Il sindaco Nicolò Caleri “torchiato” da dieci giovani studenti

Nell’ambito del “progetto di alternanza scuola-lavoro”, dieci ragazzi della classe 4°A del liceo scientifico di Poppi hanno intervistato il sindaco del comune di Pratovecchio Stia parlando di sanità, scuola, sicurezza, giovani, occupazione e di alcuni argomenti caldi come la molto discussa discoteca del Palagio a Stia.

Sindaco Caleri, ormai lei è il primo cittadino di Pratovecchio Stia da circa 3 anni. Se la sente di fare un piccolo bilancio di questa sua esperienza?
Il bilancio è senza dubbio positivo, poiché ci è stato possibile fare una programmazione triennale degli interventi sul territorio grazie alla maggiore quantità di fondi destinataci dallo Stato e dalla Regione in seguito alla fusione dei comuni. È molto soddisfacente, dopo due anni, vedere i primi risultati del lavoro che abbiamo fatto, nonostante i tempi nell’ambito della pubblica amministrazione siano molto lunghi.

E in base alla sua esperienza, pensa di ricandidarsi per un secondo mandato?
Al momento è certamente presente questa volontà, soprattutto per vedere se i cittadini hanno apprezzato il mio lavoro; tornare alle urne è l’unico modo per capirlo. Mi sembra giusto perché inizialmente non avevo alcuna intenzione di diventare sindaco, mentre in questo modo posso capire se è meglio proseguire in questo percorso o se ero più adatto per la mia precedente attività.

Ci sono alcuni comuni del Casentino che stanno tentando la via delle fusioni (in realtà con un po’ di confusione), lei che è il primo sindaco casentinese di due comuni fusi insieme che consiglio darebbe loro e, soprattutto, pensa che quella delle fusioni sia la strada giusta da percorrere?
Sì, assolutamente. Sicuramente quello di PratovecchioStia è un caso particolare: siamo fortunati perché le due realtà erano già compenetrate tra di loro, coloro che non ci vivono probabilmente nemmeno sanno dove finisce l’uno e comincia l’altro. Già da molti anni, servizi come la scuola sono in condivisione e, nonostante le differenze sociologiche, il fatto di essere una popolazione unica ha aiutato il processo di fusione. Il vantaggio è duplice: da un lato la creazione di un’unica comunità e dall’altro il fattore economico. Infatti, vedendo le difficoltà dei miei colleghi, credo che per molti piccoli comuni sia questa la strada da intraprendere. Purtroppo, per alcune delle unioni che si stanno prospettando oggi, non possiamo parlare di un’unica comunità; l’utilità sarebbe soltanto di tipo amministrativo e i cittadini non sentirebbero l’appartenenza a un territorio così ampio.
Tuttavia, ragionando razionalmente, i benefici ricadrebbero su tutta la popolazione.
Quindi, tornando alla domanda iniziale, le fusioni sono la strada giusta da percorrere, anche se è opportuno valutare caso per caso.

Sappiamo che il comune di Pratovecchio Stia sta investendo molto nella scuola e nella formazione. Ce ne vuole parlare?
Gli investimenti sul settore della scuola sono stati vari: il più grande è sicuramente quello della scuola materna che oltre ad essere collocata in un punto non ideale per quanto riguarda i parcheggi e la sicurezza pedonale, in questo momento ha delle carenze sia dal punto di vista sismico che da quello legale, poiché il terreno su cui è stata costruita non è mai stato acquistato dal comune. È stata quindi presa la decisione di costruire una nuova struttura nella cittadella scolastica attualmente esistente, nonostante il costo piuttosto ingente di circa 1.200.000 euro. Un altro progetto che stiamo tutt’ora realizzando è l’ampliamento della mensa della scuole elementari, a causa della crescente richiesta del tempo pieno da parte delle famiglie.
Accanto a questo, stiamo realizzando un progetto volto alla formazione lavorativa dei giovani: “Officine Capodarno”, un laboratorio di sviluppo per l’imprenditoria montana, con sede nelle vecchie scuole elementari di Stia. Questa iniziativa ha lo scopo di contrastare il sempre più crescente spopolamento avviando i giovani verso opportunità di lavoro che permettano loro di rimanere nel nostro territorio.

Visti gli ultimi eventi catastrofici che hanno colpito il centro Italia, e preso atto che anche il Casentino è considerato zona a rischio sismico, state facendo qualcosa per l’adeguamento degli edifici pubblici?
Diciamo che fare i controlli e gli eventuali adeguamenti sulle strutture non è una cosa di poco conto, anzi è una delle problematiche maggiori. Nonostante ciò è stato avviata la messa in sicurezza dell’ex Palazzo comunale di Stia e dovrebbero iniziare i lavori per quella di un palazzo storico di Stia: il vecchio municipio. Inoltre, a causa del continuo cambiamento delle norme sismiche, anche la caserma dei Carabinieri e quella dei Vigili del Fuoco a Pratovecchio, costruita nel 2001, sono sismicamente inadeguate. Una struttura in particolare, che sta facendo molto discutere, è la casa di riposo di Pratovecchio, dove presto verranno fatti degli accertamenti.

Dalla chiusura del “punto nascite” dell’Ospedale del Casentino, si è molto parlato nella nostra valle di sanità. Il Comitato Salute Casentinese vi ha spesso attaccati, a voi sindaci, per la questione della firma dei famigerati “patti territoriali” e per la questione della “chirurgia d’urgenza”. Qual è la sua posizione?
Sulla chiusura del punto nascite ho già espresso la mia opinione, che è comune alla maggior parte dei sindaci. È tutta una questione di sicurezza; in quanto sindaco, nel momento in cui gli operatori di un reparto mi fanno presente di non avere più le condizioni per far nascere un bambino, non posso aspettare la prima tragedia per intervenire. Ciò riguarda soltanto il momento del parto; tutte le altre attività precedenti e successive rimangono a Bibbiena ed è su queste che dobbiamo concentrarci. I Patti territoriali, invece, sono accordi tecnici molto complessi tra la conferenza dei sindaci e la Asl, in cui vengono prese importanti decisioni mirate a potenziare la sanità in Casentino. Ovviamente è fondamentale il ruolo dell’ospedale come presidio di vallata. Per quanto riguarda la chirurgia d’urgenza sono state dette molte falsità nate dalla confusione tra questa e il pronto soccorso: erano nate voci secondo le quali sarebbe stato chiuso il primo gennaio. Tempo fa venne fatto addirittura uno sciopero con raccolta firme per far sì che ciò non accadesse; in realtà, io stesso tenni a precisare sul mio profilo Facebook che queste non erano altro che false voci.

E per i giovani, sia dal punto di vista lavorativo che dal punto di vista “ricreativo”, cosa sta facendo il comune di Pratovecchio-Stia?
Questo è un aspetto che dovreste aiutarmi a capire voi, la fascia di età compresa tra i sedici e i trenta è molto difficile da intercettare. Le idee che possono proporre persone di una certa età come noi spesso risultano poco interessanti ai giovani di oggi, perché da quando lo eravamo noi sono passati venticinque anni e i tempi sono molto cambiati. Proprio per questo cerchiamo di promuovere incontri con chi può farsi venire idee più valide delle nostre, ma purtroppo in pochissimi rispondono alle nostre chiamate. Abbiamo creato un centro in collaborazione col C3 di Bibbiena, di cui a Stia esiste una succursale presso il Palagio, dove abbiamo costruito un’aula studio su iniziativa di un paio di giovani che sono tra i pochissimi ad essersi attivati. L’unica proposta che ci è arrivata, è stata quella di creare uno skate park nella zona da riqualificare dietro le vecchie scuole elementari di Stia (sorride); ci piacerebbe accettare anche idee di altro tipo. Riusciamo ad intervenire con più efficienza sui ragazzi più piccoli che frequentano le nostre scuole, grazie alla mediazione delle scuole stesse.
A Stia ci sono state delle polemiche per quanto riguarda la discoteca estiva del Palagio; in molti si sono lamentati, in particolar modo per l’eccessivo rumore. Qual è la posizione del comune in questo caso? Un suo pensiero personale nelle vesti di genitore?
Il comune ha dato pieno appoggio al progetto GoValley della ProLoco, ponendo comunque dei paletti per evitare che ci siano dei problemi; in ogni caso, restano tra le cinque e le sei serate da giugno a settembre. Da genitore, preferisco che i giovani non abbandonino il territorio; già le opportunità qui sono limitate, è meglio conservare e sfruttare quelle che ci vengono concesse. Ovviamente non è colpa di organizzatori o partecipanti se qualche individuo non rispetta le regole creando disagio. Ma non sono solo gli anziani quelli che hanno rimostranze, infatti ci siamo già trovati d’accordo con la ProLoco su volume della musica e durata dei singoli eventi. Infine, i cittadini sanno bene che siamo costretti a sfruttare il Palagio per l’assenza di altre strutture possibilmente adattabili.

Recentemente abbiamo visto la ristrutturazione della piazza stazione di Pratovecchio, una ristrutturazione che non convince però tutti i cittadini, forse esteticamente migliore, ma meno funzionale, perché questa scelta?
L’opera si inserisce nell’ambito della riqualificazione di tutte le piazze di Pratovecchio (oltre alla stazione anche Piazza Paolo Uccello e Iacopo Landino, conosciute come “Piazza Nova e Vecchia”) Lo scorso anno è stato lanciato un concorso di idee; tramite una giuria tecnica e il voto della popolazione è stato scelto un progetto per ciascuna di esse.
L’intervento attuato deriva da due specifiche considerazione: la sicurezza pedonale, così da creare un percorso che porti alla zona alta del paese (cosa che prima non era possibile) e allargare il marciapiede che porta verso il centro, e la ricettività turistica, puntando molto sull’avvento della ciclopista. Infatti, Regione e LFI hanno concordato l’acquisto di due treni adeguati al trasporto di biciclette, in modo tale da favorire questo tipo di turismo.
Ovviamente, per migliorare l’estetica della piazza è stato necessario ridurre il numero dei parcheggi; per compensare questo, stiamo valutando la possibilità di crearne altri nella zona circostante.

Invece, per conoscerla un po’ meglio, oltre alla politica, quali sono i suoi interessi?
Potrei tenervi qui un’altra ora (ride). La politica è una passione che da sempre coltivavo, ma purtroppo senza mai parteciparvi a livello amministrativo. In compenso ho avuto però la possibilità di praticare molti altri passatempi, di cui uno dei principali è quello che condivido col direttore di questo giornale: quello della carta stampata. Avevo una piccola attività di editoria, sono stato editore di alcuni libri, e devo ammettere che la tipografia è un mondo davvero affascinante. Un’altra mia passione riguarda gli sport: ho giocato molto a pallavolo, beach volley e tennis; ma quella dell’editoria e dei libri in genere rimane senza dubbio la principale.

Nicola Andreini, Alice Ceccarelli, Matteo Cenni, Agnese Ciabatti, Lorenzo Cicali, Erika Puri, Filippo Romagnoli, Ginevra Rossi, Pietro Tommasi, Davide Versari.

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