Gioco ed Erario in crisi, danni per oltre 600 milioni di euro al giorno

Inimmaginabili alla vigilia di questa epidemia, il Coronavirus non miete solo vittime negli ospedali. Ne miete altre senza neanche contagiarle. E in particolare intacca il punto focale di ogni nazione: l’economia che, secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, subirà danni non ancora riassumibili in termini numerici e percentuali.

Chi sta, finora, pagando lo scotto più di tutte, è l’Italia, paese più colpito a livello mondiale dalla pandemia Covid-19. Il 2020 non si era aperto con le migliori premesse ma per la fine dell’anno in corso la crescita 0% è ormai quasi un dato di fatto, seppur impronosticabile solo venti giorni fa. Si tratta della ipotesi migliore, perché le cose potrebbero finanche peggiorare a fronte di una crescita per il 2021 dello 0,5%.

Una parte di danni cominciano a contarsi: le industrie italiane tutte cominciano a contare le proprie perdite e ormai non solo più nelle cosiddette zone rosse, termine che, come è noto, comprendeva quei territori, dalla Lombardia al Veneto all’Emilia-Romagna, più colpite dal virus, in prima istanza. A pagarne le spese sono tutti e non sfugge a questa logica nemmeno il gioco d’azzardo, dinanzi a cui si apriva comunque ugualmente un 2020 non proprio positivo.

Ma le conseguenze del virus sono state fin da subito pesanti: subito, nei comuni più a rischio, la raccolta di slot machine e vlt è stata praticamente azzerata: in Lombardia si è assistito ad un calo del 50%, in Emilia-Romagna e Veneto rispettivamente del 30 e del 40% per quel che riguarda il gioco fisico. A pagarne le spese sono state anzitutto Slot Machine e VLT, ma anche tutti gli altri settori della filiera. Col calcio e gli altri sport fermi, si sono fermate tutte le scommesse. Stop anche a bingo e sale adibite all’azzardo in ogni sua forma. In questo caso ci sono stati, sulla filiera, altri effetti positivi: il gioco online ha prodotto numeri notevoli tra la fine di febbraio e la prima metà di marzo. E poi lo Stato, col Decreto Cura Italia, ha momentaneamente bloccato i versamenti che il gioco è tenuto a corrispondere all’Erario, su tutti il PREU, aumentato sugli apparecchi a vincita in danaro già dallo scorso febbraio.

Ma nonostante ciò la crisi è all’orizzonte e sarà sempre più fitta. Soprattutto per l’Erario. Lo stop del gioco, che non va dimenticato per essere una delle industrie più floride del Paese, può paralizzare le casse dello Stato, con un buco da oltre 602 milioni di euro al mese, per gli stop imposti dai Decreti del Presidente del Consiglio con la serrata di sale gioco e bingo. Il gioco ne pagherà le conseguenze: se lo scorso anno lo Stato ha guadagnato, per dire, 7,24 miliardi sui 15,5 complessivi, quest’anno dovrà fare i conti col virus. A risentire del blocco potrebbero essere, in misura maggiore, Slot e VLT, che da sole producono ben 6,7 miliardi di entrate, quasi la metà degli incassi complessivi dei Monopoli. Subito dopo di esse seguono le scommesse sportive, capaci di procurare da sole 350 milioni di euro e che pagano un altro aspetto, quello della riduzione e annullamento pressoché totale degli eventi sportivi. I bingo, totalmente chiusi, probabilmente non contribuiranno, coi 190 milioni, alle entrate erariali di fine anno.

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