Casentino, licenziato con un sms: il lavoro ai tempi del Jobs Act!

Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera firmata.
Spett.le Redazione di Casentinopiù, 
sono uno dei 7000 iscritti al centro dell’impiego del Casentino e anche per quest’anno ho cambiato un paio di lavori part time, ma quello che mi è successo questa volta farebbe ridere se non fosse una cosa seria.
Ma andiamo con ordine: lunedì 30 novembre vengo contattato da una agenzia interinale di Arezzo per una settimana di lavoro in una azienda casentinese. Un po’ titubante, in quanto queste televendite telefoniche non mi convincono mai, accetto l’incarico.
Il giorno seguente, 1 dicembre, mi presento puntuale al posto di lavoro. Nella pausa pranzo firmo il mio contratto settimanale e nel pomeriggio riprendo il mio lavoro e vengo avvicinato dal titolare dell’azienda che mi fa un paio di appunti (normale per il primo giorno di lavoro).
Al  termine della giornata il titolare dell’azienda mi chiede il numero di cellulare che io ovviamente lascio. Torno a casa, ceno e nel frattempo mi si scarica il telefono (particolare importantissimo in questa storia). Lo rimetto in carica, ma non lo riaccendo se non la mattina dopo.
E siamo arrivati al 2 dicembre.  Salgo in auto e mi reco a lavoro, mi fermo ad un bar a prendere un caffè e mi accorgo che il titolare di cui sopra mi ha mandato un sms dicendomi che il nostro rapporto di lavoro era già finito, si concludeva lì. Dopo aver fatto una seduta di  training autogeno, decido di andare da chi mi ha chiamato: l’agenzia interinale di Arezzo.
Entro, spiego l’accaduto, e mi fanno notare che è tutto regolare.  Che è facoltà sia mia che dell’azienda risolvere il contratto dopo un giorno,anzi,  anche dopo un’ora. E lo si può fare anche via sms (chissà, forse sarebbe il caso di smetterla con il “basta lavorare e accettiamo tutto”).
Allora vado al sindacato e la risposta è la medesima: è tutto legale si può essere assunti per telefono e licenziati con un sms. Benvenuti nel nuovo mondo del lavoro!
Vedo in tv e sui siti internet rimarcare ogni volta dell’importanza della formazione… ecco con questi sistemi rimarremo sempre gli ultimi in Europa, fortunatamente qualche mosca bianca nel territorio resiste.
Mi vengono in mente gli industriali di Prospettiva Casentino  e qualche altro imprenditore che, infatti, fa accordi con le scuole avendo capito che senza formazione non fai niente… è inutile avere delle Ferrari e piloti incapaci di guidarle e soprattutto, come fanno in molti paesi vicino a noi, bisogna investire sulle risorse umane, solo così otterremo gli obiettivi prefissati: elevata professionalità da spendere in azienda, forza lavoro sempre motivata, ripartire dell’economia.  Perché solo posti veramente stabili creano il presupposto per altri posti stabili con conseguente aumento dei consumi e crescita (lasciano da parte la questione etica che ormai non frega più niente a nessuno).
Sento parlare di lavoro gente che non ha mai lavorato in vita sua. Sono stati dati 3 miliardi di incentivi per le assunzioni ottenendo variazione esigue che non cambiano niente anzi , mi piacerebbe anche sapere dove sono finiti  tutti questi incentivi che  avrebbero dovuto produrre una scossa shock. Non saranno mica finiti nelle mani di quei pseudo imprenditori che hanno fatto saltare decine di banche in questi anni? È sempre un argomento molto intricato quello del lavoro perché ognuno lo vede dal suo punto di vista, ma che si risolva con contratti di questa specie lo ritengo altamente improbabile. Ecco cos’è diventato il lavoro ai tempi del Jobs Act!
Lettera firmata
 
Christian Bigiarini - Direttore Responsabile
Christian Bigiarini - Direttore Responsabile
Christian Bigiarini è nato a Roma nel 1971, ma scrive a Ponte a Poppi, in Casentino, dove vive. Sposato con Veronica, babbo di Umberto, direttore del periodico Casentinopiù dal 2013, è anche “scrittore”, giornalista, tabaccaio, “ciclista”, "padelista" e “tennista”: quasi tutto rigorosamente tra virgolette.

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