Cetica, i carbonai e la storia di un’amicizia tutta particolare.

Alcuni giorni fa una delegazione di carbonai Casentinesi, su iniziativa dell’Ecomuneo del Casentino e della Pro Loco I Tre Confini di Cetica, hanno partecipato a Comasine (Tn) alla festa dal titolo “Batti il ferro finché è caldo”, una manifestazione promossa dal locale Ecomuseo che ha come filo conduttore le antiche miniere di ferro di Comasine, paese natale di Giacomo Matteotti e frazione del comune di Pejo in Val di Sole.
Il filo conduttore di questo “gemellaggio del carbone” è dato proprio dalla permanenza di ormai poche testimonianze a ricordo di una civiltà rurale e artigiana di un tempo che va scomparendo. “Come da noi in Casentino – dice Carlo Innocenti, uno dei carbonai di Cetica che hanno partecipato al gemellaggio – i carbonai sono ormai una razza in via di estinzione, a Comasine l’Ecomuseo cerca di mantenere quel che resta della realtà mineraria e della lavorazione del ferro”. E i carbonai naturalmente fornivano il combustibile per le forge, che per molti anni sono state la voce principale in entrata per l’economia locale. “Quello che mi preme sottolineare è che siamo stati accolti come fratelli, come vere attrazioni della festa”, aggiunge Innocenti. I minatori trentini erano stati a loro volta ospiti dei “gemelli” carbonai di Cetica a primavera. “Anche a Comasine abbiamo fatto la carbonaia, nella piazza principale del paese, proprio davanti a casa Matteotti. E poi ne ho fatta una piccola riproduzione in scala, che abbiamo lasciato a ricordo di questo nostro nuovo incontro” prosegue Innocenti. Filo conduttore della manifestazione, la volontà di recuperare ciò che ancora si può delle radici di un modo di vivere e di lavorare, “senza lasciare che tutto sia vissuto in ottica solo turistica ma mantenendo la cultura di un lavoro certamente duro, a volte inumano, ma su cui si basava una economia consentendo la crescita sostenibile di intere comunità”. Per questo Innocenti ha letto in pubblico un brano del libro “Il taglio del bosco” di Carlo Cassola che parla della figura del minatore. “Oggi siamo gemelli per la custodia delle nostre tradizioni”, conclude, “un tempo lo eravamo per un lavoro che è stato raccontato anche da Cassola in forma romanzesca e quasi elegiaca”. “E’ indispensabile, in questa presa di coscienza, il ruolo della rete eco museale” conclude Eleonora Ducci, Sindaco di Talla e titolare della delega all’Ecomuseo. “Insieme alle associazioni che ci lavorano intorno, si sta creando un clima di riscoperta del quale noi residenti per primi dobbiamo essere responsabili e consapevoli”.

Unione dei Comuni Montani del Casentino – Ufficio Stampa

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