Poppi, polemica sulla Tavola Doria: il richiamo di V. Sgarbi dia la sveglia ai responsabili dell’operazione

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della Lista Civica Poppi Libera

Interveniamo in merito alla Tavola Doria esposta al Castello dei Conti Guidi di Poppi, opera su cui la critica si è espressa più volte circa il valore del dipinto e sull’operazione che l’ha condotta in Italia.
A riguardo prendiamo atto di una recente interrogazione parlamentare che è stata presentata alla Camera dei Deputati dall’On. Vittorio Sgarbi e che riapre il dibattito attorno a quella che è stata definita un’operazione internazionale sproporzionata che ha trascinato nel ridicolo istituzioni come il Ministero per i Beni e le attività culturali e la Procura della Repubblica di Roma.
Davanti a questo scenario, ci chiediamo per quale motivo la Tavola Doria sia esposta nel silenzio delle mura del Castello di Poppi, quasi nel timore che possa aprirsi nel merito un definitivo dibattito chiarificatore tra esperti.
Poppi, terra natale di Francesco Morandini, potrebbe oggi essere la sede naturale per questo appuntamento, a nostro parere non più rinviabile.

Enrico Lettig Capogruppo Lista Civica Poppi Libera

Questo il testo dell’interrogazione parlamentare presentata da Vittorio Sgarbi: 

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01827
presentato da
SGARBI Vittorio
testo di
Sabato 8 dicembre 2018, seduta n. 97
Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

stando alle unanimi risultanze della critica, la cosiddetta «Tavola Doria» è ritenuta estranea alla mano di Leonardo, e risulta essere, oltre che di qualità infima, priva di interesse documentario;

con un’operazione internazionale assolutamente sproporzionata, nel 2012 il Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, a parere dell’interrogante attraverso indagini approssimative e inadeguate, ha sostanzialmente trascinato nel ridicolo istituzioni come il Ministero per i beni e le attività culturali e la Procura della Repubblica di Roma, arrivando, con dispendio di energie e danaro, a esporre l’opera, grazie all’attribuzione a Leonardo, nelle sale del Quirinale, e coinvolgendo irresponsabilmente gli Uffizi in una vera e propria trattativa tra una fantomatica fondazione giapponese, la Fuji Art Museum di Tokyo, e le principali istituzioni dello Stato italiano. Considerato che lo sforzo del recupero è stato assolutamente sproporzionato rispetto al valore dell’opera, v’è da chiedersi perché il Comando Carabinieri già citato, secondo l’interrogante evidentemente autoreferenziale, non abbia ritenuto di avvalersi della consulenza di esperti adeguati –:

se risultino le ragioni per le quali sia stata posta in essere quella che appare all’interrogante un’inutile e dispersiva azione di recupero di una «crosta», e per quanto tempo debba durare questa sostanziale finzione, sopravvalutando un’opera destinata ai depositi degli Uffizi, i quali risultano tuttora costretti a onerosi scambi con Tokyo, mentre si «infligge» all’Italia di esporre la «Tavola Doria» al Castello dei Conti Guidi di Poppi fino al 6 gennaio 2019, a causa di quelle che, ad avviso dell’interrogante, appaiono patetiche e infondate attribuzioni.
(4-01827)

 

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