Bibbiena: “Shadows from the past”

 
Dal 20 febbraio al 10 marzo 2016 ExpArt studio&gallery, in via Borghi 80 a Bibbiena (AR), presenta “Shadows from the past. Sulle orme di una nuova figurazione”, doppia personale di pittura di Elisa Pasquini e Valentino Bruschi, a cura di Silvia Rossi.
L’esposizione, a ingresso libero e gratuito, sarà visitabile dal martedì al sabato, dalle 15,30 alle 19,30, o su appuntamento. Sabato 20 febbraio, alle ore 17,30, l’inaugurazione in galleria con l’aperitivo offerto da Bar Le Logge. 
“Shadows from the past” è la mostra nella quale si confrontano due artisti toscani: Elisa Pasquini, lucchese, e Valentino Bruschi, aretino. Un dialogo fatto di immagini distanti tra loro per forma, dimensione e storia. Ma è proprio quest’ultima che crea il filo conduttore della mostra. 
In una terra a cui si rimprovera un legame troppo forte con il passato – e come non potrebbe essere così – questi due autori creano opere che da esso sorgono, capaci però di vivere di luce propria.
Del resto poche cose come il passato definiscono l’attualità, che si sia sviluppata in contrapposizione a esso o che ne abbia dolcemente seguito le indicazioni. Ed è dalle “ombre” del passato, presenti al punto di venire inglobate nel frenesia quotidiana, che i due artisti traggono l’ispirazione per sviluppare la loro poetica.
Elisa Pasquini
Le statue classiche, che ormai fanno cronaca solo quando vengono coperte, influenzano le opere di Elisa Pasquini, che abilmente mescola uno stile dal gusto pop assolutamente limpido e pulito con quelle figure che popolano i libri di storia dell’arte, donando loro una nuova vita. E se il solo citare i libri di storia ci rimanda al tempo trascorso tra i banchi di scuola, muovendo di poco lo sguardo potremo trovare la nascita delle opere di Valentino Bruschi,
Valentino Bruschi
che, lavorando in un mondo puramente analogico, a dispetto del risultato che potrebbe far pensare diversamente, mescola abilmente collage, pittura e fotografia.
L’esito di questo incontro artistico è una mostra che attinge al passato comune e personale per sfociare in un percorso carico di simboli e colori, tra figure e astrazione, suggerendo un nuovo modo di affrontare le ombre di un “ieri” non più opprimente nella sua grandiosità, ma spunto di nuovi e ricchi stimoli.
 

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