La giustizia ai tempi del Coronavirus, breve incontro con Piero Melani Graverini

Di Francesco Ceccarelli

PIERO MELANI GRAVERINI è avvocato, iscritto all’ordine degli avvocati di Arezzo e all’albo speciale per patrocinare davanti alle giurisdizioni superiori, le sue competenze investono sia la sfera penale che quella civile. Collabora costantemente con l’avvocatura dello stato in qualità di delegato per il circondario di Arezzo, nonché con vari istituti bancari ed ospedalieri. Ha ricoperto il ruolo di consigliere dell’Ordine degli avvocati di Arezzo dal 1998 prima di diventarne il presidente dal 2008 al 2019, fino a quando è stato eletto come consigliere nel Consiglio Nazionale Forense. Dal 2014 al 2019 ha ricoperto anche il ruolo di presidente della Unione degli Ordini Forensi della Toscana.

Avvocato Melani Graverini, come ha impattato il coronavirus sulla sua professione visto che il contatto con le persone è parte fondamentale del suo lavoro?

Il virus ovviamente ha penalizzato fortemente anche la giustizia. Si è persa la frequentazione nelle aule di giustizia ed anche il rapporto con il cliente . Quando sarà il momento di ripartire, speriamo presto, ci saranno grosse difficoltà. La categoria degli avvocati né risentirà pesantemente, specie per i giovani come è ovvio, ma tutto il nostro pianeta avrà grosse ripercussioni di natura pratica ed economica.

Pensa che potrebbe essere l’occasione per attingere a piene mani alle nuove tecnologie anche per il vostro strategico settore?
In questo periodo si è accentuato l’uso della videoconferenza con un incremento del lavoro da remoto (unico piccolo aspetto positivo della vicenda) che sarà utile per il futuro. Questo è il momento per il salto di qualità definitivo e per far decollare definitivamente la giustizia in versione digitale, certo occorrerà tenere presente di certe situazioni che per ovvi motivi non sono gestibili da remoto o in video.

Come vede quindi gli scenari futuri?
Spero che la nostra professione di avvocati non abbia eccessive penalizzazioni. Temo però che per alcuni colleghi, sarà difficile ripartire. Occorrerà aiutarli con ogni mezzo e le istituzioni si sono già mosse e dovranno farlo in maniera più massiccia.

 

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