Sara Lovari fratto Pi Greco uguale metamorfosi di un talento

Di Paola Vagnoli


Cosa ci fa un’artista con degli ingegneri? E’ questa la domanda che pongo subito a Sara Lovari, l’artista casentinese nativa di Avena, conosciuta per la sua straordinaria capacità di creare con sensibilità e originalità oggetti che attraggono per l’intensità che trasmettono e per il loro messaggio poetico. Tempo, amore, luce, memoria, viaggio, amicizia: ogni parola è plasmata e supportata da una creazione che può essere una scultura di carta, cartone, ferro o ceramica.

Sara mi risponde con semplicità ed essenzialità. La sua collaborazione con la società Pi Greco Bottega di Ingegneria srl, nata nel 2016 con sedi a Poppi (via Roma, 138) e a Stia (la nuova seconda sede si trova in via Roma 49), è ai primi esordi; l’artista sta studiando il nuovo spazio, la vetrofania di questo studio polifunzionale che si si occupa di formazione a tutto tondo, ma anche di progetti professionali nei diversi settori dell’ingegneria civile. “Sarò quell’elemento, quel quid, quel qualcosa in più che li contraddistinguerà rispetto ad altri. Il mio lavoro per esempio sarà studiare una seduta particolare, un arredo urbano. Le cose possono essere funzionali, ma anche belle. Fausto Ghelli e Mauro Bartolucci mi hanno chiamato personalmente. Con Fausto ci conosciamo fin da piccoli; ha voluto riconoscermi e dare valore alla mia esperienza. Collaboro costantemente con il territorio, laddove ci sono eventi, sport, musica e concerti. Per coloro che ancora non mi conoscono posso dire di essere laureata in economia del turismo, di aver lavorato inizialmente a Camaldoli, a Cortona per poi approdare ad Arezzo e a Poppi, dove ho aperto da tre anni il mio laboratorio in piazza Soldani, 12. Lavoro in Italia, ma anche all’estero. Per me sono fondamentali i contatti di lavoro e viaggiare o partecipare alle mostre internazionali mi ha dato la possibilità di conoscere e instaurare sempre nuove relazioni. Ho iniziato dalla cartapesta e poi sono passata al cartone. Sviluppo il tema delle mostre a cui partecipo, con i vari materiali: spartiti musicali, carte geografiche, cartoline, francobolli. Spesso parto dall’immagine di un’opera. Le scarpe di ferro che si trovano in mostra permanente ai piedi del Castello di Poppi inizialmente erano di carta. Sono partita dall’idea delle scarpe da indossare, così come fanno i bambini con quelle dei “grandi”. Adesso, anche gli adulti possono farlo attraverso la mia opera. Possono entrarci dentro, indossarle e sognare ancora di crescere, di andare oltre. Parliamo di come sarebbe bello trasformare il bellissimo borgo di Poppi in un luogo permanente di esposizione di artisti nazionali e internazionali, riaprendo le cantine e rianimando il paese. Sara mi dice che questa esperienza ha trovato attuazione a Marcena di Subbiano e che anche lei vi ha partecipato. I principali canali utilizzati da questa artista per farsi conoscere sono Instagram, Facebook, le riviste e i concorsi di settore a Venezia, Livorno e all’estero. Di grande soddisfazione è la sua collaborazione con la designer Elsie Nanji e l’architetto designer Harsh Manrao. Continua il suo impegno anche con le aziende Miniconf e Kartos e altre realtà toscane, senza tralasciare i suoi preziosi contributi per gli eventi di Naturalmente Pianoforte, con l’azienda Tacs e l’associazione Biennale d’Arte Fabbrile.

Adesso finalmente sappiamo chi ha collaborato insieme ai maestri fabbri della Scuola di Arte Fabbrile per la realizzazione dei “manichini-monumento in ferro” che si trovano a Stia in piazza Tanucci e nei pressi del lanificio. Ne vedremo ancora di cose belle: basta osservare lo sguardo di Sara Lovari e il lavoro agile delle sue dita mentre piega e impreziosisce i pacchettini regalo che non vorrei più aprire per la loro cura e semplice bellezza. Attendiamo di conoscere gli sviluppi del suo impegno di artista con la società Pi Greco (che si accinge per il futuro a lavorare sul progetto della pista ciclabile di Siena), di poter ammirare presto l’installazione della sua opera in ferro lungo la nuova pista ciclabile di Pratovecchio, “Magica allegoria di una chiave”, per meravigliarci e lasciarci trasportare dalla fantasia.

Grazie Sara, meriti davvero il supporto nostro, della tua terra e delle persone del Casentino che tanto ami e fai conoscere al mondo.


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Paola Vagnoli
Paola Vagnoli
Paola Vagnoli (Arezzo, 1969) ha profonde radici casentinesi. Ha trascorso a Poppi la prima parte della sua vita. Mamma di Matteo e moglie di Francesco, ama profondamente camminare nelle foreste, nuotare nei fiumi e nel mare e perdersi nei tramonti. Adora viaggiare, conoscere nuovi luoghi e incontrare nuovi sguardi. In perenne movimento interiore ama la scrittura come mezzo di conoscenza di se stessa e degli altri. Dopo gli studi universitari alla Cesare Alfieri e presso Science Po a Parigi, ha lavorato nei tribunali di Firenze, Milano e Bologna. Attualmente si occupa dell’organizzazione dei corsi per il settore della formazione permanente della Scuola Superiore della Magistratura presso la Villa di Castelpulci, nella sede di Scandicci. Ha partecipato a numerosi premi di poesia ed è giornalista pubblicista dal 2005. Partecipa da circa trent’anni, come assistente volontaria alla cura della fraternità e dei corsi della Pieve di Romena: “un sogno che si doveva sognare”. Dal 2017 collabora con il magazine Casentino Più.

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