La “biodiversità” del Parco nazionale delle Foreste casentinesi: due borse di studio per laureati

Sono stati pubblicati i bandi delle due borse annuali per laureati nel parco nazionale delle Foreste casentinesi: una naturalistica, che prevede lo studio e monitoraggio dei chirotteri, ed un’altra che verterà sulla valorizzazione della storia e della cultura del versante casentinese dell’area protetta.

Dal 2013 al progetto di studio naturalistico dedicato a Pietro Zangheri si è affiancato a quello storico-etnografico, recentemente intitolato a Luciano Foglietta, scrittore e giornalista romagnolo.

Hanno entrambe durata di dodici mesi, per un importo lordo di 13.000 euro ciascuna. Condizione per accesso alla selezione sono il possesso del diploma di laurea di durata almeno quadriennale in discipline scientifico-naturalistiche e età non superiore a 35 anni alla data di scadenza del bando.

Zangheri ha studiato e scritto di fauna, flora, vegetazione, geologia, micologia, geografia fisica, pedologia, paleontologia e climatologia e ha esplorato tutto il territorio romagnolo raccogliendo reperti e informazioni utilizzate ancora oggi da studiosi e ricercatori. Il Parco intende dare continuità alla sua opera scientifica in particolare nel settore della fauna selvatica minore con la borsa “Studio e monitoraggio della chirotterofauna del parco nazionale delle Foreste casentinesi”.
La seconda borsa, a tema storico, culturale ed etnografico, si occuperà di “Valorizzazione delle tradizioni, storiche e culturali nel territorio del versante casentinese del parco nazionale delle Foreste casentinesi”.
Il Parco si prefigge di proseguire con questa borsa di studio la ricerca dedicata ai popoli che abitavano il territorio dell’area protetta, con particolare riferimento al versante occidentale, avvalendosi di interviste, raccolta di documenti e fotografie e ricerche bibliografiche sugli insediamenti e le attività produttive tipiche della zona.

“La biodiversità del Parco, intesa anche in senso culturale, è ciò che in modo più compiuto contribuisce all’identità di quest’ultimo. E l’uomo ne è un elemento essenziale. Affidare questi progetti a giovani laureati significa fornire loro un’opportunità professionale e contribuire alle politiche di conservazione del patrimonio naturale e culturale dell’Alto Appennino tosco-romagnolo“. Luca Santini, presidente del Parco.

C. stampa

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