Voci dal Casentino: Nicola Fani, quando il tennis diventa uno stile di vita

Conoscere Nicola personalmente mi ha dato la misura di quanto i giovani siano sani e belli, almeno quelli che come lui, hanno un’idea di vita sobria e tranquilla, senza chiedere o sperare costantemente chissà che cosa dai giorni. È arrivato con la sua compagna Ester, che discretamente si è fatta da parte, lasciando a noi, tutto lo spazio per l’intervista, nonostante l’avessimo invitata ad avvicinarsi al tavolo del giardino, ma lei era partita per la sua “tangenziale” e mi ha lasciato conoscere Nicola senza alcuna interferenza.

Nicola Fani è un giovane uomo casentinese che nutre una grande passione fin da quando era piccolo, da quando i pantaloncini gli stavano larghi sulle gambe all’età più o meno di sette anni, età in cui già aveva deciso, in maniera del tutto autonoma, (senza costrizioni) di abbracciare la realtà del tennis.

-Per me è una vera e propria passione, qualcosa che viene da molto lontano e che mi ha riempito davvero tantissime giornate, dandomi talvolta anche grosse soddisfazioni. Devo dire che l’amore che nutro per il tennis non mi fa sentire neanche troppo i sacrifici, che sono utili e indispensabili a migliorare e a migliorarmi tecnicamente. Ammetto che fare delle partite e perdere sia assolutamente fisiologico, che ci possa stare, ma non ho mai mollato, anche se a volte è stato pesante davvero. L’allenamento è spesso molto duro e le partite lo sono anche di più. Capita di dover giocare sotto il sole, anche con 40° e con la tensione che riscalda molto più del sole. Ma non mi sono mai smontato, anche se devo riconoscere che l’anno scorso col Covid, avevo perso un pochino di “smalto”, ma Ester, la mia ragazza ha capito che qualcosa si stava come spegnendo in me, per cui non mi ha dato pace fino a che non mi sono iscritto ad alcuni tornei.

Prima delle partite l’adrenalina è sempre piuttosto spiccata, ma è una condizione normale, altrimenti non avrebbe neanche senso. A livello locale ad agosto c’è stato un torneo di 3° categoria organizzato dalla “Campaldino Tennis” dove eravamo circa una cinquantina di atleti a parteciparvi, tutti agonisti, provenienti dalle province toscane. Ammetto che speravo tanto di vincere, ma non me lo aspettavo, per cui, ne sono stato felice, in primis per me, ma anche per la “Campaldino Tennis”, che è diventata più o meno, la mia casa.

Devo dire che nel corso degli anni le mie vittorie nei vari tornei, sono discretamente aumentate, in particolare l’anno scorso ho vinto 5 tornei di 3° categoria, tra cui quello al circolo “Wild Card” di Bologna, dove erano iscritti ben 57 giocatori con classifica uguale o addirittura superiore, o quello al “Tennis Poggetto” di Firenze, dove eravamo ben 136 partecipanti. Con questi risultati sono stato il primo atleta nato e cresciuto in Casentino a superare la soglia del punteggio per salire di classifica e diventare una 2° categoria, e dallo scorso anno, oltre al superamento della soglia di punteggio era necessario rientrare tra i primi 560 d’Italia, ed io sono rimasto fuori di circa 100 posti.

Quest’anno con la squadra della “Campaldino Tennis” siamo riusciti a raggiungere la finale del campionato serie D1 per l’anno prossimo, e staremo a vedere, il gruppo certamente è ben consolidato.

Mi sento di dire che amo il tennis anche perché sostanzialmente è uno sport pacato e anche il pubblico sa essere, come dire; elegante, e quando c’è, il silenzio è addirittura rispettoso, mentre invece l’avversario, non sempre sa perdere purtroppo. Comunque l’obiettivo è di non mollare e quando combino qualcosa di bello in questo mio sport, mi sento bene anche fisicamente.

Quando ci alleniamo, lo facciamo fra noi, molto spesso però con il maestro, e negli ultimi due o tre anni ci siamo allenati davvero tanto. Quello che svolgiamo attualmente è un allenamento fisico “tosto” direi, e lo facciamo in un campo di calcio, assolutamente senza racchetta e per più volte alla settimana.

Devo dire che io ho iniziato per caso; semplicemente un giorno a casa di alcuni amici dei miei genitori, sono imbattuto in una racchetta e mi è piaciuto, anche perché mi piace stare all’aria aperta o comunque in un grande spazio. Nel tempo ho provato a fare di tutto: palla a volo, palla canestro, ma il tennis mi è sempre rimasto dentro, come dire; il tennis è un qualcosa di fisso mentre tutto il resto va!

Molto merito ce l’hanno i miei genitori che fin da piccolo mi hanno accompagnato e sono rimasti in silenzio, portando rispetto a ciò che avevo scelto di fare. Oggi spesso mi accompagna la mia ragazza e anche lei è molto orgogliosa di quello che faccio, per cui devo riconoscere di essere davvero fortunato perché ciò che respiro d’intorno, sono assoluta positività e rispetto. –

Nicola sorride perché prima di mettere la parola fine a questo nostro incontro gli chiedo quale sia il suo livello, quale sia stata la classifica nell’ultimo torneo svolto ad agosto e lui con fare semplice mi ha risposto semplicemente che è arrivato primo e che lui e Matteo Lucci, “Maestro di Tennis”, sono gli unici a possedere questo risultato.

Ora, io non m’intendo assolutamente di tennis, anzi, ammetto che quella volta che ci ho provato mi è bastata a capire quanto fossi negata in materia, ma m’intendo molto di persone, perché sento prima di tutto attraverso la pelle, e vi posso garantire che Nicola Fani, per quanto mi riguarda, lo stesso primato che ha nel tennis lo detiene anche come persona!

Grazie Nicola

 

 

Marina Martinelli
Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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