Una stravagante lettera di Giorgio Renzi

Le onde gravitazionali, la fisica, la filosofia e le fusioni.
 
Non mi sono mai dato una spiegazione del perché, una volta presa la maturità classica, ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in filosofia. Per uno che, come me, veniva dalla campagna, dal concreto mondo contadino, che cosa avevano a che fare quelle elucubrazioni mentali, quei ragionamenti sul fine dell’uomo e del mondo, quell’arrovellarsi sul finito e l’infinito, sul tutto scorre o tutto sta fermo ecc ecc.?
Eppure, secondo i miei illustri maestri, (che si chiamavano Eugenio Garin, Francesco Adorno, Paolo Rossi, Cesare Luporini, Lanfranco Caretti et simili) non ho nemmeno demeritato, almeno per i risultati scolastici/universitari. Ma in tutti quegli anni, nel mentre studiavo e cercavo di fare miei quei ragionamenti, ogni tanto il dubbio mi torturava: ma a che serve la filosofia , che cosa ha a che fare con l’uomo e i suoi problemi? Magari non mi accorgevo che già queste erano domande filosofiche|. I miei dubbi aumentarono quando dovetti studiare i filosofi tedeschi, del cosiddetto idealismo (non so nemmeno se ricordo bene): Schelling, Fichte e, ancora di più, il supremo, per me incomprensibile, Hegel. Perché in fondo Socrate, Platone, Aristotele, ma anche Abelardo, San Tommaso, Occam, Erasmo per non dire di Cartesio, Pascal, Galileo, parlavano dell’uomo nella sua concretezza mondana e magari nelle sue aspirazioni all’immortalità. Ma i tedeschi….proprio un rompicapo da masochisti della mente
Quando decisi di scegliermi un argomento di laurea, forse pensando di tornare un po’ alla concretezza delle mie origini contadine, ho scelto la filosofia della scienza, la storia della scienza. Mi sembrava di sentirmela più nelle mie corde. Ma lì un giorno mi è capitato tra le mani un libretto di non molte pagine, scritto da scienziati. “Teorie cosmologiche rivali”. Lì ho avuto l’intuizione, anzi la dimostrazione della inscindibilità di scienza e filosofia, anzi sarebbe più giusto dire, della unicità del sapere umano, non suddivisibile in materie scolastiche. Lì ho capito che la filosofia, quella vera, ha a che fare con l’uomo, la sua esistenza, il suo sviluppo all’interno di un universo in cui siano una piccolissima parte, quasi insignificante.
Ho ripensato a questa mia storia personale in questi giorni in cui tutti i giornali hanno esultato ed esaltato la scoperta delle onde gravitazionali, quelle onde che Einstein già un secolo fa aveva teorizzato nel suo trattato sulla relatività, ma che sembravano essere, fino ad oggi, solo una teoria filosofica o, sarebbe più giusto dire, usando il linguaggio galileiano, una ipotesi scientifica da dimostrare Oggi l’ipotesi scientifica è diventata legge fisica dimostrata.
La fusione dei buchi neri avvenuta miliardi di anni fa ed a distanza di miliardi di anni luce conferma l’organicità dell’universo, le sue interconnessioni rispondenti a leggi precise che la mente umana piano piano scopre in modo sempre più preciso. In un itinerario in cui ancora una volta scienza e filosofia, superando le artificiose suddivisioni romantiche, tornano ad essere un unico sistema di pensiero (Così come era stato, d’altra parte, per tutto il pensiero antico e medievale e almeno fino al ‘700).
Grande e immenso il mistero dell’universo. Ma anche grande la mente umana, quando riesce ad elevarsi dalle miserie quotidiane!
Mi sono riconciliato con la mia filosofia. Sì, ho mantenuto le mie concrete radici contadine. Non me ne ero allontanato. Le onde gravitazionali mi hanno confermato che avevo fatto la scelta giusta!
Certo, poi…siamo costretti ad uscire dal macrocosmo e tornare, giorno per giorno, a fare i conti con il nostro microcosmo. E siccome le leggi che li regolano sono le stesse, allora mi sono domandato, filosoficamente: ma le fusioni dei comuni, come quelle dei buchi neri, genereranno onde gravitazionali, capaci di smuovere la palude della politica? Ed in quale secolo ed in quale millennio gli scienziati riusciranno a captarle su questa terra?
Al prossimo Einstein l’ardua risposta!
Giorgio Renzi
 
Christian Bigiarini - Direttore Responsabile
Christian Bigiarini - Direttore Responsabile
Christian Bigiarini è nato a Roma nel 1971, ma scrive a Ponte a Poppi, in Casentino, dove vive. Sposato con Veronica, babbo di Umberto, direttore del periodico Casentinopiù dal 2013, è anche “scrittore”, giornalista, tabaccaio, “ciclista”, "padelista" e “tennista”: quasi tutto rigorosamente tra virgolette.

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