Angeli del fango? No grazie…

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di Maria Maddalena Bernacchi

ANGELI DEL FANGO?
No, grazie.
Noi eravamo semplicemente delle ragazze motivate e consapevoli dell’importanza di ciò che dovevamo fare.
Per questo, forse, nessuna di noi aveva una macchina fotografica: non dovevamo fare ricognizione, ma portare gli aiuti che venivano richiesti, tra le prime necessità acqua e fiammiferi.
Alcuni professori dell’allora Istituto Magistrale “V. Colonna” di Arezzo organizzarono un gruppo di studenti e li accompagnarono a prestare i soccorsi.
Classe IV C insieme alla professoressa di lettere Alaide Gianara ci sono anche io con molte mie compagne, era il 7 novembre 1966.
Partiamo in treno da Arezzo, con me la mia compagna di banca Anna Giuliattini, la casentinese Anna Maria Visi, Luciana Dell’Avanzato, Grotti Anna Maria, Meloni Daniela ed altre delle quali non ricordi i nomi.
Nel viaggio ci sono molte fermate e rallentamenti. Come ricordo nel mio libro “Una nonna si racconta”, giunti a Firenze mi colpisce più che la melma ancora alta, l’acre odore che proviene dai sottopassaggi chiusi dal fango.
Siamo organizzati in piccoli gruppi ciascuno con un professore. Io, che durante l’estate grazie al mio insegnante Don Buresti sono stata assistente in una colonia marina per bambini ed ho fatto quindi il vaccino anti-epatite, sono scelta per ripulire i libri della Biblioteca Nazionale.
La mia amica Anna Giuliattini dice che anche lei ha fatto il vaccino (bugiarda!) e viene nel nostro gruppo. Arrivati, ci danno guanti, spugnette e… al lavoro per togliere fango ed umidità pagina per pagina, dai libri.
Intorno, altri gruppi di studenti e soldati lavorano come noi.
Nel viaggio di ritorno ci raccontiamo le esperienze fatte. Ricordo che Anna Grotti cominciò a chiedere chi avesse un panino, acqua… Anna, che è oggi una distinta signora alta e robusta, era nel gruppo che doveva distribuire. Raccontò che andando di palazzo in palazzo aveva esaurito tutto quello che aveva, quando da una porticina si affacciò una vecchietta.
Le dette ciò che conteneva il suo zaino: due panini e due bottigliette di acqua che sarebbero dovuti essere il suo pasto.
Quando riprendemmo le lezioni Anna Giuliattini fu a lungo assente: aveva preso l’epatite virale!
Queste eravamo noi, le ragazze della IV C del 1966.

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