Voci dal Casentino: Beatrice Buffoni, maestra di ballo ai tempi del Covid

Avere “l’Argento vivo” addosso: quattro chiacchiere con Beatrice Buffoni, maestra di ballo.

Conosco Beatrice ormai da una bella fettina di tempo, quel che basta per definirla una persona “cara”. Beatrice fa parte di una di quelle categorie che si sono dovute fermare a causa delle restrizioni per Covid 19, e proprio ciò, ci ha dato il là a scrivere qualcosa a questo proposito, a far sentir la sua voce, che solitamente possiede un tono stridulo e alto, ma che invece questa volta ha tenuto lieve e profondo.

-E’ stato un anno fermo e molto triste per tutti – racconta Beatrice. – Purtroppo siamo nel bel mezzo di una pandemia, che solo a citarne il nome mette paura. Dicevo che è un periodo strano, direi “sottotono” e anche a livello lavorativo procura non poco dolore. Io personalmente faccio parte di quelle categorie che, pur essendo in regola, non hanno diritto a percepire nessun aiuto dallo stato, in poche parole a noi non viene riconosciuto niente purtroppo, e questo va a sommarsi a tutto il resto. Psicologicamente devo dire che è dura perché il nostro lavoro ci permette di stare sempre abbastanza su di giri, con sottofondo musicale e gente colorata che ha bisogno di svagarsi un pochino, per cui solitamente siamo in mezzo alla positività, in quei momenti che, se anche una persona è giù di morale tira fuori il meglio di sé.

Per me ballare è uno stile di vita, – continua Beatrice – in verità penso che ogni cosa dovrebbe ballare ed essere viva, infatti ciò che amo infondere in coloro che scelgono di ballare con me, è proprio qualcosa di positivo, di vivace e giocoso. Per me veder gioire gli altri ballando, è una cosa molto importante, una sorta di scopo preciso, che più o meno vuol dire questo: distogliere qualcuno dai suoi momenti pesanti.

Nei confronti di coloro che ballano con me, mi sento una sorta di giullare che li aiuta un pochino facendogli respirare spensieratezza e gioia, e quella stessa gioia che colgo nei volti dei miei ballerini mentre si esprimono ballando, è la mia forza, ed è proprio quella forza lì che mi aiuta a non arrendermi, anche se questo è insito nel mio carattere, ma la positività degli altri mi ritorna indietro, dandomi energia. Poi c’è Andrea, mio marito che è contento di darmi una mano, ed è sempre con me.

Argento vivo è una sorta di rete invisibile che ci lega tutti in un’unica voglia, che è quella di stare insieme, di far gruppo ballando e di stordirci un pochino, inteso nel senso più sano del termine, lasciando così per un paio di ore, tutte le varie problematiche che la vita propone, dentro le mura di ogni casa.

Questo mio gruppo di ballo ci dà anche l’opportunità di incontrarci anche al di fuori delle lezioni o di qualche serata, insieme creiamo cene di cui il ricavato va a qualche associazione, oppure andiamo a mangiare una pizza per respirarci anche al di fuori del ballo, tutto questo in tempi normali s’intende.

Ciò che più mi dispiace è che quando siamo stati costretti a chiudere, ormai un anno fa, io e Andrea ci eravamo accorti che stavano tornando anche vecchi ballerini, che per varie problematiche, quelle che la vita a volte regala, si erano allontanati. Ma sono e resto positiva, e quindi certa che prima o poi ritorneremo a divertirci insieme nelle piazze e nelle sale, proprio come un tempo, perché “Argento vivo”, ha l’argento vivo nel sangue.

Comunque, ho anche un sogno nel cassetto, un sogno che cercherò di mettere in atto appena sarà rientrato tutto quanto il problema del Covid 19, ed è quello di fare una festa grande includendo più gruppi, e lo farò sicuramente, perché in fondo siamo tutti amanti del ballo, della musica e dello spettacolo in genere. Questo è davvero un sogno che mi piacerebbe molto far diventare realtà.

“Argento vivo” – continua Beatrice – non è solamente ballo, ma vivere la gente, respirarla, conoscerla e volergli bene. Io sono una persona positiva e per me voler bene sta sempre al primo posto, e poi se esistiamo come corpo di ballo è grazie a tutta quella gente che ci apprezza come persone, che scelgono la nostra musica, i miei passi, ed è insieme a loro che esistiamo, ma soprattutto “Argento vivo” è Andrea, senza il quale io non potrei fare niente, perché ho bisogno del suo “sprono” per andare avanti, come insegante di ballo, come ballerina, ma soprattutto come donna e moglie.

Grazie di questa opportunità! –

Lo avevo accennato all’inizio, “la Bea” è così, vivace, confusionaria anche nell’esprimersi, ma non lo è affatto coi sentimenti che per lei hanno un valore essenziale, anzi, a dire il vero, per lei sono sempre al primo posto nella vita! Io, da parte mia spero di vederla ancora a tener viva qualche piazza, con la sua gente, con la sua musica, ma soprattutto con il suo “Argento vivo” addosso!

Forza Beatrice che tutto tornerà come prima e la voglia di ballare e stare insieme sarà ancor più necessaria!

 

 

 

Marina Martinelli
Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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