Sul filo del ricordo: in dialogo con la storia

Sabato 11 febbraio è stato celebrato presso la Sala consiliare del Comune di Subbiano “Il giorno del Ricordo” anniversario della ratifica dei trattati di pace del 1947. Si tratta della solennità civile italiana istituita per conservare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”, come la definisce la legge 30 marzo 2004 n. 92. La celebrazione casentinese, ricca di spunti di riflessione, si è discostata dalle celebrazioni che ci restituiscono l’immagine di una memoria stereotipata e cristallizzata.Tutto ciò è potuto avvenire grazie a chi questo convegno lo ha promosso e realizzato ed alle voci che nello stesso si sono susseguite: da quelle di Maria Maddalena Bernacchi insegnante e tutor di storia contemporanea che ha ripercorso la sua ricerca sul campo di Laterina attraverso la lettura dei documenti, uno dei quali, una lettera scritta da un giovane esule del campo nel 1954, che ha trovato un nesso con il racconto di Giulio, esule istriano, che ha dovuto abbandonare la Sua Italia sperando in futuro migliore e che proprio in quell’anno si trovava a Laterina. Ricordi vividi anche quelli del campione europeo di kick boxing Nicola Sokol Jackini, che in un passato recente ha dovuto abbandonare l’Albania per l’Italia, terra alla quale si trova legato e che gli ha dato l’opportunità di ricominciare.

Storie tra loro lontane nel tempo ma molto vicine nei ricordi e nei sentimenti che hanno suscitato nei loro protagonisti, vicende che ci ricordano i tragici fatti presenti.

I racconti del “Giorno del Ricordo” hanno un comune denominatore: la solidarietà di chi ha visto queste persone come fratelli e non come pacchi ingombranti di cui sbarazzarsi nel minor tempo possibile.

Quindi facciamo memoria del passato perché la storia ci interroga in ogni momento, sta a noi capire e decidere come risponderle.

Silvia Bianchi
Silvia Bianchi
Nata ad Arezzo da genitori casentinesi vive e lavora tra Arezzo e Firenze. Dottorata in archivistica, ha una seconda laurea in Storia. Studia e lavora negli archivi pubblici e privati da oltre dieci anni. Si occupa di inventariazione, studio documentario, didattica in archivio. Scrive per “La Nazione” e “Toscana Oggi”. Ha pubblicato contributi ed articoli per riviste specialistiche di storia ed archivistica, oltre che il testo dal titolo “L’Archivio dell’ONMI – Federazione Provinciale di Arezzo”. Collabora con Casentinopiù dal 2010 tenendo una rubrica con la madre Maria Maddalena dal titolo “Storia e Territorio”.

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