I Tesori del Casentino: San Luca in un bassorilievo nella Pieve di Romena

Il 18 ottobre si celebra la festa di san Luca Evangelista, compagno e collaboratore di San Paolo, autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli; colui che Dante definisce lo scriba della mansuetudine di Cristo per le immagini di mitezza e gioia presenti nei suoi scritti.

Secondo la tradizione il corpo del santo, privo della testa, si trova nella basilica di Santa Giustina a Padova, dove sarebbe stato portato tra il 741 e il 770 da Costantinopoli per salvarlo dalla distruzione degli iconoclasti. Altre reliquie si trovano nella chiesa di San Luca a Cremona, nella cattedrale di San Vito a Praga e nel Museo Storico Artistico “Tesoro” di San Pietro in Vaticano.

San Luca, che la tradizione ha fatto diventare pittore (in realtà egli era medico, stando a quanto si legge in Colossesi 4, 14) impegnato nel realizzare dipinti raffiguranti la Madonna, San Pietro e San Paolo, viene raffigurato, come gli altri evangelisti, anche attraverso immagini simboliche che la tradizione gli ha attribuito sulla scia dei quattro animali dell’Apocalisse (4, 7). Così lo troviamo raffigurato in Casentino in un bassorilievo che decora il capitello in pietra arenaria, della seconda colonna a destra, della Pieve di Romena, nel quale è presente il motivo iconografico del tetramorfo (insieme dei simboli dei quattro evangelisti in base al prologo dei rispettivi Vangeli) insieme al simbolo di San Giovanni, l’aquila. Nelle altre facce del capitello sono presenti i simboli degli altri due evangelisti e due scene della vita di San Pietro, santo titolare della pieve: La consegna delle chiavi e La pesca miracolosa.

Il bassorilievo raffigurante il motivo iconografico del tetramorfo (insieme dei simboli dei quattro evangelisti in base al prologo dei rispettivi Vangeli)

Nell’iscrizione presente nell’alto abaco ci viene tramandato il nome del pievano che commissionò la costruzione dell’edificio religioso: ALBERICUS PLEBANUS FECIT HANC OPERAM; sul pulvino del secondo capitello a sinistra un’altra iscrizione ci tramanda la data di costruzione della pieve romanica: TEMPORE FAMIS MCLII (1152). Il capitello presenta decorazioni a bassorilievo con i simboli degli evangelisti: un uomo (o un angelo) per S. Matteo, un leone per S. Marco, un bue per S. Luca e un’aquila per S. Giovanni. Il simbolo dell’evangelista Luca, patrono dei pittori, dei medici e dei notai, è il bue o il vitello o il toro, animali che evocano i sacrifici del tempio di Gerusalemme coi quali si apre il Vangelo lucano. Lo scultore che eseguì il rilievo a Romena con il bue alato che tiene tra le zampe il testo sacro sul quale è il nome dell’evangelista e l’aquila che stringe con gli artigli il vangelo sul quale appare il nome di Giovanni, mostra una ricca decorazione realizzata con aspro intaglio che richiama la scultura preromanica e protoromanica lombarda e più esattamente dei maestri lapicidi comaschi. Tuttavia riferimenti più precisi si riscontrano nei capitelli e in altre sculture di alcuni monumenti del Massiccio Centrale francese: Alvernia propriamente detta. Tra i motivi decorativi che assimilano Romena alla regione francese e che si presenta assolutamente nuovo in Italia, c’è quello delle teste d’angolo sospese a semicilindri, motivo presente nel capitello descritto. Risulta pertanto evidente che gli scultori che operarono a Romena subirono sicuramente l’influenza dei modelli francesi derivando da essi oltre ad un’attenzione più viva per i particolari, anche il gusto per un plasticismo geometrizzante ottenuto con una tecnica a bassorilievo che sbalza le figure pur senza staccarle dal fondo. L’affinità con i modelli francesi risulta molto stretta soprattutto nel modo di scolpire schiacciato e nello stesso tempo volumetrico, capace di stagliare figure dai contorni vibranti ma che risultano saldamente unite al capitello con il quale si fondono in un’armonia architettonica significante. Le sculture dei capitelli di Romena, incantevoli e preziose opere d’arte romanica, presuppongono dunque modelli lombardeggianti propri delle chiese minori d’Alvernia. Il rapporto dei maestri lapicidi lombardi con la cultura francese, che trova riscontro a Romena, ripercorre vie artistiche che si sovrappongono a quelle di pellegrinaggio, ma  rimane ancora in parte da indagare.

 

 

Alberta Piroci Branciaroli
Alberta Piroci Branciaroli
Laureata in Lettere e Filosofia con indirizzo in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Firenze e specializzata in Arte Medievale e Moderna (corso post-laurea) presso lo stesso ateneo, docente di Lettere negli Istituti Secondari di primo grado, ha collaborato con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Arezzo per la catalogazione dei beni mobili del territorio provinciale. Vive e lavora in Casentino, collabora con il Centro Creativo Casentino e con il Parco Letterario Emma Perodi e foreste casentinesi. Collabora con la rivista online Park Time dei Parchi Letterari. Numerose sono le pubblicazioni: La Verna. Guida al sacro monte. (Collana curata dal Prof. Brilli. Le guide del viaggiatore raffinato) Ed.Edimond, Città di Castello, 2000 Arte e Architettura religiosa del Seicento. La decorazione barocca della chiesa dell’Eremo di Camaldoli, in “Il Seicento in Casentino”, catalogo mostra, Castello di Poppi, Ed. Polistampa, 2001 Temi iconografici legati alla devozione, loro diffusione nelle pitture del territorio casentinese, in “Il Seicento in Casentino” Catalogo Mostra, Castello di Poppi, Ed. Polistampa, 2001 Da Mercurio a San Michele: un percorso iconologico, in Intersezioni, Rivista Ed. Il Mulino, vol. XXII, 2002 Il polittico della Misericordia, in Piero della Francesca. Il Museo civico di Sansepolcro. Silvana editoriale,2002 Camaldoli, il monastero, l’eremo, la foresta. “Guide del viaggiatore raffinato. Edimond, Città di castello,2003 La città immaginata. Aretium, Ed. Edimond, Città di Castello, 2005 Le collezioni artistiche, in Tesori in prestito. Il Museo della Verna e le sue raccolte, Ed. Industria Grafica Valdarnese, San Giovanni Valdarno, 2010 Curatrice della mostra e del catalogo “Nel segno di Leonardo” La tavola Doria dagli Uffizi al Castello di Poppi. Ed. Polistampa, 2018 Approfondimenti didattici nella pubblicazione di Paola Benadusi “Fiabe magiche per grandi e bambini, Tau Ed. 2019 La valle dei racconti. In Casentino con Emma Perodi, Paolo Ciampi e Alberta Piroci, Aska ed. 2019 Alberta Piroci Branciaroli, San Francesco messaggero di pace, Ed. Helicon 2020 Curatrice della mostra NEL SEGNO DI DANTE. IL CASENTINO NELLA COMMEDIA, Ed. Polistampa 2021 Commenti storico-geografici nella pubblicazione di Paola Benadusi, Sette Fiabe gotiche, Tau Ed. 2021 Con Emma e Dante in Casentino, pubblicazione tramite sito online Bonconte ultimo atto, alla confluenza dell’Archiano con l’Arno, Ed. Mazzafirra, 2021 Curatrice della mostra e del catalogo: Nel segno della vita: Donne e Madonne al tempo dell’attesa. Ed. Polistampa, 2022

Ultimi Articoli

Il turismo al centro del programma 2024-2029 di “Poppi nel Cuore”

La lista con Carlo Toni come candidato a sindaco ha presentato i progetti per la valorizzazione del territorio La volontà è di sostenere la crescita...

PD Bibbiena: 25 aprile, nuove prospettive e una critica a Vagnoli

Ieri abbiamo festeggiato il 25 aprile, festa della liberazione dall’occupazione nazifascista, che è e deve essere una data netta, così come i suoi successivi...

Le 5 invenzioni che hanno cambiato la storia

Dallo sviluppo dei primi utensili in pietra o della ruota ai più moderni computer, il mondo ha visto una costante evoluzione dell'inventiva umana per...