Se n’è parlato poco. Non molti sapevano che alcune riprese del film di Andrej Konchalovsky saranno effettuate nel Castello dei Conti Guidi di Poppi. O meglio, non ne è stato dato il giusto risalto. E invece sì, la troupe cinematografica del famoso regista russo girerà alcune scene del lungometraggio su Michelangelo, “Il peccato. Una visione”, nella Sala del camino e nel Salone delle feste del castello casentinese. La prima per le ambientazioni quotidiane e familiari, la seconda per le scene di rappresentanza. Il momento è particolarmente rilevante per la vallata, tanto che, in questi giorni, si sono mosse diverse figure locali a sottolineare l’importanza dell’evento. Una delle prime avvisaglie parte da una notizia del Comune di Poppi che annunciava delle non ben precisate chiusure del Castello per il mese di ottobre. A chiarire questa faccenda, interviene Roberto Salvi (addetto al servizio bibliotecario del comune) che afferma: «non abbiamo certezza delle giornate in cui Konchalovsky arriverà con la sua équipe. A parte i giorni 19 e 20 ottobre, già concordati, sappiamo solo che hanno richiesto la possibilità di poter utilizzare gli spazi chiusi del Castello qualora le condizioni atmosferiche rendessero difficili le riprese all’aperto». Ecco dunque il motivo dell’avviso. «Sul film in sé – continua Salvi – c’è grande attesa. Per il Casentino è un segnale importante. La regia è famosa a livello internazionale e potrebbe dare un forte risalto al territorio».
Su questa vicenda, fa capolino anche Enrico Lettig, consigliere comunale di minoranza della lista civica “Poppi libera”, solitamente attento a questo tipo di tematiche. Nel suo post su Facebook riporta: «sarebbe doveroso che, un appuntamento tanto significativo, fosse preparato e vissuto, attraverso [l’impatto mediatico di] una così prestigiosa pellicola, come una proficua occasione di promozione» delle nostre bellezze artistiche. Sulla scia dell’episodio, Lettig ci tiene inoltre a sottolineare che il personaggio principale della sceneggiatura, Michelangelo Buonarroti, ha avuto un significativo legame con la zona aretina. Se non per il luogo di nascita (Caprese… Michelangelo, per l’appunto), sicuramente anche per le vicissitudini che hanno visto una sua pregevole scultura, la “Testa di fauno”, sparire dai sotterranei del Castello poppese per mano nazista durante la guerra. Avvenimento sul quale sarà organizzata anche una conferenza da parte dell’Accademia casentinese per ripercorrerne la storia.
Elogi e polemiche a parte, dunque, la situazione ha suscitato il giusto fermento. Aspettando, intanto, telecamere e riflettori del noto regista, ad Arezzo, le prime videoriprese sono già cominciate.