La bellezza del Monte Falco, ecco alcuni consigli per visitarlo

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Foto di Carlo Gabrielli

Se siete amanti delle escursioni potreste già aver sentito parlare del Monte Falco. Questa montagna, con i suoi 1658 metri sul livello del mare, è la più alta dell’Appennino tosco-romagnolo. La cima si trova sul confine tra le province di Arezzo e Firenze, mentre a circa 150 metri in linea d’aria dalla vetta, ad una quota di 1650 metri si trova il confine della provincia di Forlì-Cesena.

Uno dei motivi per cui quest’area è molto nota agli amanti della natura è la presenza del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, una riserva naturale integrale (vale a dire un’area naturale protetta nella quale non sono ammesse attività antropiche di nessun tipo, ad eccezione della ricerca scientifica) dove si possono ammirare flora e fauna alpine tipiche di questa zona.

Le bellezze del Parco Naturale

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è una destinazione ideale in particolar modo nei mesi estivi, dove vi si può trovare una sorta di rifugio dall’afa, in quanto in questa zona l’aria è più fresca in virtù di una migliore ventilazione. Uno degli itinerari più rinomati e spettacolari è il sentiero 00, che dal Passo della Calla conduce fino al Monte Falco. Questo percorso comincia salendo dalle spalle dell’inconfondibile edificio in legno del ristorante “I Faggi”. Qui ci si trova a passeggiare per un bosco di faggi lungo un sentiero che non presenta particolari difficoltà, ad eccezione di un declivio che in alcuni punti è accentuato. Il segnavia, ossia la segnaletica orizzontale o verticale di colore bianco-rosso, installata dai volontari del Club Alpino Italiano, riporta il numero del sentiero: 00. Nel Parco Nazionale Foreste Casentinesi i sentieri del versante romagnolo sono contraddistinti da numeri dispari, mentre in quello toscano sono pari. A questo sentiero che si snoda lungo il crinale (vale a dire il punto più alto da cui scendono i versanti delle due regioni) è stato perciò assegnato un numero neutro. Man mano che si va avanti, ci si imbatte in alcune zone pianeggianti caratterizzate da un colore scuro. Si tratta delle cosiddette piazze (o aie) carbonili, utilizzate fino agli anni ’60 per la produzione del carbone. Entro un’ora dovreste essere arrivati al Rifugio Burraia, detto anche “Il Casone”, un edificio in passato utilizzato per produrre e lavorare latticini. Qui nei pressi si trovano i prati della Burraia, tra gli “alpeggi” più famosi dell’appennino romagnolo, una prateria che si estende per diverse centinaia di metri offrendo una vista meravigliosa sulla vallata casentinese e sulla pianura romagnola. Da qui, oltre a vedere i paesi del fondovalle, si può ammirare il Monte Gabrendo (alto 1540 m), mentre al limite inferiore si trova il rifugio “Città di Forlì” che però è chiuso da tempo.

I prati, sono uno dei pochi tratti non all’ombra del sentiero 00. Una volta lasciati alle proprie spalle, si torna al fresco della foresta di faggi, fin quando non si raggiunge la caserma militare di Poggio Sodo de’ Conti. Alle spalle dell’edificio è possibile salire sul poggetto da dove si gode di una bellissima vista e se il cielo è particolarmente limpido si vedono persino il Monte Vettore, massiccio dei Monti Sibillini, o il Monte Titano di San Marino. L’ultimo tratto del percorso in salita conduce agli skilift degli impianti di risalita delle piste da sci che partono dal Rifugio La Capanna e da dove in poche centinaia di metri è possibile raggiungere i prati di Monte Falco e la “cima” della montagna (sebbene non si possa parlare di un’autentica vetta, quanto più di una sterminata prateria.

Flora e fauna davvero uniche

Qui ci si imbatte in vaccinieti, vale a dire arbusteti di mirtilli, fiori rari come la Viola di Eugenia e l’Anemone a fior di narciso. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, ad ogni modo, è famoso anche per la sua fauna che annovera grandi mammiferi, in particolare ungulati (ossia quegli animali che appoggiano il proprio peso corporeo sulla punta delle dita e che hanno perciò sviluppato le unghie a mo’ di zoccoli) come cervi, daini, caprioli, cinghiali, e mufloni, oltre ai lupi. Non a caso, come detto in precedenza, quest’area è stata eletta riserva integrale dello stato, ovvero il più alto grado di protezione che possa avere un ambiente naturale.

Dal pianoro di Monte Falco si arriva al rinomato “belvedere” dov’è presente l’iconica panchina che si affaccia sulla vallata di Castagno d’Andrea. Da qui, quando c’è bel tempo, si possono vedere addirittura le piattaforme petrolifere ravennati o alcune cime alpine come l’Adamello. Con un’altra mezz’ora di cammino si può raggiungere la cima di Monte Falterona. Se invece si desidera far ritorno al punto di partenza, si può scegliere se ripercorrere il percorso a ritroso o se scendere fino a Piancancelli seguendo poi la strada provinciale del Castagno. In alternativa, muniti di mappa, ci si può avventurare lungo uno dei tanti sentieri del Club Alpino Italiano che riportano fino al Passo della Calla.

Monte Falco: alcuni consigli per visitarlo

Dopo avervi decantato le bellezze del Monte Falco e del Parco che si estende alle sue pendici, passiamo ora ad alcuni consigli utili per visitarlo e godere al meglio di questa esperienza. Avere il telefono carico in un luogo in cui non sono presenti prese di corrente, infatti, può essere utile per diverse ragioni, siano esse lo scattare delle fotografie del fantastico panorama circostante, telefonare o godersi qualche momento di riposo durante la salita ascoltando musica, guardando video su Youtube o giocando ad una slotmachine tra quelle disponibili su internet, in particolar modo per chi è più legato all’uso dello smartphone, il consiglio è di portare con sé un power bank. Indossare scarpe da trekking, infatti è assolutamente raccomandabile dotarsi di apposite calzature comode e adatte ai diversi tipi di superficie sulla quale si cammina, infatti, è una delle cose più importanti per ridurre la fatica ed evitare dolori e fastidiose vesciche. Imprescindibili sono anche i bastoncini da trekking, che aiutano nel percorso in particolar modo nei tratti più in salita. In base al periodo dell’anno in cui scegliete di visitare quest’area, può aumentare il comfort indossare abbigliamento tecnico pensato appositamente per le escursioni. Oltre alle indispensabili bottigliette d’acqua e derrate alimentari, può essere sempre utile portare con sé medicinali di base e kit di primo soccorso.

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