Marco Botti minacciato di morte: solidarietà al collega giornalista

“Memorie ebraiche in Arezzo”. Questo era il titolo dell’evento online organizzato ieri, alle ore 15:00, dalla sezione soci Unicoop Firenze in occasione della Giornata della Memoria e coordinato dal giornalista Marco Botti. Prima della pandemia, quando era possibile, questi eventi venivano organizzati in presenza e si trattava di vere e proprie passeggiate storiche e culturali attraverso luoghi particolari di Arezzo. Adesso, questi eventi vengono organizzati online e nello specifico attraverso la nota piattaforma Gmeet. E proprio durante la conferenza in diretta organizzata in occasione della “Giornata della memoria” è accaduto l’impensabile. Mentre il giornalista culturale Marco Botti, attraverso una carrellata di immagini, stava raccontando i luoghi della memoria aretini, è arrivata l’incursione di alcuni hackers fascisti che si sono infiltrati nella conferenza online e hanno cominciato a disturbare la diretta, prima attraverso un esplicito turpiloquio e poi cominciando a postare immagini e filmati di eloquente natura nazifascista: svastiche, persone incappucciate, simboli nazisti, inni di estrema destra e tutto il riprovevole repertorio di una certa categoria di persone. Fino, purtroppo, ad arrivare alle esplicite minacce di morte nei confronti del giornalista aretino. Marco, da noi interpellato telefonicamente, ci ha confessato che più che la paura, ciò che l’ha turbato è stata l’amarezza nel constatare di persona come nel 2021 ci sia gente che nei confronti di una tragedia immane come quella della Shoah ha ancora questo atteggiamento incomprensibile. Sulla vicenda, in ogni caso, sta indagando la questura di Arezzo ed è probabile che, una volta identificati gli hackers che si sono introdotti nella diretta online, ci siano delle conseguenze. Piena solidarietà al giornalista è stata espressa anche dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani che ha dichiarato: «Esprimo solidarietà a nome mio personale e dell’intera comunità toscana che rappresento a Marco Botti. Ogni iniziativa che ricordi l’orrore nazifascista dei campi di sterminio è meritevole, giacché solo la memoria può salvarci da ogni tentativo di violenza, dandoci il coraggio e la forza di reagire sempre, anche in nome dell’amore e del rispetto per chi non c’è più, caduto vittima di persecuzioni di regime». Noi di Casentinopiù, oltre ad associarci a tutte le testate giornalistiche che hanno espresso solidarietà al giornalista aretino, vogliamo sottolineare come Marco Botti, nonostante la brutale incursione degli hackers, le oggettive difficoltà e le minacce, sia riuscito a concludere la diretta e il suo racconto dimostrando grande professionalità e, soprattutto, riuscendo a non darla vinta a chi, attraverso un deprecabile revisionismo storico, vuole zittire chi, invece, si batte per mantenere viva la memoria.

Chi è Marco Botti 
Marco Botti

Marco Botti è nato ad Arezzo, città dove vive e lavora. È giornalista culturale, addetto stampa e curatore di mostre ed eventi in tutta Italia. La sua attività è rivolta principalmente, fin dall’inizio della carriera, al mondo delle arti visive. I suoi articoli sono apparsi su siti, quotidiani, periodici, riviste e libri del settore. Collabora con varie case editrici per i testi, le critiche e le prefazioni di guide, cataloghi e volumi d’arte contemporanea.

Dal 2004 al 2008 ha scritto per Arezzo (Edizioni Fruska), svolgendo anche il ruolo di caporedattore delle pagine culturali. Dal 2009 al 2014 è stato vicedirettore del Settimanale di Arezzo (Edizioni Giorgio Vasari). Ha curato per Atlantide Adv il progetto I Segreti di Arezzo, rivolto alla valorizzazione del territorio aretino, dal quale hanno preso spunto anche i suoi percorsi Tanti passi per star bene, promossi da anni da Unicoop Firenze. Per WF Edizioni ha curato i testi dell’antologia Umbria Contemporary Art e co-curato quelli di Tuscany Contemporary Art vol. 2 e Tuscany Contemporary Photography vol. 1. È autore del volume Artuscany. Artisti in Toscana, edito da Bandecchi e Vivaldi. Per Edizioni Cartaria Aretina ha collaborato ai libri I sette colli della conca di Arezzo, Zibaldone Aretino 2 e La vita etrusco-romana in terra d’Arezzo. Per Icona Editore ha contribuito alla nuova guida di Arezzo. Per Editoriale Giorgio Mondadori ha collaborato al libro L’arte in cucina vol. 4.

Per Arezzo Notizie cura la rubrica settimanale Arezzo da amare. Fa parte della redazione del trimestrale Up Magazine (Atlantide Adv), per il quale cura le sezioni Up Luoghi e Up Curiosità. È tra i fondatori dell’associazione culturale AltreMenti per la promozione delle arti.

Marco Botti

 

 

Christian Bigiarini - Direttore Responsabile
Christian Bigiarini - Direttore Responsabile
Christian Bigiarini è nato a Roma nel 1971, ma scrive a Ponte a Poppi, in Casentino, dove vive. Sposato con Veronica, babbo di Umberto, direttore del periodico Casentinopiù dal 2013, è anche “scrittore”, giornalista, tabaccaio, “ciclista”, "padelista" e “tennista”: quasi tutto rigorosamente tra virgolette.

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