Perché andare al fiume è meglio che andare al mare (by A. Marioni)

Perché andare al fiume è meglio che andare al mare:
1) Puoi posizionarti dove vuoi senza creare disturbo, poiché non ci sono ombrelloni.
Per fortuna, il “Bagno La Rana” ed il “Bagno Gaviserri” non sono ancora stati inventati.
2) Non rischi di essere investito dai pedalò ogni 10 secondi.
3) Non c’è alcuna radio che trasmette l’ultimo tormentone di Enrique Iglesias ogni quarto d’ora. L’unica colonna sonora di accompagnamento è rappresentata dalle bestemmie di qualche baldo anziano.
4) L’acqua è piuttosto pulita, di mattina.
Di pomeriggio, però, il quadretto idilliaco può essere rovinato dal cinghiale che si butta vestito.
5) E’ gratis.
6) Ci sono moltissimi punti da cui è possibile tuffarsi.
Con attenzione però, in quanto recenti studi testimoniano che è molto più facile ammazzarsi che sopravvivere.
7) Al mare si ricomincia a soffrire il caldo non appena si esce dall’acqua. Al fiume, invece, si sta come polli ciechi per un bel po’, grazie allo stato d’ipotermia che talvolta si protrae fino alla Castagnata di novembre.
8) La “fidanzata del mare” sparisce a settembre e spesso neanche esiste, la “fidanzata del fiume” potrebbe anche diventare tua moglie.
9) Nuotare coi pesci di mare è per tutti. Nuotare con le trote e i ghiozzi è da eroi.
10) E’ impossibile incontrare persone normali. Esempio: qualche anno fa, al Ponte Rosso, ho visto un tizio che si arrampicava sui sassi, un cane lupo che sguazzava e correva ovunque, un bomber che ha mangiato 3 panini di mezzo metro (ero io) ed un cinquantenne che, appena arrivato, ha lanciato un cocomero nel fiume.
Per chi non ci crede, ecco la foto.
Alberto Marioni
Alberto Marioni
Sono cresciuto a Stia prima di trasferirmi a Firenze, dove ho studiato all’università e oggi lavoro. Ho una laurea in Economia, ma non tratto mai il PIL e lo spread: mi trovo più a mio agio a scrivere sul mio amato Casentino, in cui ho lasciato il cuore. Mi piace il calcio, dalla Champions League ai campi fangosi di periferia, il nuoto in piscina, in mare e nell’Arno, e anche il teatro. Ho scritto qualche monologo e alcuni testi, per lo più comici. Preferisco una risata che fa riflettere a discorsi articolati privi di sostanza: "chi non ride mai non è una persona seria." (Foto di Federico Ghelli)

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