Giovanni e Veronica e la loro attività “alternativa”a Lonnano

“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.”

Per provare a descrivere al meglio la realtà di cui vi sto per raccontare, sono andata sul luogo, e ho fatto bene perché la location rende bene l’idea. A parte che il campo totalmente esposto al sole, confina così tanto col celeste del cielo, che mi ha ricordato la serie telefilm: “La casa nella prateria”, la ricordate? Ebbene sembra di essere proprio lì.

Giovanni e Veronica sono due giovani ragazzi di buona volontà e in quanto tali, si sono inventati un lavoro che facesse la differenza, che non richiedesse chissà quale strumento sofisticato e che li facesse stare il più possibile all’aria aperta, nella totale libertà, anche per crescere il più sanamente possibile il loro meraviglioso bambino. In località Lonnano, nel comune di Pratovecchio  Stia, questi giovani ragazzi hanno fatto nascere l’azienda agricola: “Lombricoltura Casentino”, dove viene prodotto l’humus, che altro non è che un terriccio fertile e pulito. L’idea gli viene data da un professore siciliano che faceva studi per l’università, sempre alla ricerca di trovare un modo per ottenere un fertilizzante del tutto naturale. Sì, perché questo prodotto non necessita di alcun additivo per essere ottimo alla coltivazione, perché se ne ottiene la trasformazione tramite la lavorazione dei lombrichi.

Sostanzialmente il lombrico assorbe le sostanze direttamente dalla pelle, in quanto sprovvisto di denti, e le rilascia trasformate in humus. Ciò che serve per la raccolta di questo oro naturale, altro non sono che delle “lettiere” e Veronica mi racconta con grande energia e sapienza come le hanno predisposte: «Abbiamo utilizzato delle bozze per creare un perimetro che ci permette di fungere da contenitore. Dentro a questo spazio deponiamo dei teli atti a far passare acqua e aria, elementi indispensabili perché saturi di microorganismi. Successivamente vi spargiamo del letame e un determinato numero di lombrichi, dopodiché richiudiamo il telo per proteggere il tutto dal freddo e da eventuali predatori, tipo uccelli ecc. E’ da questo semplice fare che si ottiene l’humus, dalla formula del riciclo, ovvero, da una cosa considerata niente, o comunque vero e proprio scarto, tipo il letame, procuriamo un prodotto completamente riciclato.»

«L’humus», – continua Veronica, che sembra fare questo lavoro da sempre, – «è un fertilizzante completamente naturale proveniente dalla lavorazione da parte dei lombrichi di letame, tramite la digestione. Ne è accettato l’utilizzo anche per la coltivazione biologica per ciò si può usare per l’orto, per i fiori, nei campi e direttamente ai piedi delle piante. I vantaggi che ne traiamo sono che l’humus possiede maggiore quantità di azoto e fosforo rispetto ad altri concimi. Le sue proprietà repellenti difendono dai parassiti o insetti, trattiene più umidità rilasciandola gradatamente nel terreno, ed è totalmente inodore, in più non brucia le radici.»

Veronica è stata davvero brava a descrivermi il suo nuovo lavoro, tanto che l’ho un pochino invidiata. Lei da sempre è un po’ figlia del vento e quel che è più bello è che vuole trasmettere questa sua libertà anche al suo piccolo Filippo, un bambino straordinario che vanta una già importante abbronzatura, visto che siamo solamente a febbraio. Tutto ciò ricorda il fare dei vecchi tempi, quei tempi dove si sentiva poco parlare di tumori o malattie varie, quelle che spesso pensiamo provenire dalla poca naturalità. Veronica e Giovanni mi raccontano con grande forza e tenacia come avviene la trasformazione di questo vero e proprio oro, e i loro occhi non hanno alcuna paura, anzi sono iniettati di una grande volontà, quella di portare avanti la loro giovane azienda con grande soddisfazione e operosità, sempre e comunque liberi di stare all’aria aperta, totalmente immersi nella natura. Che dire: in un periodo stronzo, dove tutto appare rallentato dalla realtà di un paese che prova con tutto sé stesso a rialzare la testa, c’è gente che si reinventa, proprio come Giovanni, Veronica e il piccolo Filippo, che vi aspettano nel loro paradiso pronti ad illustrarvi la funzionalità del loro prodotto, un prodotto del tutto naturale. L’acquisto, presso la loro sede, può essere scelto senza limite di pesature.

Marina Martinelli
Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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