In Casentino, una storia vera… di calcio e di vita

Sabato 8 aprile è andato in scena al teatro Dovizi di Bibbiena – in occasione dell’XI rassegna – concorso di Teatro Amatoriale – lo spettacolo teatrale “Tutto sul Calais (Una storia vera)”, scritto da Alan Bigiarini, diretto da Lenny Graziani ed interpretato da Daniele Parachini, Mariella Lanini e Giuseppe Mazziotti.
La pièce, che racconta la vicenda di una squadra di calcio amatoriale – quella del Calais, appunto – che nel 2000 arrivò a disputare la finale della Coppa di Francia – la nostra Coppa Italia – ha riscosso un grande successo di pubblico.
Dopo lo spettacolo, davanti ad un buon bicchiere di vino, ho incontrato l’autore ed il regista che mi hanno raccontato come è nata l’opera.


Complimenti per lo spettacolo, Alan. Ci vuoi raccontare come è nato?
Alan Bigiarini: La rappresentazione nasce da una mia vecchia idea di mettere in scena la “favola” del Calais. Per le ricerche storiche mi sono affidato ad una ragazza sarda, Valeria Piga. Si è trattato di una ricerca storica un po’ complicata, dato che molti dei giornali che narravano la vicenda erano in francese, ed io non parlo nemmeno l’italiano! A parte gli scherzi, mi sono reso conto che potevo ricavarci uno spettacolo simpatico, leggero ma anche commovente, ed ho operato alcune modifiche per rendere il testo più adatto ad una rappresentazione teatrale: ad esempio, ho omesso di dire che le squadre di calcio antagoniste del Calais, “squadre superblasonate”, non sono mai scese con la formazione ufficiale anche quando il Calais aveva iniziato a vincere, per non sminuire, in qualche modo, il successo “da favola” ottenuto della squadra di calcio.
Inoltre, la prima stesura del testo era diversa. Inizialmente, infatti, avevo unito alla vicenda della squadra, quella di un ragazzo che iniziava a scommettere sulla squadra: era una traccia vera ma ho scelto di tagliarla perché sennò sarebbe venuto fuori un testo di tipo 6 ore!
Tutti e tre gli attori appaiono affiati e a loro agio nei ruoli, come li hai scelti?
Alan Bigiarini: Ho subito avuto in mente gli attori e li ho proposti a Lenny, che ha accettato di curare la regia.
Quello di sabato è stato un vero e proprio debutto? Dopo il successo riscosso pensi di portare lo spettacolo in altre città?
Alan Bigiarini: In realtà, abbiamo debuttato a marzo a Lucignano al Teatro Rossini e lo spettacolo è andato molto bene e credo che, per l’estate, riproporremo lo spettacolo per altre serate, considerando la bella accoglienza ricevuta.
Grazie Alan; ora passo a Lenny Graziani e gli chiedo subito il criterio seguito per le belle scelte musicali, interpretate tutte dal vivo, che accompagnano lo spettacolo.
Lenny Graziani: La parte musicale è stata curata da me insieme ad Andrea Bondi; abbiamo deciso di evitare le hit del periodo che parlassero di calcio e sport, perché ci sembrava troppo scontato. Abbiamo anche evitato di inserire canzoni che apparissero troppo legate al testo, anche se, ovviamente, un qualche legame con la vicenda andava comunque inserito; così abbiamo scelto “Beautiful Day” degli U2 e “It’s my Life” di Bon Jovi; un discorso a parte riguarda Louis Amstrong con il classico “We have all the time of this world” che nel debutto non era presente.
Abbiamo, insomma, puntato sul periodo in sé, cercando di ricrearne l’atmosfera: la musica che si ascoltava, evitando, ovviamente, le hit italiane ma spulciando esclusivamente tra la musica internazionale.
Hai apportato modifiche al testo e, se sì, quali?
Lenny Graziani: È stata un’esperienza curiosa, perché Alan mi ha contattato in un primo momento per curare il lavoro degli attori, per cui di aggiustamenti registici ne ho fatti pochi: ho ritoccato il testo unicamente per snellirlo un po’. Ho fatto un lavoro di sottrazione, aggiustando il testo quando mi sembrava che fosse pomposo o troppo patetico. Ci siamo divertiti molto con gli attori del Teatro In…dipendente, per sporcare il testo con gag, togliendo le briglie e lasciando il testo agli attori.
Ovviamente, tale libertà ha portato ad alcune modifiche rispetto al testo del debutto: ad esempio, stasera, ci sono state alcune improvvisazioni efficaci, che funzionano, ovviamente, quando c’è sintonia in un gruppo affiatato.
Grazie Lenny, e complimenti davvero!

Marco Geremia
Marco Geremia
Marco Geremia è iscritto all'Ordine degli Avvocati di Perugia. Collabora con Casentino Più Magazine dall'estate 2015 curando la rubrica "L'avvocato risponde". Da professionista, dopo essersi occupato di contrattualistica, anche internazionale, e di recupero crediti per grandi istituti bancari, ha deciso di occuparsi dei diritti delle persone. Oggi offre tutela ai minori - come curatore speciale e difensore dei minori nei procedimenti penali - alle persone immigrate, ai richiedenti asilo, alle persone lesbiche, gay, transessuali e transgender. E' socio di diverse associazioni che tutelano i deboli - da quelle che salvaguardano le persone senza fissa dimora a quelle che proteggono i profughi - perché "molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l'avvocato no. L'avvocato non può essere un puro logico, né un ironico scettico, l'avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere su di sé i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce" (P. Calamandrei).

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