Mensa scolastica: il nuovo corso che punta su educazione, qualità e salute

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Francesca Nassini, Assessora - Bibbiena

Si riparte con una nuova stagione per la mensa scolastica. Un momento importante per il territorio poiché il percorso riguarda i bambini di ben cinque istituti e la loro salute.

Il bando è stato indetto lo scorso Settembre con un capitolato molto complesso che ha puntato tutto sull’educazione alimentare, la qualità degli alimenti e una maggiore interazione con i genitori attraverso il comitato mensa.

Lo stesso capitolato da Gennaio 2020 a Dicembre 2021 e’ stata tarato su 170 mila pasti.  Le scuole coinvolte sono cinque ( Scuola Infanzia di Partina, Scuola Infanzia di Soci, Scuola Infanzia Bibbiena Stazione, Scuola primaria Bibbiena, Scuola primaria di Soci) per 116.280 pasti complessivi, 351 giornalieri.

Il nuovo gestore interverrà con un significativo investimento, sui refettori. In particolare verrà curata l’insonorizzazione, verranno sostituiti tavoli e sedie e verranno realizzate alcune migliorie. Inoltre lo stesso gestore darà ai genitori la possibilità, attraverso l’utilizzo di una App appositamente dedicata, di controllare giorno per giorno il menù studiato con la nutrizionista e che verrà servito ai bambini.

L’informatizzazione riguarda già da tempo anche il pagamento delle rette. A questo da oggi si aggiunge con la App la possibilità di effettuare, in qualsiasi momento, i controlli sul servizio effettuato.

Un altro strumento operativo di cui potranno beneficiare i genitori è proprio il comitato mensa che ha sempre funzionato molto bene e che continuerà ad avere un ruolo di primo piano in fase di controllo diretto sul servizio offerto.

Ma il nuovo corso sarà soprattutto incentrato sull’educazione alimentare. Di questo ne parla l’Assessora competente Francesca Nassini: “La mensa deve diventare un momento educativo. Non può e non deve essere solo un momento di passaggio. Su questo abbiamo puntato tutto e per un semplice motivo. Il cibo è vita, il cibo è comunicazione, il cibo è innanzitutto cibo dell’anima. Ma è anche percorso perché mangiando di quel cibo noi dobbiamo conoscerne il percorso. Su questo amministrazione, gestore, comitato mensa ed educatori sono tutti d’accordo. Non possiamo più rimandare questa piccola rivoluzione perché conoscere il cibo significa rispettare il lavoro di chi lo produce, ma al tempo stesso pretendere che lo stesso venga fatto rispettando l’ambiente e quindi la salute delle persone. Siamo ciò che mangiamo  e non solo in termini fisici. Per questo motivo abbiamo convenuto che tutto dovrà partire proprio riappropriandoci di un momento conviviale, quindi molto gioioso, per educare al bello della tavola, con tutto ciò che questo implica in termini culturali e sociali. Verranno così organizzati momenti educativi rivolti in primo luogo ai genitori e quindi a genitori  e figli insieme. Saranno gli stessi bambini a preparare ai loro genitori dei piatti in un’ottica di educazione peer-to-peer in più direzioni”. 

C. Stampa

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