Un appello ai sindaci: “Riattivare subito le attività logopediche e neuropsicomotorie”

Nei giorni scorsi, sia pur con scarso successo, avevamo fatto un accorato appello ai sindaci casentinesi affinché si attivassero concretamente e per tempo per individuare ogni e possibile iniziativa a sostegno degli operatori economici onde poter fronteggiare le enormi difficoltà che l’emergenza coronavirus sta provocando anche nella nostra vallata.
Ciò non di meno in questi giorni sta emergendo un altro problema di vitale importanza per molte famiglie, non solo casentinesi, che oltre a dover affrontare i quotidiani problemi imposti dalla “quarantena” generalizzata, si trovano a fare i conti con la sospensione di alcune attività medico-specialistiche che riguardano i propri figli.
Mi riferisco in particolar modo a quelle attività di riabilitazione logopediche e neuropsicomotorie che spesso hanno bisogno di un lungo percorso terapeutico, che non possono proficuamente essere svolte “a distanza” e che hanno bisogno della presenza interattiva dell’operatore sanitario specializzato.
Percorsi di riabilitazione psicologica, di logopedia e di psicomotricità che riguardano molto spesso soggetti in età evolutiva e che necessitano di attività costanti e continuative per non perdere e vanificare i risultati raggiunti.
La completa e così lunga sospensione di tutte queste attività terapeutiche soprattutto per quei soggetti rientranti nel così detto “spettro autistico”, rischia di provocare importanti e duraturi danni che potrebbero riverberarsi negativamente nel tempo oltre che sui soggetti stessi, sulle famiglie e sull’intera collettività. Penso ad esempio alle maggiori difficoltà legate ai percorsi di inserimento scolastico ed altro.
Lo diciamo ora soprattutto in virtù del fatto che, passato oramai più di un mese dal “lockdown” generale, alcuni passi avanti nella prevenzione della diffusione del coronavirus sono stati fatti e gli strumenti e le metodiche per poter consentire la pronta riattivazione del servizio possono essere immediatamente messe in campo.
Per questo riteniamo necessario che la Regione provveda a sottoporre gli operatori sanitari che svolgevano questo servizio e i loro pazienti a quei test sierologici che uniti al tampone orofaringeo permetterebbero di dare quelle indicazioni necessarie per riattivare il servizio.
In questo modo si potrebbe immediatamente capire se gli operatori sanitari possono o meno trasmettere il virus ai pazienti o viceversa e in caso di negatività di entrambi il servizio potrebbe riprendere in tutta sicurezza.
Fare subito questi “semplici” esami al personale sanitario e ai pazienti a cui è stato sospeso il percorso terapeutico, permetterebbe di riattivare queste essenziali attività soprattutto per quei bambini il cui futuro dipende anche dal modo e dalle forme con le quali oggi li aiutiamo nella loro delicatissima fase evolutiva di crescita.
E’ per questo che facciamo un accorato e forte appello ai Sindaci, al Presidente della Provincia, ai consiglieri regionali affinché spingano gli organi competenti, nel più breve tempo possibile e con le necessarie cautele, a riattivare questo essenziale servizio che rientra a pieno titolo nel “LEA” (livelli essenziali di assistenza).

Cittadini in movimento
Il capogruppo David Marri

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