La musica casentinese tra passato e futuro

La prima parte del numero di Casentinopiù attualmente in edicola è interamente dedicata alla musica e, in particolare, alle band giovanili emergenti. Ne abbiamo selezionate 11 e le abbiamo raccontate a modo nostro: attraverso storie e interviste. Sicuramente, per motivi di spazio, di scelta e di ignoranza, ne avremo dimenticate molte e se leggendo il giornale ce ne vorrete segnalare altre, saremo ben lieti di occuparcene in uno dei prossimi numeri. Il Casentino, però, è terra di musicisti da sempre. L’articolo che segue, scritto per noi da Lenny Graziani, oltre ad essere l’editoriale del giornale, è un excursus musicale sulla valle, di ieri e di oggi. La bellissima copertina, invece, liberamente ispirata all’album “Abbey Road” dei Beatles che vi proponiamo di seguito, è stata magistralmente realizzata dalla nostra collaboratrice Federica Del Grazia.

La copertina di Casentinopiù dedicata alle band emergenti

Ci si vede alle prove…

Di Lenny Graziani

Oggi, fare musica dal vivo è facile. Anzi, è difficilissimo. Da una parte, abbondano le piattaforme -dedicate e generiche- su cui diffondere le proprie canzoni; dall’altra, scarseggiano, rispetto al passato, i locali e le occasioni per potersi esibire dal vivo. Da un lato, i talent show televisivi offrono l’opportunità di una strada relativamente breve per la visibilità e, magari, persino il successo; dall’altro, avendo il Dj set in buona parte soppiantato il concerto come forma di intrattenimento, è diventato arduo racimolare esperienza prima di tentare il salto. In una valle di provincia come il Casentino, ovviamente, le difficoltà aumentano.

Eppure intorno a noi è tutto un pullulare di band e di artisti che si fanno in quattro per realizzare i loro progetti. Che si tratti di comunicare un messaggio o, semplicemente, di divertire e divertirsi, i casentinesi non hanno perso la voglia di imbracciare gli strumenti e di cantare a squarciagola davanti a un microfono!

Del resto, il piacere di stare insieme, di condividere un percorso creativo e di far vedere -pardon, sentire– i risultati di tanto impegno ha una lunga tradizione, nella vallata: come un grande romanzo d’avventura (di quelli buoni), la nostra storia della musica è piena di gruppi leggendari, di eroi dalle diverse personalità -pirati, saltimbanchi, virtuosi, poeti e professori. Dai Terra Passumena agli Snaps, dal Jaetzemani Quintet agli Strict Pasta, passando per Skylab e F.B.B., tante sono state le pietre miliari dell’epica musicale casentinese, che negli anni ha abbracciato generi diversi: rock, blues e pop sono sempre stati il piatto forte, ma non sono mancate le scorribande nei territori del jazz, del punk, del metal e del progressive. Mi vengono in mente i Rotten Boroughs, attivi ancora oggi; mi vengono in mente i Kill’em Twice e Il Disordine Perfetto.

Abbiamo visto approcci diversi nello stile -band votate all’intrattenimento divertente, come i Volpini Volanti o la più recente Orchestra Tropicala– e nella formazione -significativi, in particolare, l’esperienza della Brizzi Big Band e il progetto tutto al femminile delle SheRockKate-; abbiamo avuto i nostri grandi maestri, che hanno insegnato a suonare a più di una generazione -uno su tutti, Mario Detti, meglio conosciuto come Schiaffino-; abbiamo avuto i nostri grandi viaggiatori, come ad esempio Massimo Giuntini, che ha riportato in Italia (e in Casentino) le sonorità irlandesi; abbiamo avuto -e abbiamo ancora- eccellenze come Anna Iorio, in arte Sorgente.

Alcune band storiche, oltre a caratterizzare un periodo, hanno dato il via a percorsi individuali che ancora oggi non si sono esauriti. Gli anni 80, ad esempio, hanno visto nascere il progetto Country Concert, che coinvolgeva ben sette musicisti: Giancarlo Salvi al basso, Luca Santini al sassofono, Andrea Bertini alla chitarra, Andrea Del Cherico alla batteria, Giuseppe Maria Checcacci alle tastiere, Stefano De Santoli e Alessandro Ristori nel doppio ruolo di cantanti e chitarristi. Questi ultimi, in particolare, hanno successivamente intrapreso strade diverse: De Santoli ha dato vita al tributo a Vasco Rossi Colpa d’Alfredo Band; Ristori, artisticamente meglio noto come Pila, ha pubblicato un disco da solista ed è tuttora coinvolto in ben due tributi a Faber, Omaggio a De André, accanto al chitarrista Fabio Roveri, e De André e la Filosofia, in collaborazione con il pianista e docente universitario Simone Zacchini e con validissimi musicisti dell’OIDA di Arezzo.

Gli Otto’P’Notri, invece, sono stati il punto di partenza delle carriere di David Bindi, Fabrizio Orrigo, Umberto Bartolini, Claudio Mangionello, Marco Parente (casentinese d’adozione che non ha bisogno di presentazioni) e Massimo Fantoni, talentuoso chitarrista che ha collaborato, negli anni, con Paolo Benvegnù (che ha condiviso parte del suo cammino proprio con gli Otto’P’Notri), Andrea Chimenti e, approdato in RAI per un programma condotto da Serena Dandini, con D-Rad e Danilo Rea.

La scena musicale della vallata ha conosciuto anche la sua dose di tragedie: la scomparsa dell’indimenticabile Stefano “Fiora” Fioravanti, nel 2004; quella recente di Nicola Vigiani, che, pur non avendo fatto parte di nessuna band, ha contribuito ad organizzare tanti eventi e lasciato un segno indelebile nel cuore di tanti musicisti.

Come dicevo, la storia della musica in Casentino è come un romanzo, piena di episodi bui e luminosi, di aneddoti, di protagonisti memorabili. E oggi? Per fortuna, il panorama è ancora ricco e variegato, e sembra continuare ad arricchirsi. Da una parte, ci sono veterani più e meno giovani che continuano a suonare, cantare, scrivere o comporre, regolarmente o sporadicamente (gruppi come Unica Virgo, Ricover Band, Vallesanta Corde, Malarima, Luna Blues e tanti altri); dall’altra -lo state per leggere-, il nuovo che avanza. In mezzo, ovviamente, diverse generazioni che si incontrano, come nel caso del progetto Under 20, promosso da Roberta Soldani e David Norcini, o dell’Associazione Diapason, che ha dato vita non solo all’omonima band, ma anche a una scuola di musica e canto in cui nuovi talenti vengono coltivati e incoraggiati. Esemplare, infine, il gruppo Moka da Quattro, che riunisce musicisti di lungo corso –Massimiliano Rossi, Michele Mariottini e Andrea Nocentini- e la giovanissima Maria Rossi, trombettista professionista e cantante eccezionale.

In chiusura, voglio menzionare un ultimo gruppo (non me ne vogliano altri che non sono riuscito a citare), a cavallo tra passato e presente, che non sapevo dove collocare perché ha mosso i primi passi nel lontano 1991 e ha continuato la sua attività fino a poche settimane fa, 8 novembre 2019, quando ha salutato la sua “family” con un concerto-evento al Teatro Comunale di Stia. Grazie di tutto, Mustang!

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