“Voci dal Casentino”: Cinzia Zulato e il suo “Perché Sanremo è Sanremo”

 

Era tanto tempo che non si sentiva parlare di “Quinte fra le note”, associazione di cultura e spettacolo tutta casentinese, dove un sostanzioso gruppo di ragazzi si esibisce in serate musicali, musical e teatro in genere.

Il periodo di fermo ci ha vietato anche loro, rendendo impossibili le loro esibizioni. Per questa estate però, Cinzia Zulato, attivissima regista del gruppo, ha pensato bene di mettere insieme uno spettacolo fresco e frizzante dal nome di: “Perché Sanremo è Sanremo”, spettacolo che ci ha fatto divertire oltre che ascoltare buona musica e bellissime voci tutte nostre, al fresco di ben tre paesi della nostra vallata, che li hanno ospitati calorosamente.

Ho rivolto a Cinzia alcune semplici domande per capire meglio cosa è successo nel loro mondo dello spettacolo, e soprattutto cosa succederà prossimamente.

Ci sono state ben tre serate di: “Perché Sanremo è Sanremo”, svolte in tre paesi diversi. Immagino che la soddisfazione sia stata tanta.

Beh, ritrovarsi in mezzo al pubblico è stato emozionante, dopo tanti mesi di blocco. Certo, eravamo abituati a grandi folle, ma le piazze ora come ora non possono più essere gremite, soprattutto per una questione di sicurezza, per cui l’impatto è stato strano, ma immensamente piacevole. Il nostro pubblico però ci segue, e a noi questo serve tantissimo.

I ragazzi mi sono sembrati belli, pronti e molto stimolati, il fermo del Covid 19 non li ha per niente arrugginiti…

I ragazzi sono straordinari e lo hanno sempre dimostrato, Covid o non Covid, certo, non sono mancate le difficoltà, ma alla fine abbiamo portato a casa tre serate importanti, che hanno fatto sorridere e ascoltare buona musica in ben tre paesi del nostro Casentino. C’era una voglia pazza di ricominciare…

Quale era il tuo stato d’animo durante la preparazione, e durante la diretta degli spettacoli?

Uno stato d’animo controverso, con tanta voglia di ricominciare ma con altrettanta preoccupazione. Mi premeva la sicurezza del pubblico, ma anche la nostra, per cui abbiamo dovuto mettere a segno tante attenzioni. La preoccupazione più grande era rivolta soprattutto nei confronti di Riccardino che stava dietro le quinte in mezzo ai grandi. Riccardino, il nostro presentatore più piccolo, che ha tenuto alti gli animi di tutte e tre le serate. Per la prima volta mi sono cimentata in uno spettacolo estivo e con pochissime prove a disposizione, ma i ragazzi sono stati straordinari e ce l’abbiamo fatta.

Ho trovato questa di Sanremo una chiave estremamente giocosa, i ragazzi largamente migliorati, forse tu, un pochino sottotono?

La giocosità era proprio la chiave dello spettacolo, anche se non volevamo apparire tropo leggeri, e Riccardo con la sua freschezza di bimbo di soli 6 anni, adattissimo a stare sul palcoscenico, ce l’ha fornita alla grande. I ragazzi peraltro sono molto cresciuti, sia vocalmente, musicalmente, ma anche visivamente. Io sottotono? No dai, loro mi tolgono sempre dal sottotono!

Il gruppo di quinte fra le note ti è apparso sfaldato, o ancora hai colto grinta e affiatamento fra di loro?

Il nostro gruppo è sempre molto unito, certo ognuno di noi ha vissuto un periodo strano, alquanto storto, ognuno in maniera diversa, talvolta dolorosa, ma quella leggerezza di cui siamo forniti abbiamo sempre voglia di trasmetterla. Avevamo tutti tanta voglia di trovarci davanti al nostro pubblico e ci siamo riusciti, finalmente.

Il non avere più la vostra sede, vi ha destabilizzato un pochino immagino, in poche parole essere senza una casa, cosa ha comportato nel gruppo?

Due anni fa durante il musical di “Giulietta e Romeo” ho detto: Ci hanno spento il sole, adesso non abbiamo più un punto di riferimento, e non essendo una professionista, almeno non facendolo di lavoro, non riesco a vedere uno spettacolo in un palco non nostro. Per ora “il sole” è diventato il nostro pubblico, sono le persone che ci cercano, che ci seguono e ci applaudono.

Altri progetti?

Non è facile avere progetti in questo periodo. Sanremo era strutturato all’aperto, con tanta attenzione a pericolo zero. Un musical è difficile da portare avanti con le distanze, come facciamo a mantenerle? Comunque di sogni ne abbiamo, per quelli non serve nessuna distanza. Mi piacerebbe proporre nuovamente: “I promessi sposi”, questo sì!

Questa chiacchierata con Cinzia Zulato mi ha dato la misura di quanto manchino “le serate” a chi fa serate, questa gente vibra dalla voglia di proporre e proporsi, per loro calpestare un palcoscenico rappresenta una parte essenziale della vita. E allora speriamo che presto possiamo togliere le briglie a questi cavalli, e che liberamente possano tornare a correre su tutti i palcoscenici del mondo!

Grazie Cinzia, a presto!

Marina Martinelli
Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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