I Tesori del Casentino: Santa Margherita in una tela presso la Badia di San Fedele a Poppi


Il 22 febbraio si celebra Santa Margherita da Cortona nata nel 1247 a Laviano (PG) paese sul lago Trasimeno, morta a Cortona il 22 febbraio 1297. La sua storia, quella della “santa bella”, “la peccatrice convertita”, “la nuova Maddalena”, alla luce della sua vita avventurosa e degli avvenimenti drammatici che l’hanno caratterizzata, è quasi degna di un romanzo: non a caso ne fu tratto un film, nel 1950, diretto da Mario Bonnard. Rimasta orfana di madre a otto anni, costretta a subire maltrattamenti da parte della matrigna, ancora sedicenne scappa di casa e va a convivere con un giovane nobile di Montepulciano, Arsenio Del Pecora, che non la sposa neppure quando nasce un figlio. Dopo nove anni il giovane muore assassinato in circostanze misteriose e la tradizione racconta di un cagnolino che guida Margherita a ritrovare il cadavere di Arsenio, sotto una quercia (in quel luogo nel Settecento fu costruita una cappella detta del Pentimento). Margherita aveva solo 26 anni e venne allontanata dai parenti dell’uomo e anche dalla propria famiglia, trovando accoglienza a Cortona da parte di Marina e Raniera Moscari, due nobildonne che facevano parte delle “Sorelle della penitenza”, destinate a confluire nel nascente Terz’Ordine Francescano. Prende con sé alcune volontarie dette «Poverelle», promuove l’assistenza gratuita a domicilio, si fa aiutare da famiglie importanti e nel 1278 fonda l’ospedale della Misericordia. Margherita si dedica agli ammalati e alle partorienti e solo più tardi sarà accolta nel Terz’Ordine Francescano. Vive un periodo da contemplativa e una domenica ricompare a Laviano, per raccontare in chiesa, durante la Messa, le sue vicende giovanili e chiedere perdono. A Cortona Margherita visse per lungo tempo nei pressi di Porta Berarda, accanto alla Chiesa di San Francesco, in una piccola cella, prima in compagnia del figlio, poi quando questi fu mandato a studiare da un precettore ad Arezzo (1275), completamente sola. Nel 1288 si trasferì invece in una cella “sopra il monte”, nell’area della rocca che sovrastava Cortona (dove oggi sorge la Basilica a lei dedicata) e lì trascorse gli ultimi nove anni della sua vita che è stata narrata dal suo confessore Giunta Bevegnati dell’Ordine dei frati Minori. Solo nel 1515, Papa Leone X ne autorizza ufficialmente il culto a Cortona; Urbano VIII lo estende poi a tutto l’Ordine Francescano nel 1623 e finalmente, il 16 maggio 1728, papa Benedetto XIII la proclama ufficialmente “Santa”, con l’appellativo di Nova Magdalena. In Casentino il culto della santa cortonese non è molto diffuso pertanto non sono presenti neppure opere d’arte che la raffigurino. Presso la sede della Compagnia del Beato Torello nella Badia di San Fedele a Poppi, si conserva una tela che raffigura Santa Margherita sul catafalco con un velo bianco sulla testa e una veste verde decorata da fasce dorate che si susseguono in orizzontale e in parallelo per tutta la lunghezza del tessuto. Sembra trattarsi di una Vera Effigie risalente al secolo XVII o ai primi decenni del successivo. La reliquia del corpo sembra ripresa dal vero e i resti mortali conservati in un’urna differiscono proprio per le vesti da quelli odierni: nell’urna infatti la santa oggi appare vestita con un saio. La tela, databile alla fine del secolo XVII o ai primi decenni del successivo, è attribuibile ad un artista provinciale che documentò lo status della reliquia dopo che papa Urbano VIII estese il culto di Santa Margherita a tutto l’Ordine Francescano nel 1623 o dopo la sua canonizzazione avvenuta nel 1728. Pertanto il dipinto ha un importante valore documentario poiché raffigura la vestizione della santa precedente quella attuale ma comunque successiva a quella presente nel dossale d’altare conservato presso il Museo Diocesano di Cortona dove Margherita è ritratta sempre sul catafalco ma con veste bianca quadrettata di nero. La tempera su tavola del Museo Diocesano, d’ignoto pittore aretino della fine del secolo XIII, presenta al centro della predella la santa su catafalco con veste da terziaria francescana che documenta la prima vestizione. La tela di Poppi, che testimonia la seconda vestizione della santa, risalente alla fine del Seicento o primi del Settecento, proviene dalla famiglia Signorini di Cortona ed è giunta in Casentino tramite Ulderico Signorini che sposò Clara Lorenzini e si trasferì da Cortona a Ponte a Poppi nei primi anni del secolo XX. La famiglia Signorini in seguito donò il dipinto alla Compagnia del Beato Torello che lo conserva, come detto, nella propria sede presso la Badia di San Fedele.

 

 

Alberta Piroci Branciaroli
Alberta Piroci Branciaroli
Laureata in Lettere e Filosofia con indirizzo in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Firenze e specializzata in Arte Medievale e Moderna (corso post-laurea) presso lo stesso ateneo, docente di Lettere negli Istituti Secondari di primo grado, ha collaborato con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Arezzo per la catalogazione dei beni mobili del territorio provinciale. Vive e lavora in Casentino, collabora con il Centro Creativo Casentino e con il Parco Letterario Emma Perodi e foreste casentinesi. Collabora con la rivista online Park Time dei Parchi Letterari. Numerose sono le pubblicazioni: La Verna. Guida al sacro monte. (Collana curata dal Prof. Brilli. Le guide del viaggiatore raffinato) Ed.Edimond, Città di Castello, 2000 Arte e Architettura religiosa del Seicento. La decorazione barocca della chiesa dell’Eremo di Camaldoli, in “Il Seicento in Casentino”, catalogo mostra, Castello di Poppi, Ed. Polistampa, 2001 Temi iconografici legati alla devozione, loro diffusione nelle pitture del territorio casentinese, in “Il Seicento in Casentino” Catalogo Mostra, Castello di Poppi, Ed. Polistampa, 2001 Da Mercurio a San Michele: un percorso iconologico, in Intersezioni, Rivista Ed. Il Mulino, vol. XXII, 2002 Il polittico della Misericordia, in Piero della Francesca. Il Museo civico di Sansepolcro. Silvana editoriale,2002 Camaldoli, il monastero, l’eremo, la foresta. “Guide del viaggiatore raffinato. Edimond, Città di castello,2003 La città immaginata. Aretium, Ed. Edimond, Città di Castello, 2005 Le collezioni artistiche, in Tesori in prestito. Il Museo della Verna e le sue raccolte, Ed. Industria Grafica Valdarnese, San Giovanni Valdarno, 2010 Curatrice della mostra e del catalogo “Nel segno di Leonardo” La tavola Doria dagli Uffizi al Castello di Poppi. Ed. Polistampa, 2018 Approfondimenti didattici nella pubblicazione di Paola Benadusi “Fiabe magiche per grandi e bambini, Tau Ed. 2019 La valle dei racconti. In Casentino con Emma Perodi, Paolo Ciampi e Alberta Piroci, Aska ed. 2019 Alberta Piroci Branciaroli, San Francesco messaggero di pace, Ed. Helicon 2020 Curatrice della mostra NEL SEGNO DI DANTE. IL CASENTINO NELLA COMMEDIA, Ed. Polistampa 2021 Commenti storico-geografici nella pubblicazione di Paola Benadusi, Sette Fiabe gotiche, Tau Ed. 2021 Con Emma e Dante in Casentino, pubblicazione tramite sito online Bonconte ultimo atto, alla confluenza dell’Archiano con l’Arno, Ed. Mazzafirra, 2021 Curatrice della mostra e del catalogo: Nel segno della vita: Donne e Madonne al tempo dell’attesa. Ed. Polistampa, 2022

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