Il viso di una notte
Tutto precipitava e faceva paura,
quella paura di non arrivare in tempo,
di non afferrare qualcosa.
Il cuore batteva fin nella gola,
nelle tempie, facendo vibrare l’intera anima.
Mentre scendevo le scale,
la paura tangibile di non farcela,
e la speranza che si affacciava ogni pochino,
con l’intento di tenermi in piedi.
Poi, fuori c’eri tu.
Il tuo viso, mentre ti toglievi il pastrano che ti proteggeva,
la maschera e la visiera, utili al caso.
Eri stanca e arrabbiata con l’ennesimo dolore,
mentre il tuo viso veniva fuori pian piano
e io per istinto, ti ho chiesto se eri tu.
Non so il perché sia successo,
forse il disperato bisogno di averti lì…
con me, quella sera!
A Tania… grazie