Giovanni Tricca: L’uomo del Cammino

A colloquio con il Presidente dell’Associazione Cammini di Francesco in Toscana, che, da anni, sta ricomponendo la mappa degli itinerari francescani nella nostra regione. E non solo.

Si fa un gran parlare, oggi, di rilancio turistico. Di valorizzazione del patrimonio. Di imparare a cogliere opportunità legate al territorio. Di risorse, di progettualità, di saper unire idee, contributi e sforzi di tutti. Ma c’è chi, già da anni, nei diversi ruoli istituzionali che è stato chiamato a ricoprire, ha fatto di questi temi un punto di principio. Quasi una bandiera.

Giovanni Tricca non è un uomo qualunque. Molti lo ricorderanno per aver guidato la Camera di Commercio aretina negli anni 2008-2013, e per l’impegno istituzionale come Presidente dell’Associazione interregionale delle Camere di Commercio del Centro Italia (Camere di Marche, Lazio, Umbria, Toscana, Abruzzo e Molise). Appena nominato, il suo manifesto programmatico era già fortemente caratterizzato da un concreto impegno sui temi della valorizzazione del territorio: 

“Vogliamo iniziare dalla promozione del territorio e dello sviluppo turistico dichiarò infatti alla vigilia della sua nomina – I nostri territori sono caratterizzati da uno straordinario mix di arte, storia, bellezze paesaggistiche ed eccellenze produttive che, assieme ad una elevata cultura dell’accoglienza, li rendono una delle più importanti mete turistiche mondiali”

Questo il suo programma operativo. Correva l’anno 2012. E oggi, a distanza di 4 anni, Giovanni Tricca è ancora in prima fila. Oltre a presiederne la struttura operativa, infatti, incarna, in maniera attiva, l’anima ispiratrice e il coordinamento di quello che, a tutti gli effetti, appare come uno dei progetti più interessanti nel panorama degli interventi strategici per il turismo: Il Cammino Di Francesco.

Presidente, da anni lei parla di questi temi. Da anni si impegna in studi, monitoraggi e approfondimenti finalizzati alla promozione degli aspetti meno noti e più affascinanti delle aree interne dell’Appennino Toscano. Che oggi , per la prima volta, sembrano davvero essere  arrivati ad uno snodo cruciale. Grazie anche al forte interesse che, partendo dalla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro (con l’arcivescovo Riccardo Fontana primo eccellente sostenitore di questa iniziativa), passando  attraverso la Regione Toscana e le istituzioni locali, fino ad arrivare al Ministero dei beni culturali e del turismo, dicevamo oggi giunge appunto ad una svolta. Cos’è stata la sua? Semplice lungimiranza ?

Non direi. Chiunque viva qui e abbia in qualche modo a che fare con il mondo del ricettivo e del turismo, possiede a mio avviso una sensibilità, una sorta di radar interno che, nell’indicare quali siano di volta in volta le tendenze del mercato, inevitabilmente suggerisce strategie, azioni, modalità per assecondare e incentivare queste tendenze. Poi è chiaro, ciascuno reagisce a questi stimoli a modo suo. Bisogna essere un po’ innamorati del proprio territorio per poi saperlo valorizzare adeguatamente. Per quanto mi riguarda, nei ruoli che di volta in volta sono stato chiamato a ricoprire, ho sempre avuto presente un assunto: Esiste un patrimonio meraviglioso, poco noto ma ricco di potenzialità enormi: I nostri borghi. E sta nascendo un tipo di viaggiatore sostanzialmente nuovo, più attento al dettaglio, a vivere il momento, all’ emozione di un esperienza unica. A questo turista, a questo pellegrino del terzo millennio, noi abbiamo molte e significative cose da raccontare”

Quindi la nascita dell’Associazione dei Cammini di Francesco in Toscana. Che la vede come naturale protagonista in qualità di Presidente. Presidente ma, diremmo, anche principale ispiratore delle prime iniziative legate allo studio e all’approfondimento degli itinerari francescani in Toscana.

Credo si tratti del naturale riconoscimento di un mio impegno, come detto, che viene da lontano. In realtà il lavoro è tutto da costruire: Partendo dall’assunto che amo ripetere sempre, ossia che un Cammino ha un senso se tutti i tratti sono ugualmente fruibili e con equivalenti e riconoscibili modalità di interfaccia con il pellegrino. Da qui il ruolo fondamentale e strategico degli Enti pubblici interessati dal suo passaggio. La prima parte del grande lavoro da fare è infatti quella, come stiamo facendo, di mettere attorno ad un tavolo tutti i Comuni che l’intinerario attraversa, perchè di fatto deve esserci una sostanziale unità di intenti. Altrimenti il nostro lavoro diventa praticamente impossibile. Il secondo aspetto poi, è quello della veridicità scientifica del Cammino: Le orme di Francesco sono percorse da secoli, si tratta di rendere organica una modalità che già esiste, seppur in forme amatoriali e assolutamente improvvisate.”

Un lavoro di grande ricerca quindi, ci sembra di capire

Assolutamente si. Un approccio scientifico al tema dei percorsi francescani è, a nostro avviso, l’unico modo per sgombrare il campo dalle falsificazioni storiche e dalle prassi che si sono stratificate nei secoli. Non è un caso che ci siamo dotati fin da subito di una Commissione Tecnica (diretta dall’Ing.Maurizio Bacci) e di Una Commissione Scientifica (coordinata dalla prof. Donatella Pagliacci) che, con grande accuratezza, provvedono ad individuare da un lato i tracciati che hanno effettivi riscontri di natura storica e documentale, dall’altro le modalità corrette di declinare questa “infrastruttura della fede e della spiritualità”. E che consentiranno di elaborare un disciplinare che tenga conto delle attuali sensibilità legate al turismo sostenibile ma, soprattutto,  delle esigenze di tutti i target di potenziali fruitori del Cammino. Partendo dalla strutturazione dei percorsi, la segnaletica, le modalità interattive di fruizione, fino ad arrivare ai servizi erogati, e alle strutture per l’ospitalità, alle loro caratteristiche  in materia di accoglienza. Che deve, a nostro avviso, declinare il tema dell’accessibilità a 360 gradi. Dobbiamo infatti tener presente che il richiamo a percorrere i “ Cammini” partendo da quelli già noti e strutturati , per arrivare ai percorsi oggetto di recenti rivalutazioni è un atteggiamento assolutamente trasversale: L’attrazione che esercita questa esperienza non è soltanto di matrice religiosa, ma ha, al contrario, una portata enormemente più ampia, interessando anche e soprattutto direi, tutto il mondo laico. I Cammini esercitano un potere attrattivo legato alla voglia, molto attuale, di “fare esperienza”, di toccare con mano luoghi ,atmosfere, fino ad oggi meno esplorati , e carichi di suggestione e di bellezza. In tal senso, e senza dubbio, l’aspetto del nostro patrimonio storico-artistico e paesaggistico  gioca un ruolo determinante.

Tutto questo necessita di grandi sinergie immaginiamo.

Esattamente. Si tratta di un progetto fisicamente trans-regionale (quattro le regioni attraversate) , e, come detto,  spiritualmente trasversale. Interessa in egual misura il mondo laico e il mondo delle sensibilità cristiane. E necessita , ovviamente, di un accurato lavoro di acquisizione di informazioni, di ricognizioni sul campo. Ma anche di momenti di riflessione congiunti e condivisi. E di mediazione. Come amo sempre ricordare a tutti, infatti,  in un progetto di collaborazione e di coordinamento di tale portata tutti i soggetti, tutti gli elementi sono assolutamente indispensabili. Questo, in un percorso che sia il più possibile inclusivo delle emergenze del territorio, e che rispetti , nell’ambito di un disegno generale, le specificità di ciascuno è, a nostro avviso,  fondamentale. Un percorso all’interno del quale i ruoli si configurano di volta in volta con meccanismi assolutamente naturali, e non per scelte precostituite; E’ chiaro che in una progettualità che incarna come motivo ispiratore il tracciato che Francesco più volte percorse partendo dalla Verna per giungere ad Assisi ( con le varianti, le soste, gli episodi che la storia ci documenta), Il Comune di Chiusi della Verna assume un ruolo oggettivamente di rilievo, e trainante. Anche per la immediata e totale adesione che ci ha fin da subito regalato, e della quale  ringrazio personalmente, Il sindaco Giampaolo Tellini. Ma, ribadisco, in questa progettualità tutti i soggetti hanno pari dignità e pari valore. E’ un percorso di recupero della memoria, che è anche soprattutto motivo di inclusione. E dove ciascun Comune (e sono 11 attualmente i comuni che il Cammino attraversa) deve sentirsi libero di portare le proprie istanze e le proprie peculiarita’.”

Tutto questo sfocia nella creazione di un prodotto Cammino di Francesco, nella proposta di riconoscibilità di un territorio che sceglie di presentarsi con un progetto serio, credibile e soprattutto, storicamente documentato. Ma soprattutto con un unico brand, con una immagine che accomuna queste terre interne dell’Appennino, che scelgono modalità di comunicazione e promozione condivise. Aprendo la strada ad ampie e diversificate opportunità di occupazione in un settore, quale quello del turismo e dell’accoglienza sicuramente strategico per il futuro.

L’anno 2016 era stato l’anno nazionale dei Cammini. La direttiva del Ministro Franceschini (MIBACT) decreta il 2017 come l’Anno dei Borghi Italiani. Non avrei potuto immaginare un’occasione migliore per ricordare la bellezza di un patrimonio storico artistico e ambientale quale quello della dorsale dell’Appennino. E dei borghi che lo impreziosiscono. Un patrimonio per secoli ,e a torto, considerato minore; che oggi intravede una meravigliosa opportunità di farsi conoscere ed apprezzare. Anche a livello internazionale. La bellezza dei nostri borghi, delle nostre foreste, la bellezza che ha ispirato le magnifiche opere d’arte che le nostre chiese custodiscono come scrigni, hanno oggi forse la più concreta opportunità di presentarsi con il miglior biglietto da visita possibile. Non dimentichiamo che parliamo dei Luoghi di Francesco. Gli stessi luoghi che hanno ispirato il Cantico delle Creature, e che sono, credo,  la più alta testimonianza di quella Bellezza della quale il nostro paese intende farsi promotore ed e’ primo  ambasciatore nel mondo. E in questo senso, l’Associazione che oggi sono chiamato a presiedere intende fare e farà, assolutamente, la sua parte”.

Roberta Fabbrini
Roberta Fabbrini
Roberta Fabbrini, nata a Bibbiena (AR), (ma cresciuta a Cetica ndr) vive e lavora in Casentino, dove fin dal 1996 svolge la libera professione di Architetto. Appassionata di Arte, Architettura e Paesaggio, e di Recupero del patrimonio storico, collabora stabilmente con Casentinopiù fin dal 2010, tenendo una sua rubrica dal titolo Architettura & dintorni. Appassionata verso tutto ciò che riguarda il Casentino e i casentinesi , scrittrice sempre per passione, si è scoperta da poco tempo anche amante dell'escursionismo naturalistico e del trekking. E della buona tavola. Ma questo da sempre. Tutti settori che rendono il Casentino la sua terra ideale.

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