Caso Segre in Casentino: tra silenzi e vergogna

Comunicato  stampa Movimento Arturo, Circolo Bibbiena e Poppi. Luca Tafi Giorgio Renzi

Quando abbiamo appreso che il comune di Bibbiena si era rifiutato di dare la cittadinanza onoraria a Liliana Segre (le motivazioni sono peggiori del rifiuto stesso), avevamo pensato alla solita “paraculata” (scusateci il francesismo) da pseudo civici in cerca di originalità. Ma quando abbiamo letto che anche a Castel San Niccolò e a Castelfocognano è successa la stessa cosa, in noi è scattato un allarme. C’è un filo ideologico che lega i tre comuni, guarda caso tutti retti da giunte autodefinitesi “civiche”.

Noi in tempi non sospetti abbiano contestato il cosiddetto civismo, strumento per abbindolare la gente con finto apartitismo e apoliticismo (che non può esistere). Abbiamo sempre sostenuto che non può esistere un civismo privo di valori. Perché se è privo di valori è “uomo qualunque” e il qualunquismo è sempre stata l’anticamera dei regimi autoritari.
E noi oggi, da cittadini italiani, da casentinesi che credono nei valori della Costituzione, ci sentiamo imbarazzati e un po’ ci vergogniamo dei nostri sindaci.
La vicenda dimostra ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che il civismo casentinese è una forma strisciante di qualunquismo a sostegno delle peggiori destre. E’ un tradimento dei valori della costituzione repubblicana. Ed è ancora più ridicolo sostenere che la cittadinanza onoraria sarebbe una strumentalizzazione politica. Con che coraggio si può esprimere solidarietà a Liliana Segre, invitarla ad incontrare le scuole, se non le si riconosce la dignità di essere nostra cittadina onoraria?
E cosa senso ha chiedere di “ attivarsi presso il Presidente della Giunta Regionale Toscana e presso il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana “ affinché alla Senatrice Liliana Segre sia concesso il massimo, più autorevole e unanime riconoscimento alla persona e ai valori che essa rappresenta da parte di tutta la gente Toscana”, poi negarle la cittadinanza onoraria? In poche parole si chiede alla Regione Toscana di fare quello che non si ha il coraggio di fare noi!
Questo atteggiamento, in particolare della giunta Vagnoli di Bibbiena, è segno di cattiva coscienza. Ma è anche segno che si tratta di una giunta eterodiretta. Con buona pace di chi credeva che Vagnoli sarebbe stato addirittura di idee di sinistra, o, comunque, vicino al PD.
Oppure che senso ha citare la Segre, come fa il gruppo di maggioranza di Castelfocognano  “ La cittadinanza onoraria non è un fatto passeggero che si può prestare a strumentalizzazioni ma un riconoscimento profondo, un abbraccio ideale tra la città stessa e chi la riceve” , e poi utilizzare questa affermazione per negare la cittadinanza onoraria? Evidentemente a Rassina non concepiscono e non sentono l’abbraccio ideale tra il loro paese e la Segre.
Oggi la vicenda Segre, al di là della gravità del fatto in sé, del tradimento dei valori costituzionali, svela la realtà delle cosiddette liste civiche: uno strumento di supporto alle dilaganti idee della più becera destra che l’Italia abbia visto dal dopoguerra ad oggi. E questo proprio nel momento in cui polizia e magistratura stanno scoprendo ogni giorno cellule di neofascisti e neonazisti , armati, operanti in tutta Italia ed anche nella nostra Toscana.
Questi nostri sindaci, tardivi e pedissequi imitatori del fascioleghismo, ci confermano che le imitazioni sono sempre peggiori degli originali. Almeno il sindaco leghista di Biella si è dato del cretino da solo ed ha cercato di riparare riproponendo la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Ma i nostri sindaci non hanno nemmeno il coraggio e la forza della vergogna e del ravvedimento. Ora smettano di chiamarsi civici ed abbiano almeno il coraggio di dire alla gente che in buona fede li ha votato chi veramente sono.
Avevamo pensato che forse era meglio tacere e silenziare questi fatti, per tutelare la dignità della nostra vallata, che ha vissuto i suoi drammi e le sue stragi nazifasciste (Vallucciole, Partina, Moscaio ecc.ecc). Ma il prendere atto che non si tratta di un fatto isolato ma di una strategia politica ben precisa, proprio per rispetto alle vittime delle stragi, pensiamo che non si possa tacere.
Vorremmo dire, utilizzando un linguaggio di moda in questi giorni, che le sardine non abboccano. Ma vorremmo evitare che anche gnozzi e trote siano attratti dall’amo del neofascismo strisciante (checché ne dica Vespa, per il quale, bontà sua, il fascismo non può tornare), ammantato da civismo. Che purtroppo è già tra di noi. Prima ce ne rendiamo conto e meglio sarà.,
Ma a questi signori sindaci che hanno dimostrato mancanza di cultura democratica e di sensibilità istituzionale, facciamo una supplica: ci risparmino la beffa di partecipare alle celebrazioni degli anniversari della Liberazione .Non offendete ulteriormente chi ha dato la vita per permettervi di indossare quella fascia tricolore. Ci penseranno i cittadini da soli a ricordare le vittime delle stragi ed i martiri della Resistenza.
Anni fa ai tempi della prima giunta Bernardini, quando venne Borghezio a Bibbiena ad inaugurare la sede della Lega parlammo di Borghezi inconsapevoli che sono tra di noi. Oggi, alla luce del caso Segre, potremmo dire che in Casentino ci sono neofascisti a loro insaputa. Per chi ha voluto vedere il nero fiume carsico che da un po’ di anni ha continuato a scorrere, l’attuale onda nerastra non dovrebbe essere una imprevista sorpresa, una apparizione improvvisa!

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