di Christian Gambineri e Valentina Giovannini
Non si tratta di un campione d’incassi come “Il Ciclone” né di un premio Oscar come “La vita è bella”, ma l’anonimato che ha accompagnato l’uscita di “Neverlake” grida vendetta. Forse il film ha risentito della crisi che il cinema horror italiano vive ormai da diversi anni, mentre negli anni ’70 e ’80 alcuni maestri del genere come Mario Bava, Lucio Fulci o Ruggero Deodato sono stati veri e propri pionieri influenzando registi di fama mondiale come Wes Craven o John Carpenter. E pensare che il Casentino, con le sue foreste, le sue valli e i suoi panorami regala alla pellicola una splendida location dov’è immersa una storia fantastica, un thriller psicologico a forti tinte horror.
Il film è stato girato nel 2013 interamente in provincia di Arezzo, nel capoluogo il regista mette in evidenza le bellezze della città, tra il Duomo e Piazza Grande con la caratteristica fiera antiquaria, poi Cortona e appunto il Casentino dov’è ambientata gran parte della storia. Jenny è una ragazza americana di sedici anni, giunta in Toscana dal padre per una breve vacanza. In Casentino assiste all’apparizione delle anime di tre fanciulli presso il Lago degli Idoli, luogo dove sono state rinvenute tre statuette in bronzo risalenti al tempo degli Etruschi. Su richiesta degli spiriti, Jenny si metterà alla ricerca delle statuette, ma nel recuperarle si renderà conto del terribile segreto che esse custodiscono.
Il film è scorrevole, mai noioso e riesce a tenere lo spettatore inchiodato alla poltrona per l’intera durata, regalando non pochi sussulti, il finale è atroce ma (unica pecca della pellicola) allo stesso tempo un po’ dejà-vù, perlomeno per gli appassionati del genere. Il giovane regista Riccardo Paoletti dimostra una vasta cultura nel cinema horror, omaggiando in alcuni casi registi come Fulci, Argento o Carpenter. Nel complesso un buon prodotto, dove i luoghi e i panorami la fanno da padroni.