Lo sapevi che Bibbiena non era… (Rikipedia – Curiostoria del Casentino)

  1. …che alla Peste spesso citata in questi giorni di quarantene e contagi, anche attraverso le belle pagine che la letteratura italiana le ha dedicato, si legano due dei principali luoghi di culto mariani del Casentino? La seicentesca peste di manzoniana memoria, infatti, è la stessa contro cui operò la Madonna del Morbo di Poppi, mentre Santa Maria del Sasso di Bibbiena è legata alla peste nera di metà Trecento, quella che fa da cornice alle novelle del Boccaccio.

2. …che Bibbiena nel Medioevo non era Casentino? Almeno nei secoli XIII-XIV, infatti, il territorio denominato “Casentino” aveva il proprio confine meridionale a nord di Bibbiena, come ci testimonia Dante Alighieri nel canto quinto del Purgatorio (vv. 94-95): «A piè del Casentino / traversa un’acqua ch’ha nome l’Archiano».

3. …che il 17 porta sfortuna per colpa dell’enigmistica? La sua cattiva fama è infatti dovuta a un anagramma: anagrammando le lettere che compongono il numero in numeri romani, cioè XVII, si ottiene… VIXI, cioè “ho vissuto”, al passato, quindi “sono morto”.

4. …che il nome “Torello” del santo patrono di Poppi non ha niente a che fare coi bovini? Torello infatti è il diminutivo non di “toro” ma di “Tore”, a sua volta ipocoristico (abbreviazione di un nome proprio di persona) di “Salvatore”.

5. …che il mio cognome invece deriva da un termine offensivo della Toscana medievale, probabilmente con origine antisemita? Bargiacchi, da Bar Jacob (figlio di Giacobbe), come tipico nome ebraico, veniva infatti usato per dare del “bischero” a qualcuno, come attestano fonti scritte bassomedievali toscane, nella forma bargiacco, bargiaca, bargiaccus (da cui il cognome Bargiacchi, nato come genitivo patronimico).

 

Riccardo Bargiacchi
Riccardo Bargiacchi
Riccardo Bargiacchi, nato in Casentino nel 1978, vive a Poppi con moglie e figlio; laureatosi con lode a Firenze in Archeologia Medievale, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, discutendo una tesi sui castelli dei conti Guidi in Casentino, ha iniziato la propria attività lavorativa con le pluriennali indagini archeologiche condotte nel sito del Lago degli Idoli (Stia, AR), come componente dell’équipe della cooperativa archeologica Co.IDRA di Firenze (2003-2007). Mantenendo un rapporto di collaborazione con la Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Firenze per progetti nazionali e internazionali, è socio dello spin-off accademico Laboratori Archeologici San Gallo. Attualmente per conto della cooperativa Oros, lavora presso il Museo Archeologico del Casentino di Bibbiena fin dalla sua inaugurazione ed ha collaborazioni in atto con l’Ecomuseo del Casentino ed altre realtà della valle per quanto riguarda attività storico-archeologiche e didattiche. Accanto a numerose pubblicazioni scientifiche legate alla sua attività professionale, anche in sedi prestigiose come la rivista ufficiale della materia “Archeologia Medievale” (I conti Guidi e l’incastellamento del Casentino: il caso di Poppi, A.M. n° XXXV-2008, Firenze, All’Insegna del Giglio, 2009, pp. 315-332), e comprese due monografie intitolate “Chiese e Santuari del Casentino” (2011) e “Castelli e Feudatari del Casentino” (2014), frutto del Progetto di conoscenza e valorizzazione del Fondo Goretti Miniati (a sua cura per conto della Biblioteca di Poppi e dell’Ecomuseo del Casentino), dal punto di vista letterario, oltre a sporadiche apparizioni su riviste o antologie di premi letterari, è autore di una raccolta di poesie (Tanatofilia. Poesie d’amore, Firenze, MEF - L’Autore Libri Firenze, 2010) e di un romanzo: Falterona, Stia, AGC Edizioni, 2016 (collana “CasentinoPiù” n° 01). È storico collaboratore della rivista CasentinoPiù: da luglio 2010 tiene la rubrica “Casentino medievale: storia e archeologia”.

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