel 2012 Arpat, con nota, ha dichiarato che le matrici ambientali (aria, terra, acqua), non risultavano inquinate, ragione per cui il procedimento  amministrativo si è concluso  con la dichiarazione  da parte della Provincia di Arezzo di non necessità di bonifica sul sito, con provvedimento 45/EC del 2013.

Nelle more del procedimento sopra descritto, che ha ovviamente comportato la totale sospensione delle iniziative edificatorie e di riqualificazione del sito, nonché di sviluppo delle attività della Marino fa Mercato, il Comune di Chiusi della Verna ha modificato il proprio piano urbanistico, inserendo altre proprietà nello stesso comparto, impedendo di fatto la realizzazione dei progetti predisposti dalla proprietà. Concluso il piano di investigazione, la Marino fa Mercato ha presentato nell’anno 2014 un’istanza di utilizzo delle aree della Ex Sacci, nonché di variante al Regolamento Urbanistico del Comune di Chiusi della Verna per riportarlo alle previsioni originarie, che consentivano alla Marino fa Mercato di intervenire in autonomia.

Nell’anno 2016, perdurando la sospensione forzosa di qualsiasi tipo di attività imprenditoriale della Marino fa Mercato s.p.a. nell’area, la Procura della Repubblica di Arezzo, su segnalazione dei Carabinieri Forestali coordinati dal Vice Ispettore Marco Mazzi, ha disposto il sequestro penale del sito.

Giova al riguardo significare che, nonostante la presenza nell’area di alcuni materiali depositati da soggetti ignoti ivi introdottisi all’insaputa della  proprietà,  con comportamento  delinquenziale  consistito,  tra  l’altro,  nello  scasso  delle  serrature  del cancello di ingresso e con danneggiamento delle serrature della porta in ferro della palazzina ufficio – fatti già oggetto di denuncia da parte della proprietà – il sito non è, a seguito di specifici accertamenti tecnici svolti sul sito, risultato contaminato nelle sue matrici ambientali e, conseguentemente, non puo esserne seriamente sostenuta la pericolosità.

Le modalità con le quali tali malfattori si sono introdotti nell’area ed hanno “chirurgicamente” depositato tali materiali, lasciano pensare ad un’azione dolosa posta in essere in danno della Marino fa Mercato, al solo scopo di impedire a tale società lo sviluppo della stessa.

L’introduzione di ignoti malfattori si e poi protratta anche in costanza di sequestro: in una di queste incursioni, gli stessi hanno dolosamente appiccato il fuoco all’interno della palazzina uffici, danneggiando gli arredi ed i documenti in essa presenti. Si era salvata in quella occasione una scrivania in noce anni ’40 con annessa  libreria che ARPAT ha preteso di portare a smaltimento quale rifiuto.

Sembra quindi incredibile che un politico, che ricopre cariche importanti come Vincenzo Ceccarelli, o addirittura gruppi di minoranza del Consiglio Comunale di Bibbiena, ancora persistano (vedasi, tra l’altro, articolo da ultimo pubblicato da La Nazione  in data 11 giugno 2021, articolo pubblicato da Arezzo Notizie in data 23 giugno 2021 ) a ritenere in primo luogo che l’area Ex Sacci necessiti di una bonifica, e, in secondo luogo, che il protrarsi da anni di tale situazione sia in qualche modo addebitabile alla inerzia della Marino fa Mercato, unico soggetto veramente danneggiato da questa vicenda.

Al riguardo si sottolinea che:

  • la società ha acquistato l’area nel 2002, per gli scopi sopra descritti;
  • nel 2016 ha subito il sequestro penale;
  • nel periodo intercorrente tra i1 2002 ed il 2016, quindi in quattordici anni, ha svolto sul sito unicamente attività richieste dagli organi preposti, sostenendo spese ingentissime (superiori al milione di euro) e con la sospensione forzosa di qualsiasi attività imprenditoriale;
  • dal 2016 ad oggi sono stati avviati due procedimenti penali a carico del legale rappresentante della società, Franceschi

Quale vantaggio trarrebbe la Marino fa Mercato s.p.a. dal perdurare di questa situazione, non è proprio dato sapere.

La società ha anche dovuto subire l’aggressione  mediatica scaturente  da articoli apparsi sui vari organi di stampa, in cui si è rappresentata, contrariamente al vero, una situazione ambientale “esplosiva”, descrivendo il sito come una “bomba ecologica” e potenzialmente dannoso per la salute pubblica, circostanza, questa, pacificamente smentita dalle risultanze tecniche emerse durante gli accertamenti compiuti sul sito: tali articoli hanno procurato e stanno procurando un allarme sociale del tutto ingiustificato. Situazione, questa, che preoccupa, tra l’altro, notevolmente Marino Franceschi, già vittima in passato di gravi minacce ed attentati alla propria incolumità.

La società si riserva di dare incarico ai propri legali al fine di tutelare i propri diritti ed interessi in relazione a tutti i fatti di cui sopra.

Marino conclude dicendo: “Io non ho avuto la possibilita di studiare ed ho dovuto iniziare a lavorare da bambino, ma dopa tanti sacrifci oggi posso affermare con orgoglio di aver creato tanti posti di lavoro ed oggi più che mai sono convinto che dobbiamo far studiare i nostri figli perché imparino ad approfondire  gli argomenti  e non si facciano guidare dagli interessi dei “capi bastone” ma contribuiscano a creare una società libera e civile.”

 

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