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Da Arezzo a Poppi: il raduno VespArezzo accende i motori

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Mercoledì 1 maggio tornerà il tradizionale appuntamento promosso dal Vespa Club Arezzo


Il colorato corteo con centinaia di Vespa dall’Italia e dall’estero si dirigerà verso il Casentino AREZZO – Il raduno VespArezzo accende i motori. La giornata di mercoledì 1 maggio sarà nuovamente caratterizzata dal tradizionale appuntamento promosso dal Vespa Club Arezzo che, giunto alla ventitreesima edizione, riunirà centinaia di vespisti dall’Italia e dall’estero per accompagnarli in un giro turistico tra le bellezze del territorio che partirà dal centro storico di Arezzo e che arriverà fino al castello di Poppi. La condivisione della passione per questo iconico mezzo di trasporto sarà il pretesto per tornare a vivere un’esperienza di aggregazione, divertimento e scoperta delle tradizioni, dell’arte, della cultura e dei sapori locali, con un colorato e suggestivo corteo di Vespa di diverse epoche e diversi modelli che si snoderà tra strade e paesaggi del Casentino. Il ritrovo è previsto dalle 8.00 al Prato di Arezzo per la consegna dei kit, per la colazione, per la benedizione di don Alvaro Bardelli e per i saluti istituzionali con l’attesa presenza anche del sindaco Alessandro Ghinelli che salirà poi in sella alla sua Vespa per partecipare al raduno. La partenza sarà alle 10.00 con la parata nel centro storico che attraverserà piazza Grande, via Garibaldi, via Spinello e via delle Gagliarde, facendo tappa anche nelle sedi di ognuno dei quattro quartieri della Giostra del Saracino con l’obiettivo di promuovere e di far conoscere la manifestazione storica cittadina. Il giro proseguirà poi per via Tarlati per imboccare la strada che conduce verso il Casentino, conoscendo una prima tappa ai giardini adiacenti al castello dei Conti Guidi di Poppi dove i partecipanti, accolti dal sindaco Carlo Toni, avranno l’occasione di visitare uno dei borghi più belli d’Italia. L’aperitivo e le premiazioni anticiperanno l’epilogo del VespArezzo previsto alle 13.30 con un pranzo a base di sapori locali a cura della Pro Loco di Poppi e con l’arrivederci in vista del prossimo raduno già fissato per l’1 maggio 2025 che coinciderà con i festeggiamenti per il trentesimo anniversario del Vespa Club Arezzo. «La passione per la Vespa – commenta Roberto Sestini, presidente del Vespa Club Arezzo, – diventa un’occasione per una promozione turistica delle bellezze e delle ricchezze del nostro territorio, compresa la Giostra del Saracino, attraverso un raduno che coinvolgerà centinaia di partecipanti. Un ringraziamento particolare, dunque, va alle amministrazioni di Arezzo e Poppi per aver sposato questa finalità e per aver garantito un importante sostegno alla manifestazione. Questa edizione ambisce a proporre un ideale collegamento artistico e culturale tra la città che ha dato i natali a Giorgio Vasari e il borgo che ha ospitato il sommo poeta Dante Alighieri, omaggiando due personalità fortemente collegate alla provincia di Arezzo».

Ottimi risultati per gli studenti del Dovizi di Bibbiena ai Campionati Sportivi Studenteschi

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La nostra scuola ogni anno decide di partecipare ai Campionati Sportivi Studenteschi organizzati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito per avvicinare il maggior numero di studenti all’attività sportiva, valorizzando le principali funzioni che lo sport rappresenta: educativa, sociale, preventiva, culturale, ludica, etica. La diffusione della pratica sportiva è infatti una sana abitudine di vita ed incrementa tra i giovani il riconoscimento del valore della competizione e dell’agonismo inteso come spinta motivazionale volta ad ottenere un risultato di crescita personale. In questo anno scolastico 2023-2024 la scuola ha aderito alle gare dei seguenti sport: Atletica Campestre, Atletica Leggera, Calcio a 5, Nuoto, Pallavolo. Atletica leggera su pista: durante le ore di lezione curricolare dalla docente Prof.ssa Ferrantini sono stati selezionati gli atleti delle classi seconde e terze per formare la squadra delle cadette e cadetti che ha partecipato alla fase distrettuale dei Campionati Sportivi Studenteschi di Atletica Leggera svoltisi a Poppi presso il campo di atletica ed organizzati dai docenti di educazione fisica del Casentino, coordinati dalla prof.ssa Zuccari Elisa. Due alunne del nostro istituto, Lamberti Rebecca e Zavagli Zoe, hanno vinto rispettivamente la gara di salto in lungo e corsa veloce (80 metri piani) e si sono qualificate come individualiste per la gara provinciale di Atletica. Ad Arezzo presso il campo di Atletica Leggera, nel mese di Aprile, organizzati dal USP di Arezzo, si sono svolte le fasi provinciali dei  Campionati Sportivi Studenteschi Di Atletica Leggera. Le nostre due atlete sono salite nel podio più alto delle loro specilità: Lamberti Rebecca campionessa provinciale di salto in lungo con la misura di metri 4.73, Zavagli Zoe campionessa provinciale di velocità 80 metri piani con il tempo di 11 secondi netti. Il 16 aprile a Livorno presso il campo scuola “Renato Martelli” si sono svolte le fasi regionali di Atletica Leggera. Le due alunne, accompagnate dalla docente di educazione fisica facevano parte della delegazione provinciale come individualiste di specialità. Ottimi i risultati ottenuti, nonostante le condizioni meteo non ottimali (il forte vento ha condizionato le prestazioni di tutti gli atleti): Lamberti Rebecca, con la misura di metri 4.68, è la campionessa regionale di salto in lungo e si qualifica per la fase Nazionale dei Campionati Sportivi Studenteschi che si svolgerà a Pescara nel mese di maggio; Zavagli Zoe con il tempo di 11.7 secondi si piazza la quinto posto della classifica regionale di velocità. Le due atlete sono tesserate nella società sportiva Atletica Casentino Poppi ed allenate da Zuccari Elisa, Silvia Fuochi, Pianaccioli Maria. Lamberti si allena da due anni, Zavagli da un anno.  Le due alunne uniscono ai risultati sportivi anche ottimi risultati scolastici. Lamberti Rebecca rappresenterà non solo la Toscana, ma anche nostra scuola e il territorio del Casentino nel contesto nazionale. I nostri complimenti!  

Al Castello di Poppi la mostra personale di Gastone Torini

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Rosso abreazione emotiva dell’anima


Mostra personale di Gastone Torini al Castello dei Conti Guidi di Poppi dal 4 al 31 maggio 2024. Poppi rende omaggio al suo illustre cittadino inaugurando sabato 4 maggio alle ore 18:00, presso il Castello dei Conti Guidi, la mostra personale di Gastone Torini, una delle figure più importanti del secondo Novecento pittorico italiano. Nato a Poppi nel 1928, giovanissimo viene notato dal procuratore di Ottone Rosai, amico del padre, che, vista la predisposizione per l’arte del ragazzo, convince i genitori a mandarlo a bottega dal maestro toscano. Qui ha la possibilità di conoscere pittori del calibro di Carlo Carrà, Ardengo Soffici, Giovanni Papini e Lorenzo Viani. Nel 1948 entra in contatto con il pittore Antonio Ligabue e nel 1960 fa amicizia con il senatore Mario Roffi, che lo convince a diventare artista a tempo pieno. Trasferitosi a Milano, frequenta l’Accademia di Brera con il maestro Aldo Carpi e quindi lo studio di Pino Ponti, dove frequenta figure come Max Ernst, Salvatore Quasimodo e Lucio Fontana. Nel 1963 Torini entra in un periodo di crisi da cui riemerge con rinnovato stile grazie anche agli incontri con De Chirico, Guttuso, Annona, Ortega, Bueno, Maccari e tanti altri. Nel corso della sua carriera artistica Torini ha tenuto numerose mostre personali e collettive sia in Italia sia all’estero e ha ricevuto importanti premi e riconoscimenti. Già in passato Poppi ha omaggiato il suo illustre cittadino con due mostre, nel 1971 e nel 1978. Dopo lungo tempo oggi finalmente Gastone Torini torna a casa con una mostra personale che vuole affascinare le giovani generazioni con la potenza espressiva dei suoi colori. «C’è suggestione, evocazione, sentimento di paura nella energia che Gastone Torini scatena dipingendo – scrive Vittorio Sgarbi nella Prefazione al catalogo della mostra edito da Edizioni Helicon – con il ricordo di pittori come Aligi Sassu e Giuseppe Cesetti, animali senza controllo. Nel rosso c’è la sua rabbia. Torini trasforma la natura del Casentino in una landa infernale e desolata, Poppi, dov’è nato nel 1928, si trasfigura e con lei, la memoria dei luoghi che furono in un’infanzia felice». La mostra sarà visitabile tutti i giorni nei locali delle Ex scuderie del Castello di Poppi con orario 10:00-19:00; dal venerdì alla domenica e nei giorni festivi la chiusura è posticipata alle ore 20:00.

A Poppi un convegno internazionale su “Ambiente e Biodiversità, Accoglienza del Territorio, Intelligenza Artificiale”

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Sabato 4 maggio si terrà al Castello di Poppi nella Sala delle feste, con inizio per le ore 15, un Convegno Internazionale che vedrà la partecipazione di quindici Consoli Onorari in rappresentanza di Paesi europei, africani, asiatici e del sud America.

Tema del Convegno “Ambiente e Biodiversità, Accoglienza del Territorio, Intelligenza Artificiale”.

Le condizioni di vita in alcuni Paesi che stanno peggiorando a causa del clima, di regimi autoritari, di guerre e la conseguente migrazione per trovare migliori condizioni di sopravvivenza e benessere non potrà essere la sola soluzione al problema umanitario.

Nel contempo mai come in questo momento la ricerca scientifica sta portando a nuove soluzioni per meglio capire il mondo in cui stiamo vivendo e generare benessere per tutti.

Di questo e molto d’altro ne parleranno al congresso, in una discussione aperta alla cittadinanza ed alle Istituzioni casentinesi, alcuni esperti in diverse discipline:

  • Luca Santini – Presidente del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi – Monte Falterona e Campigna.
  • Fabio Fanfani – Medico e Console Onorario della Repubblica delle Filippine a Firenze – Decano del Corpo Consolare di Firenze modera gli interventi dei Consoli presenti in sala
  • Mauro Lombardi: Docente di Economics of Innovation, Università di Firenze Steering Committee di BABEL -Blockchains and Artificial Intelligence for Business
  • Piero Poccianti: Past President dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale.
  • Eraldo Stefani: Presidente Rotary Club Casentino e Console Onorario della Repubblica Senegal a Firenze presenta e modera i relatori.
   

I Tesori del Casentino: Santa Caterina in una tela presso la chiesa di San Niccolò a Talla

Il 29 aprile ricorre la festa liturgica di Santa Caterina, di Jacopo di Benincasa, nata a Siena il 25 marzo 1347 e morta a Roma il 29 aprile 1380; i suoi resti mortali sono conservati nella basilica di Santa Maria Sopra Minerva. Nel 1461 il senese Pio II ( Enea Silvio Piccolomini)  la proclamò santa. Nel 1866, Pio IX la dichiarò copatrona di Roma; nel 1939 Pio XII patrona d’Italia insieme a san Francesco d’Assisi; nel 1970 Paolo VI la dichiarò Dottore della Chiesa universale e infine Giovanni Paolo II, nel 1999, copatrona d’Europa insieme a santa Brigida e a santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein). Nelle opere d’arte Santa Caterina viene raffigurata con vesti dell’Ordine domenicano, veste bianca mantata di nero; gli attributi sono il giglio, la corona di spine, le stimmate, un libro e una penna che ricordano la sua sapienza e la sua attività di scrittrice e teologa; talvolta è raffigurata nel momento del matrimonio mistico con Gesù o con un cuore in mano. Nei dipinti della Madonna del Rosario, spesso troviamo la santa raffigurata insieme a San Domenico: questo perché si tramanda che San Domenico a Tolosa nel 1212, quando dilagava l’eresia degli Albigesi, chiese alla Madonna una preghiera capace di vincere il male e la Vergine gli apparve donandogli una corona di centocinquanta rose intercalate da 15 gigli; la presenza della santa senese si giustifica come fedele  discepola di San Domenico che le apparve due volte visione così come narra il Beato Raimondo da Capua confessore e primo biografo di Caterina (Beato Raimondo da Capua, Santa Caterina da Siena, Legenda Maior). Anche in Casentino, soprattutto dopo la Bolla del 17 settembre 1569 di papa Pio V domenicano, detto primo Papa del Rosario, e dopo il 1572 anno della Vittoria dei cristiani contro i turchi a Lepanto e la conseguente istituzione della festa liturgica a memoria di tale evento, nonché dopo la Bolla di Gregorio XIII che stabiliva la festa solenne del Rosario inserendola nel calendario liturgico, le Confraternite del Rosario si diffusero moltissimo e anche gli altari dedicati e arredati con dipinti che raffiguravano il tema della Madonna del Rosario. Come già specificato si deve soprattutto all’Ordine dei Domenicani la diffusione di tale pratica devozionale e la nascita di molti altari dedicati e di Compagnie del Rosario. Nella Chiesa di San Niccolò a Talla sull’altare laterale di destra, dedicato alla Compagnia del Santo Rosario, è conservata una tela che raffigura la Madonna del Rosario tra santi attribuita al pittore Tommaso di Alfonso Gorini (doc. a Firenze dal 1635 al 1666) documentato nei Registri dell’Accademia Fiorentina del Disegno dal 1635 al 1662. Pittore modesto di cui non si conoscono gli estremi cronologici e l’ambiente di formazione ma che risente della lezione pittorica di Giovanni Martinelli, il Gorini, pittore di non eccelsa qualità artistica, risulta divulgatore aggiornato sulle novità pittoriche fiorentine e in grado di rispondere alle richieste di carattere devozionale che gli provenivano dal mondo ecclesiastico e dalle Compagnie religiose. Una caratteristica della sua pittura, presente anche in questo dipinto, è il carattere un po’ sfaldato della materia pittorica. Nel dipinto che presenta la caratteristica materia pittorica sfaldata, tipica del pittore, i santi domenicani Caterina e Domenico che ricevono la corona del rosario dalle mani della Madonna e di Bambino Gesù, non sono raffigurati in primo piano ma dietro la Maddalena e il vescovo aretino Donato.  Sullo sfondo si arrampicano due piante di rose tra le quali sono collocati i quindici tondi con i misteri del Rosario e due vivaci angioletti. Il motivo del roseto oltre ad essere legato al rosario, rimanda alle Madonne del Roseto d’epoca medievale che ebbero tanta fortuna nel clima tardogotico ove alludevano all’Hortus conclusus. La Madonna è raffigurata con il Bambino sulle nubi che quasi poggiano sulla mensa di un altare sul cui paliotto, fra volute è il calice con l’ostia simbolo eucaristico. L’opera  è databile dopo il 1645, anno nel quale dai documenti risultano approvati i capitoli della Compagnia del S.S. Sacramento abbinata a quella del S.S. Rosario.


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Alla Verna un’escursione per ammirare le fioriture spontanee delle orchidee

Orchidee Laudato si mi’ Signore … per sora nostra matre Terra La quale ne sostenta e governa E produce diversi fructi con coloriti fiori e erba (San Francesco, Cantico delle creature)

Meravigliose fioriture di orchidee spontanee alla Verna

30 Aprile 2024: appuntamento all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna per ammirare la fioritura delle orchidee spontanee. Escursione organizzata dall’Università dell’Età Libera di Bibbiena in collaborazione con il Centro Creativo Casentino e il Parco Letterario Emma Perodi. Accompagnati dal Dott. Graziano Maggi esperto in botanica e appassionato della sua terra, il Casentino,  percorreremo un sentiero che si snoda sulle pendici del crudo sasso della Verna, il monte più santo al mondo, dove San Francesco ricevette le stimmate nell’anno 1224 (2024, ottocentesimo anniversario dell’evento) alla scoperta delle fioriture primaverili delle orchidee spontanee, per ritrovare quella mistica armonia con la natura amata e rispettata da San Francesco, proclamato da Giovanni Paolo II, patrono dell’Ecologia nel 1979. Una giornata dedicata all’incanto delle fioriture spontanee di orchidee, fiori di straordinaria bellezza, fragili e vulnerabili, capaci di strategie maliziose e spettacolari. Tra tutti i fiori, le orchidee risultano quelli più complessi, una meraviglia della natura che per fiorire possono lasciar passare dai quattro ai quattordici anni. Miti e leggende legati all’origine delle Orchidee e al loro utilizzo sono presenti nelle tradizioni di moltissimi popoli. Per gli antichi Greci la prima Orchidea nacque dalla metamorfosi di Orchis, giovane bellissimo, figlio di una Ninfa e di un Satiro, che invitato a partecipare alle celebrazioni del dio Dioniso, si lasciò andare alla passione che lo portò a sedurre la sacerdotessa preposta al culto del dio stesso; questo atto gli costò la vita. Fu condannato ad essere sbranato dalle belve feroci che risparmiarono il suo apparato genitale dal quale presero origine le orchidee, fiori che hanno una radice formata da due rizotuberi ovali che evocano la forma dei testicoli: orchis in greco significa “testicolo”. Una storia di amore, passione e morte che ancora stupisce. A partire da questo mito sono nate numerose leggende e credenze popolari che attribuivano alle orchidee poteri principalmente afrodisiaci e curativi della sterilità femminile. Già Teofrasto, filosofo greco allievo di Platone e Aristotele, nella sua opera “Historia plantarum” riporta, oltre alla prima citazione del nome Orchis riferito a una pianta, anche le prime testimonianze sull’uso medicale dei “bulbi”, come venivano chiamati i tuberi rotondeggianti: quello più grande, se preso con latte di capra, avrebbe favorito l’attività sessuale, mentre quello più piccolo, viceversa, l’avrebbe inibita. Anche nel Medioevo, in base alla “teoria della segnatura” secondo la quale le piante indicano con la loro forma le proprietà terapeutiche da esse possedute, le orchidee, chiamate volgarmente “coglione di cane”, “testicolo di volpe” o “triplo testicolo” venivano ampiamente richieste nella composizione di bevande e cibi afrodisiaci, filtri di giovinezza ed elisir d’amore. Ancora oggi, in Oriente, viene commercializzato, come energetico e ricostituente generale, il Salep, una farina ottenuta dalla macinazione dei tuberi essiccati delle orchidee. Altrettanto misteriosa e suggestiva risulta la tecnica dell’impollinazione, che le orchidee mettono in atto per riprodursi; esistono diverse strategie con le quali questi fiori attraggono gli insetti impollinatori: offrendo loro del cibo sotto forma di nettare, emanando odori particolari, ma soprattutto… ingannandoli. Una tecnica di impollinazione basata sull’inganno davvero curiosa è il mimetismo sessuale, attuato dalle orchidee del genere Ophrys. Il segreto di questa tecnica risiede nel labello, che è il petalo delle orchidee che funge da “pista di atterraggio” per gli insetti impollinatori. Il labello imita alla perfezione l’addome della femmina della specie di insetto che le impollina. La somiglianza può essere davvero sorprendente: oltre alla forma e al colore, il labello può presentare anche motivi particolari ed una sorta di peluria. Inoltre la pianta può secernere feromoni che attraggono sessualmente l’insetto: una trappola perfetta per gli insetti. L’impollinazione incrociata necessita di un vettore, cioè un tramite che trasporti il polline da un fiore ad un altro; nell’immaginario collettivo il vettore per eccellenza è un insetto, ma il polline può essere trasportato anche da acqua, vento e una gran varietà di animali, tra cui uccelli, pipistrelli e addirittura esseri umani. Il processo, fondamentale nel regno vegetale e non solo, nasconde meccanismi sofisticati e relazioni complesse tra piante, animali e ambiente. Viene da riflettere sul fatto che in natura tutto serve: serve il Sole, la luna, le stelle l’aere nubile e sereno, le erbe, il fiore del campo; San Francesco nella sua profonda capacità contemplativa del Creato era giunto alle stesse conclusioni della più sana ecologia. La Scienza e la Mistica sembrano avere la stessa matrice in comune. Il concetto della salvaguardia della biodiversità, dell’armonico collegamento degli elementi del creato anche dei più piccoli e all’apparenza insignificanti, in funzione di reciproco sostegno, sono una riscoperta scientifica attuale che ci meraviglia e ci riporta alla visione mistica del santo d’Assisi, grande esempio di perfetto equilibrio tra uomo e natura.


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Gli allievi del Turistico G. Galilei di Poppi guide turistiche speciali per gli studenti di India e Belgio

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Di Pier Angelo Bonazzoli


Il mese di aprile è stato un periodo particolarmente intenso per la classe 4 A Turistico dell’IISS Galilei di Poppi, grazie alla visita di studenti provenienti dall’India e dal Belgio. Un primo gruppo, composto da studenti e insegnanti provenienti da Noida e accompagnato dalla prof.ssa Baione, referente per il Liceo Redi di Arezzo per le attività di intercultura e con una profonda conoscenza dell’India, è stato seguito qualche giorno dopo da un altro gruppo proveniente da Anversa, accompagnato dalla prof.ssa Perferi dello stesso Istituto aretino. Insieme hanno esplorato il castello dei Conti Guidi e il borgo di Poppi. La Dirigente Scolastica, Elisabetta Batini, ha accolto la richiesta del C.R.E.D dell’Unione dei Comuni, consentendo ai ragazzi di vivere un’esperienza davvero stimolante. Sotto la guida della Prof.ssa Lanini, le studentesse Sofia Ciagli, Martina Comanducci, Rebecca Fantechi, Anna Occhiolini, Caterina Poggi e i ragazzi Mirko Bemer e Damiano Donati hanno avuto l’opportunità di mettere in pratica le loro competenze linguistiche e culturali nel contesto del Progetto “Guide for a Day: Poppi guided tour”.

La classe, già coinvolta nel progetto “Conservare il Territorio – Codici QR” per il comune di Poppi nel 2023, ha elaborato un percorso appositamente studiato che è stato inserito in una brochure consegnata agli studenti ospiti. Questo itinerario, curato con attenzione da Caterina Poggi, Elysa Sirotich e Alice Lappanese, ha selezionato con cura luoghi di grande rilievo storico-artistico nel centro storico di Poppi. La visita guidata, condotta con abilità dagli studenti in lingua inglese, è stata un momento fondamentale per diffondere la storia, l’arte e la cultura locale e nazionale oltre i confini italiani. Ha offerto loro l’opportunità di mettersi alla prova linguisticamente e di aprirsi a una visione più ampia della cultura europea e internazionale.

In ricordo di Gabriele Lusini una giornata speciale al lago di Tripoli

Gabriele, quel ragazzone buono figlio di tutti noi!


Ben sessantacinque erano le coppie di pescatori e circa quattrocento persone fra ragazzi, bambini e adulti. C’erano anche Katiuscia e Fabio intorno a quel lago che solitamente sa donare domeniche di pieno relax a coloro che amano la pesca. Sì, c’erano anche loro; i genitori di Gabriele, che con grande dignità hanno stretto la mano a tantissime persone, gente che sentiva il bisogno di abbracciarli e di fargli sentire la loro vicinanza. Tutt’intorno a quel verde specchio d’acqua spiccavano i tanti colori delle magliette dei pescatori, ma quelle che si facevano più notare erano di colore bianco con su scritto “LUSO”, proprio lì sul lato sinistro all’altezza del cuore. Ce l’avevano i suoi amici quelle magliette ed erano fieri di indossarle perché con quelle magliette addosso, era un po’ come se lo avessero ancora con sé. Adesso, come si dovrebbe concernere a chi come me scrive, dovrei per l’appunto citare tutti i riferimenti di questo accadimento ma non lo farò. Certo, sono stati tutti bravissimi, a partire dagli organizzatori, dai ragazzi che avevano fatto l’erba tutt’intorno bagnandosi come pulcini perché in quel giorno specifico pioveva, dovrei elogiare coloro che hanno preparato quello squisito “banchetto”, dovrei citare, fatto questo assolutamente importante, che tutto il ricavato è andato a favore di un’associazione, dovrei fare il nome di tutti gli sponsor che hanno aderito e che non erano pochi, ma oggi voglio prendermi una grossissima libertà e non voglio fare la “brava”! Semplicemente voglio ricordarmi le parole di Fabio che mi resteranno appiccicate addosso per sempre e l’intenso abbraccio di Katiuscia che da soli contano più di ogni altra cosa. Un pensiero però è certissimo; che questa coppia così tanto “mutilata” nella vita e dalla vita, deve riconoscere quanto siano apprezzati da tutti e quanto il loro Gabriele era amato dal nostro piccolo grande mondo casentinese. Certo, è una magrissima consolazione che non può lenire il dolore, ma forse anche solo il ricordo di questa giornata un poco triste e un poco gioiosa, li farà sentire fieri di quel loro tesoro che proprio in questa giornata qua, faceva vibrare l’acqua del lago di Tripoli.  

Il Comitato Casentino libero dai nuovi OGM scrive ai sindaci del Casentino

Caro Sindaco, il 28 febbraio c.a. un gruppo di liberi cittadini e varie associazioni operanti nel territorio del Casentino si è costituito nel Comitato “Casentino libero dai nuovi OGM“. L’obiettivo è quello di porre l’attenzione su una questione fondamentale per il futuro contesto agricolo e alimentare nel nostro territorio, in Italia e in Europa: la possibile deregolamentazione di nuovi organismi geneticamente modificati chiamati TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) o NGT (New Genomic Techniques). Infatti queste nuove tecniche di modificazione genetica ci vengono presentate sotto un diverso nome, ma sono a tutti gli effetti OGM come, tra l’altro, dimostra l’Agenzia per la Salute Pubblica Francese ANSES, la quale ha recentemente pubblicato due pareri in cui si afferma che qualsiasi modificazione genetica risultante da queste nuove tecniche può generare gli stessi rischi per la salute e l’ambiente dei cambiamenti derivanti dalla transgenesi (ovvero i vecchi OGM). Da fine anni Novanta è possibile produrre e vendere OGM solo garantendo tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione: questi requisiti normativi hanno evitato in Europa un’invasione di tali coltivazioni e di cibo geneticamente modificato. Ma a breve le cose potrebbero cambiare: la Commissione Europea, per queste nuove tecnologie genetiche TEA, sta proponendo di NON considerare tutti questi obblighi, e di non permettere agli Stati membri di vietarli sul loro territorio. I TEA saranno esclusi dall’obbligo di analisi e test prima della loro commercializzazione. Se così fosse, il loro utilizzo avrà conseguenze pesanti ed irreversibili su tutti noi: sugli agricoltori, che non avranno più la disponibilità di gestire le sementi in maniera autonoma e libera, e dovranno pagare le aziende che avranno di fatto un monopolio sui semi; sui consumatori che non avranno più la certezza di cosa stanno mangiando e la sicurezza alimentare; sulla catena alimentare, che sarà modificata; sui prodotti biologici e tanto altro. Come Comitato vorremmo sensibilizzare la cittadinanza del nostro territorio, a partire dagli amministratori pubblici che, hanno una reale conoscenza dei propri territori, e la diretta responsabilità della salute e del benessere dei propri cittadini. Inoltre chiediamo che gli NGT o TEA siano trattati, a livello europeo, come gli OGM, che la loro deregolamentazione venga annullata e che in tutti i modi gli agricoltori vengano tutelati dal rischio di migrazioni genetiche che potrebbero cancellare per sempre sementi autoctone che da anni garantiscono la biodiversità e la sovranità alimentare italiana. Sappiamo che troppo spesso le decisioni vengono prese lontano dai nostri territori ma, vista la serietà del problema, confidiamo che solo la mobilitazione degli Amministratori pubblici e dei cittadini, correttamente informati, possa cambiare interventi così rischiosi per la vita e per la biodiversità. Per questo Le chiediamo di prendere in considerazione questa questione, e La invitiamo ad incontrarci per fare il punto sul problema, valutando assieme a degli esperti  gli aspetti pro e contro la produzione e la commercializzazione dei TEA. Potrà anche ascoltare le nostre proposte a riguardo, che puntano all’informazione corretta della popolazione e soprattutto su atti formali che le amministrazioni comunali possono eventualmente porre in essere. Come accadde negli anni Novanta per i vecchi OGM, siamo di nuovo di fronte ad una situazione dove piccole associazioni dal basso, assieme alle Istituzioni, possono collaborare per difendere la salute del loro territorio e contrastare la diffusione di prodotti che curano soltanto gli interessi delle grandi aziende produttrici. La ringraziamo per l’attenzione prestataci e confidiamo quanto prima in un incontro personale con Lei. Un cordiale saluto Comitato CASENTINO LIBERO DAI NUOVI OGM Hanno costituito il Comitato le seguenti associazioni:  Biodistretto Casentino, GAS Casentino, Mercato contadino, Slow Food Casentino, Associazione produttori Valteggina km zero, Casentino Antifascista. Il Comitato si impegna a promuovere azioni di informazione, resistenza e opposizione locale riguardo ai nuovi OGM, sensibilizzando l’opinione pubblica e le pubbliche Amministrazioni, per salvaguardare la Biodiversità, l’agricoltura rispettosa dell’ambiente e della vita, i diritti dei piccoli agricoltori e la salute dei cittadini.  Solo un cittadino informato può essere un consumatore consapevole! Le attività locali del Comitato resteranno collegate alla Coalizione Italia Libera da OGM che a livello italiano ed europeo si occupano di queste tematiche: Agorà degli Abitanti della Terra, AIAB, AltragricolturaBio, ARCI, ASCI, Assobio, Associazione Consumatori Utenti, Associazione per l’agricoltura biodinamica, Associazione rurale italiana, Attac Italia, Centro internazionale Crocevia, Civiltà Contadina, Coltivare Condividendo, Consorzio della Quarantina, Coordinamento ZeroOgm, CUB, Deafal, Demeter, Equivita, Egalité, European Consumers Aps, Fairwatch, Federazione Nazionale Pro Natura, Federbio, FIRAB, Fondazione Seminare il Futuro, Greenpeace, ISDE, Legambiente, Lipu, Navdanya International, RIES – Rete Italiana Economia Solidale, Reorient, Ress, Seed Vicious, Slow Food Italia, Terra!, Terra Nuova, Transform! Italia, USB, Verdi Ambiente e Società, WWF.  

Il sapere nelle mani, un libro fatto dagli studenti di Bibbiena in mostra a Pieve S. Stefano

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Grazie al progetto “Il sapere delle mani” promosso dall’Associazione Prospettiva Casentino, gli studenti dell’Istituto Dovizi di Bibbiena parteciperanno con un loro manufatto alla 15esima edizione del Concorso Libri fatti a mano, indetto dal comune di Pieve Santo Stefano. Si tratta di un libro realizzato a più mani su un progetto dell’artista Sara Lovari, che tratta il tema dell’Agenda 2030. L’agenda 2030, il programma d’azione volto a promuovere il benessere delle persone, la salvaguardia del pianeta e la prosperità negli anni a venire, ovvero l’insieme dei “goals” da raggiungere a livello globale, è stato rappresentato da alcuni ragazzi e ragazze della secondaria di primo grado di Bibbiena, in un libro che si apre “ a fisarmonica” utilizzando fantasia, manualità fine e materiali riciclati donati da tante aziende del territorio. L’opera è stata seguita, oltre che da Sara Lovari, dalla professoressa Giovanna Dramis che ha accolto e portato avanti con entusiasmo il progetto di proposto dagli imprenditori. Giovanni Basagni Presidente di Prospettiva Casentino ha commentato: “Abbiamo portato nelle classi delle scuole medie tante ore di ceramica e di lavoro con le mani attraverso due esperti come l’artista Sara Lovari e il ceramista Andrea Roggi. Crediamo che ci siano tre attività da promuovere nei giovani: il pensare, il sentire e il fare. Non possiamo più mortificare, dunque, il lavoro manuale perché è fondamentale per educare l’essere umano e far scoprire ad ognuno il proprio talento. Il nostro progetto ha coinvolto quest’anno ben 15 classi di prima media di tutte le scuole della vallata, tra ceramica e creazione di libri, ma abbiamo intenzione di potenziarlo negli anni a venire proprio per aiutare i giovani a comprenderne l’importanza all’interno della propria vita”. Il libro realizzato sotto la guida di Sara è una bellissima opera d’arte che accompagna chi l’ha guarda, a farsi un’idea immediata e molto emozionante, della visione che i nostri giovani hanno dei goals dell’agenda 2030, ma anche delle responsabilità comuni per salvare il loro pianeta. Ogni pagina è un viaggio immersivo sul nostro pianeta, è un resoconto del bello e del brutto fatto dall’essere umano e delle strategie per portare la comunità a rendersi partecipe del cambiamento. Il tutto è stato realizzato con materiali di recupero forniti da tante aziende del Casentino e con una manualità davvero sopraffina che mostra, in evidenza, il lavoro portato avanti da questi piccoli artisti in erba nel loro tentativo di riscoprire anche se stessi facendo. Gli interessati potranno ammirare l’opera realizzata dai ragazzi e le ragazze delle prime medie di Bibbiena, presso Palazzo Pretorio di Pieve Santo Stefano dal 30 aprile al 30 maggio 2024. L’opera d’arte sarà poi collocata, in maniera permanente, presso la Biblioteca Giovannini di Bibbiena in accordo con l’Amministrazione comunale.  Basagni conclude: “Un ringraziamento va ai dirigenti e ai docenti che hanno accolto e valorizzato il percorso”.