“Quarantenando”: cosa può essere passato nella mente di nonna Leonia

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

 

La mia rubrica dall’improbabile nome mi ha fatto valutare la quarantena che abbiamo passato e me l’ha fatta valutare per tante persone. Ne ho intervistate tante ormai e questa è la volta di Leonia, una mia GRANDE amica, mentre sua figlia Oriana ci aiuta a rendere possibile il tutto.

Presumo che quello del Covid 19, sia stato un periodo particolare, come lo ha vissuto Leonia?

Con tanta paura, ma non propriamente per me, ma per i miei ragazzi e per tutta la popolazione in generale. Al telegiornale davano notizie preoccupanti e in più vedevo tanti italiani che non si sapevano comportare. Ho temuto molto il menefreghismo della gente.

Lei che ha vissuto gli anni della seconda guerra mondiale, si sente di fare paragoni in qualche modo?

Quando c’era la guerra io facevo già una vita dura e difficile. Allora andavo “alla macchia” per cui stavo lontana da casa per diversi mesi all’anno, a contatto unicamente col mio babbo e qualche altro contadino. Eravamo senza mezzi di comunicazione, e le notizie via giornale a noi non arrivavano perché eravamo in mezzo ai boschi. Proprio a causa di questo non percepivo quello che accadeva nel mondo, mentre invece questa pandemia è arrivata nel pieno dei miei 94 anni, e le notizie non mi sono certamente mancate, forse alcune volte, anche troppe.

Presumo che per lei andare fuori sia diventato difficile, un po’ per forza di cose e un po’ anche per scelta. Quale messaggio le arrivava dall’esterno?

Il periodo di quarantena, l’ho vissuto in tranquillità perché io sto in casa e al piano di sotto ci sono i miei ragazzi, ovviamente in casa anche loro, e sapendo che erano lì, non ho sofferto di solitudine. Comunque non sono mai stata una donna alla quale necessitava chissà quanto andare fuori, sono una piuttosto casalinga, per cui da questo punto di vista, non mi è mancato nulla. Cosa mi arrivava dall’esterno? Beh, da lì mi arrivava tanta angoscia.

La sua preoccupazione, la sua paura è stata costante? Si è resa bene conto di ciò che stava succedendo?

Certamente, cercavo le notizie e ho visto attentamente cosa succedeva nel mondo e all’interno delle famiglie. Ho patito tantissimo per loro!

Quando il telegiornale ci rendeva partecipi di quei numeri atroci, soprattutto all’interno delle case di riposo dove appunto si trovano anziani come lei, immagino che abbia avuto davvero tanta paura.

Mi facevano tanta tristezza quelle immagini, ma, allo stesso tempo mi facevano sentire un’anziana fortunata, e allora mi dicevo: guarda che differenza fra me e quei poveri anziani ammalati, maltrattati e trascurati da chi invece avrebbe dovuto prendersene cura, in più i loro familiari non potevano andare ad accertarsi delle loro condizioni, perché non era possibile.

Siccome Leonina, la ritengo una signora molto intelligente, mi piacerebbe che ci facesse dono del suo pensiero, della sua infinita saggezza…

Provo tanta tristezza per i morti e per quelle famiglie che la morte l’hanno dovuta subire, perché purtroppo ne so qualcosa, ma provo anche rabbia per coloro che non si comportano bene, in fondo è un periodo che prima o poi passerà, tanto vale rigare dritti da subito, avremmo sicuramente fatto prima ad uscire da questo vero e proprio incubo. Non nego che la rabbia mi abbia fatto dire anche cose brutte. Oltretutto, penso anche che noi, rispetto ad altre zone, siamo stati molto fortunati, e questo ci dovrebbe spronare ancora di più a portare rispetto alle regole, affinché tutto funzioni al meglio.

Avrei rivolto a Leonia Magni, ancora e ancora domande, del resto è sempre così quando vado a trovarla, non scenderei mai più dal suo appartamento, perché starla ad ascoltare mi arricchisce ogni volta. Vorrei ringraziare sua figlia Oriana Taverni, nonché mia grande amica per come è riuscita a fare da tramite, porgendo le mie domande a sua madre Leonia e riscrivendomi, in un ordine perfetto, sia le domande che le risposte. Oriana ha fatto un lavoro eccellente, anzi… l’articolo l’ha fatto praticamente da sola!

Rivolgo un abbraccio, ancora virtuale a questa madre e questa figlia che ho la fortuna di avere nella mia sfera, e ce le tengo con tutto il cuore!

 

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Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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