Il 29 aprile ricorre la festa liturgica di Santa Caterina, di Jacopo di Benincasa, nata a Siena il 25 marzo 1347 e morta a Roma il 29 aprile 1380; i suoi resti mortali sono conservati nella basilica di Santa Maria Sopra Minerva. Nel 1461 il senese Pio II ( Enea Silvio Piccolomini) la proclamò santa. Nel 1866, Pio IX la dichiarò copatrona di Roma; nel 1939 Pio XII patrona d’Italia insieme a san Francesco d’Assisi; nel 1970 Paolo VI la dichiarò Dottore della Chiesa universale e infine Giovanni Paolo II, nel 1999, copatrona d’Europa insieme a santa Brigida e a santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein). Nelle opere d’arte Santa Caterina viene raffigurata con vesti dell’Ordine domenicano, veste bianca mantata di nero; gli attributi sono il giglio, la corona di spine, le stimmate, un libro e una penna che ricordano la sua sapienza e la sua attività di scrittrice e teologa; talvolta è raffigurata nel momento del matrimonio mistico con Gesù o con un cuore in mano. Nei dipinti della Madonna del Rosario, spesso troviamo la santa raffigurata insieme a San Domenico: questo perché si tramanda che San Domenico a Tolosa nel 1212, quando dilagava l’eresia degli Albigesi, chiese alla Madonna una preghiera capace di vincere il male e la Vergine gli apparve donandogli una corona di centocinquanta rose intercalate da 15 gigli; la presenza della santa senese si giustifica come fedele discepola di San Domenico che le apparve due volte visione così come narra il Beato Raimondo da Capua confessore e primo biografo di Caterina (Beato Raimondo da Capua, Santa Caterina da Siena, Legenda Maior). Anche in Casentino, soprattutto dopo la Bolla del 17 settembre 1569 di papa Pio V domenicano, detto primo Papa del Rosario, e dopo il 1572 anno della Vittoria dei cristiani contro i turchi a Lepanto e la conseguente istituzione della festa liturgica a memoria di tale evento, nonché dopo la Bolla di Gregorio XIII che stabiliva la festa solenne del Rosario inserendola nel calendario liturgico, le Confraternite del Rosario si diffusero moltissimo e anche gli altari dedicati e arredati con dipinti che raffiguravano il tema della Madonna del Rosario. Come già specificato si deve soprattutto all’Ordine dei Domenicani la diffusione di tale pratica devozionale e la nascita di molti altari dedicati e di Compagnie del Rosario. Nella Chiesa di San Niccolò a Talla sull’altare laterale di destra, dedicato alla Compagnia del Santo Rosario, è conservata una tela che raffigura la Madonna del Rosario tra santi attribuita al pittore Tommaso di Alfonso Gorini (doc. a Firenze dal 1635 al 1666) documentato nei Registri dell’Accademia Fiorentina del Disegno dal 1635 al 1662. Pittore modesto di cui non si conoscono gli estremi cronologici e l’ambiente di formazione ma che risente della lezione pittorica di Giovanni Martinelli, il Gorini, pittore di non eccelsa qualità artistica, risulta divulgatore aggiornato sulle novità pittoriche fiorentine e in grado di rispondere alle richieste di carattere devozionale che gli provenivano dal mondo ecclesiastico e dalle Compagnie religiose. Una caratteristica della sua pittura, presente anche in questo dipinto, è il carattere un po’ sfaldato della materia pittorica. Nel dipinto che presenta la caratteristica materia pittorica sfaldata, tipica del pittore, i santi domenicani Caterina e Domenico che ricevono la corona del rosario dalle mani della Madonna e di Bambino Gesù, non sono raffigurati in primo piano ma dietro la Maddalena e il vescovo aretino Donato. Sullo sfondo si arrampicano due piante di rose tra le quali sono collocati i quindici tondi con i misteri del Rosario e due vivaci angioletti. Il motivo del roseto oltre ad essere legato al rosario, rimanda alle Madonne del Roseto d’epoca medievale che ebbero tanta fortuna nel clima tardogotico ove alludevano all’Hortus conclusus. La Madonna è raffigurata con il Bambino sulle nubi che quasi poggiano sulla mensa di un altare sul cui paliotto, fra volute è il calice con l’ostia simbolo eucaristico. L’opera è databile dopo il 1645, anno nel quale dai documenti risultano approvati i capitoli della Compagnia del S.S. Sacramento abbinata a quella del S.S. Rosario.
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