Rilevare una piccola bottega di paese per “custodire la montagna”: l’esperienza di Chiara Detti e della sua famiglia

L’Azienda Agricola Chiara Detti è una delle due realtà imprenditoriali di montagna che, in comune a Bibbiena, hanno firmato alla presenza dell’Assessore Daniele Bronchi, i Patti di Comunità previsti dal progetto regionale I Custodi della Montagna.

Per la comunità Chiara e la famiglia hanno in custodia la strada comunale che conduce al paese di Serravalle e il campetto sportivo, molto frequentato dai giovani della vallata soprattutto nel periodo estivo.  L’Assessore Daniele Bronchi ha voluto incontrare Chiara per raccogliere una bella testimonianza di una giovane famiglia che ha deciso non solo di rimanere in montagna, ma anche di investire nel proprio paese aprendo un agriturismo e acquisendo un negozio alimentare polifunzionale e un piccolo bar ristoro.
Chiara non è stata sola in questa avventura, ma ci sono anche Vittorio Cipriani, la figlia Elisa, Michela Martini e Nicola Ceccarelli.

Nel luglio scorso Chiara e il marito decidono di rilevare il bar e il piccolo negozio di generi alimentari del paese che accoglie turisti e avventori sulla piazza principale. Una piccola grande luce in un paese del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi che in inverno conta circa 150 abitanti. Anche in queste mattine fredde il bar e il negozio sono aperti e offrono tepore e presenza in un modo davvero speciale.

Chiara spiega cosa significa tutto questo per lei e la sua famiglia: “Non possiamo dire che è semplice vivere qui, tutto è più difficile e complicato. Ma abbiamo voluto e scelto questo percorso perché non volevamo far morire il nostro paese, quello che ci ha dato i natali, quello che ci offre bellezza. Sono orgogliosa di avere fatto questa scelta che è passione ma anche servizio per la comunità”.

Chiara non ha ripensamenti e spiega con dolcezza mentre al mattino presto, entrano nel negozio alimentare i primi clienti: “Vivere in montagna non è uno scherzo, questo lo sappiamo e ne sono consapevoli tutti coloro che condividono con noi questa scelta. Ma vivere in montagna è la nostra fortuna e la nostra ricchezza che non baratterei per nessuna altra cosa. Mi sento fortunata. I nostri clienti dell’agriturismo che vengono dalle città ci dicono di non poterne più e sono certa di questo”.

Chiara però ha anche un messaggio da dare: “Detto questo devo anche dire che lo Stato non può abbandonarci. Quello che chiedono coloro che vivono in montagna è uno sguardo più concreto nei confronti di noi cittadini di montagna e dei nostri bisogni. Non siamo un museo dove si va a guardare qualcosa, noi siamo un sistema che ha sue caratteristiche e bisogni molto particolari. Se vogliamo che la montagna non muoia sono necessarie misure specifiche, dedicate per questo sistema bellissimo dove l’uomo può ancora vivere a contatto con la natura”.

Chiara ci racconta di un paese che nel fine settimana attira ancora i proprietari delle cosiddette seconde case che passano volentieri qualche tempo lontano dal caso e dal disorientamento cittadino. Chiara e la sua famiglia hanno trovato anche modi nuovi per attrarre turisti ma anche casentinesi preparando ottime merende con prodotti tipici e prelibatezze che solo un piccolo paradiso come Serravalle è ancora in grado di offrire. Con la sua torre di avvistamento, la bellezza dei suoi boschi, il poggio del Tramignone e le sue villette, questo paese dell’area protetta è un gioiello che merita di essere scoperto e riscoperto.

L’Assessore Daniele Bronchi commenta: “Dopo aver accolto Chiara e il marito in comune per la firma ai Patti di Comunità, ho voluto incontrare tutti loro proprio a Serravalle per capire cosa stanno realizzando con questo nuovo progetto imprenditoriale. Devo dire che ne sono rimasto piacevolmente colpito. Ho apprezzato la passione e l’entusiasmo di tutti loro, felici di poter sostenere il proprio paese natale, di continuare ad investirci. Non la chiamiamo però ostinazione, questo è solo amore per questi luoghi. Sono anche felice di aver potuto, come amministratore, aiutare questa azienda di famiglia nel progetto Custodi della Montagna. In fondo le amministrazioni devono sostenere le proprie aziende e i propri cittadini in quello che sanno fare meglio e nei percorsi che poi hanno anche un risvolto sociale come in questo caso. Le aziende dei territori montani devono essere sostenute e aiutate a svolgere al meglio il loro compito di veri e unici custodi della montagna. Se vogliamo contrastare davvero lo spopolamento queste azioni si rendono assolutamente necessarie e ringrazio la Regione che oggi mette a disposizione questa possibilità”.


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