Quarantenando: un pensiero che… non avevo pensato

Durante tutto il periodo del Covid 19 si sono dette e scritte decine di cose, di pensieri, di valutazioni. Io addirittura ci ho costruito una rubrica che mi ha permesso di raccontare la quarantena di più persone, e ancora continuerò a farlo, perché ognuno ha la sua e sono tutte importanti, ma non l’avevo né letta e né pensata come Salvo Salvi detto il Salvino, scrittore casentinese e poeta burlone e irriverente.

Si è messo seduto il Salvino quando è venuto a trovarmi dopo quattro mesi di vita vietata, e come sempre mi ha raccontato delle sue vicende “scrittoriche”, vicende che condividiamo da sempre.

Salvo ha bisogno del mio stimolo per andare avanti nella scrittura e io della sua saggezza burlona che mi mette sempre di buonissimo umore. Insomma, è stato quando gli ho posto la fatidica domanda, quella che più o meno poniamo a tutti coloro che incontriamo dopo tantissimi giorni, che mi ha risposto quel qualcosa che non mi aspettavo, perché non avevo fatto i conti con la conoscenza di quest’omino, alto come un ragazzino di dodici anni, ma che ha al suo attivo tanta cultura presa dai libri e rubata alla strada e dalla tanta informazione. No, non ci avevo proprio fatto i conti.

Ciò che mi ha detto il Salvino mi ha lasciato a pensare per giorni, ma soprattutto mi ha fatto mettere da parte quei luoghi comuni, quei modi di dire, che mai più di questa volta mi hanno messa a tacere, completamente presa dal suo raccontare:

– Provo quasi rabbia per coloro che hanno chiamato guerra questa pandemia. Alcuni hanno avuto il coraggio di dire che è stata pure peggio della guerra, perché questa volta il nemico non si vedeva, ma io dico! Perché si vedeva il tifo? Si vedeva la malaria? E si potevano vedere le mine? No, si poteva vedere soltanto ciò che lasciavano dopo aver svolto il loro lavoro.

Nella seconda guerra mondiale in Casentino morirono più di 1.000 persone, uccise dal nemico visibile e invisibile, mentre col Covid 19 non è morto nessuno, continuando a parlare della nostra vallata naturalmente. Non voglio assolutamente dire che questa pandemia non abbia avuto la sua gravità, anzi, ma non c’è paragone. Gli uomini partivano per lunghi periodi, anche di cinque, sei anni e non andavano nel divano di casa a sorseggiare una birra, e quelli che facevano ritorno, non erano in sovrappeso. La gente aveva a che fare con sfollamenti, vivevano come animali ammassati e affamati e l’unico movimento che li accomunava era quello del doversi per forza grattare perché pieni zeppi di pulci e pidocchi. La gente si sfamava, se così si può dire, con bucce di patate e quando qualcuno riusciva a prendere un pesce in qualche torrente, lo avrebbe ingollato vivo per la fame. E il freddo e il caldo, sempre con quella paura costante, senza sapere che cosa stesse succedendo a quei “congiunti” di cui tanto si è parlato stavolta. No, non ci sto! Questa pandemia è stata subdola e crudele e soprattutto al nord della nostra Italia ha mietuto davvero tante vittime, ma QUELLA guerra non aveva luoghi in cui non si affacciasse, per cui soffermiamoci a dire che quello del Covid 19 è stato un periodo atroce, dolorosissimo, ma vi prego non facciamo paragoni, siate buoni! –

Il Salvino ha al suo attivo ben undici libri e tutti raccontano del passato, quel passato bello e brutto, sorridente e severo, un passato che lo ha guardato bambino e poi su su, fino ad essere uomo. Oggi è un “pischello” di appena 89 anni e sta scrivendo il suo dodicesimo libro!

Forza Salvino.

 

Marina Martinelli
Marina Martinelli
Marina Martinelli nasce nel 1964 e “arranca” tutta la vita alla ricerca della serenità, quel qualcosa che le è stata preclusa molto spesso. La scrittura è per lei una sorta di “stanza” dove si rinchiude volentieri immergendosi in mondi sconosciuti e talvolta leggiadri. Lavora come parrucchiera a Poppi e gestisce il suo salone con una socia. E' madre di due figli che sono per lei il nettare della vita e scrive, scrive ormai da molti anni anche per un Magazine tutto casentinese che si chiama “Casentino Più”. È riuscita a diventare giornalista pubblicista grazie proprio al giornale per cui scrive e questo ha rappresentato per lei un grande traguardo. Al suo attivo ha ben sette libri che sono: “Le brevi novelle della Marina", “L’uomo alla finestra”, “Occhi cattivi”, “Respira la felicità”, “Un filo di perle”, “La sacralità del velo”, “Le mie guerriere, quel bastardo di tumore al seno”. Attualmente sta portando avanti ben due romanzi ed è felice! È sposata con Claudio, uomo dall’eterna pazienza.

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