I Tesori del Casentino: la Natività della Vergine Maria di Santa Maria del Sasso a Bibbiena

La Natività della Beata Vergine Maria è una festa liturgica, introdotta da papa Sergio I, che si celebra l’8 di settembre. L’episodio della nascita della Vergine non è menzionato nei Vangeli canonici, ma raccontato nei testi degli Apocrifi, in particolare dal Protovangelo di Giacomo che, tuttavia, non descrive dettagliatamente la scena e lo spazio in cui si era verificato l’evento. L’iconografia dell’episodio pertanto non trae origine da un testo letterario ma ci tramanda la stanza del parto come un ambiente ben arredato poiché il padre di Maria, Gioacchino era un benestante. Anche la Legenda Aurea, la raccolta di biografie agiografiche composta dal domenicano Jacopo da Varazze tra il 1260 e il 1298, riporta alcuni episodi della vita di Maria, di Gioacchino e Anna che ebbe il dono della gravidanza in età molto avanzata. La nascita di Maria come quella di Gesù risulta evento prodigioso poiché frutto della sospensione di processi di leggi naturali ai quali si interpone la volontà di Dio che supera ogni limite. Il tema della nascita di Maria, ampiamente replicato dalle icone bizantine, compare in Occidente nel VI secolo in un dittico conservato a San Pietroburgo e in un affresco della chiesa di Santa Maria Antiqua nel Foro Romano: sono queste le immagini archetipe da cui derivano le successive. Già nell’arte dei secoli XI-XII il soggetto comprendeva la raffigurazione di Anna sdraiata nel letto, alcune fanciulle che le portano di che rifocillarsi e la scena della lavanda della neonata Maria. A Santa Maria del Sasso di Bibbiena è conservata una grande tela che Lucilla Conigliello dice firmata dal pittore Jacopo Ligozzi e datata 1607 (la firma e la data si troverebbero nello scaldaletto; in realtà questa scritta ad oggi non risulta visibile). Il dipinto è collocato sopra l’altare della cappella dedicata alla Natività di Maria, a san Sebastiano e Raimondo di Penafort, costruita tra il 1601 e il 1602, come si evince da un documento conservato nell’archivio del santuario: “in data 2 dicembre 1601 Si fece consiglio e si propose dal M:r:P. Priore, il P. fra Antonio Paoli da Frassineta se era bene concedere a M.Giuliano Poltri  da Bibbiena il sito … accanto alla sagrestia per far una cappella con ornamento .. e detta cappella vuole che sia intitolata a San Bastiano per Avvocato di casa sua, promettendo di far dipingere nella tavola anche S.Raimondo dell’ordine nostro”; sotto la mensa dell’altare si legge la data MDCII (1602). La tela di Santa Maria, sicuramente attribuibile per confronti stilistici al Ligozzi, e intorno agli anni della costruzione della cappella, quindi ai primi anni del Seicento, rappresenta uno dei più interessanti dipinti del pittore, con una composizione complessa e la disposizione graduale in profondità dei personaggi nella costruzione prospettica; sullo sfondo Anna riceve ristoro da due ancelle, in secondo piano ben cinque figure femminili equilibratamente disposte in piedi e in ginocchio si apprestano a preparare il rito tradizionale del bagnetto della neonata; sulla sinistra, la figura della fanciulla con i capelli raccolti in una reticella, che scalda alcuni candidi teli appoggiati sul trabiccolo ligneo che copre il braciere e il catino di rame contenete acqua calda, ci sorprende per le guance arrossate, dettaglio di una naturalezza impressionante e prova della capacità di ripresa mimetica del pittore. A stupire l’osservatore è anche la resa degli oggetti di uso comune quali la brocca e il bacile di rame ma soprattutto la geniale resa del piccolo Crocifisso che emerge dal centro della tela in primo piano: un capolavoro di verosimiglianza. Il crocifisso infatti è così ben definito da sembrare una vera scultura, la resa analitica mostra un virtuosismo nell’uso del pennello veramente raro e si presenta come una sfida sul piano della realtà che rimanda alla contesa tra Parrasio e Zeusi, testimonianza dell’esperienza miniaturistica dell’artista, devoto e pio tardomanierista. Jacopo Ligozzi, uno dei più grandi artisti del suo tempo, è stato definito artista universalissimo perché estremamente versatile e completo, figura poliedrica, capace di spaziare in tutte le direzioni, dall’arte di corte, a quella religiosa, alla miniatura, all’arazzeria, all’illustrazione scientifica a tema botanico e zoologico, nacque a Verona nel 1547 da una famiglia di artigiani e pittori, si formò alla bottega del padre ricamatore Giovanni Ermanno Ligozzi, si stabilì a Firenze dal 1575 dove risulta salariato alla corte di Francesco I de’ Medici. Tra il 1583 e il 1584 divenne pittore di corte e fu nominato responsabile di tutta l’ampia decorazione pittorica della tribuna degli Uffizi; nel 1593 però cadde in disgrazia dopo aver accettato, senza il permesso di Francesco I, una commissione da parte dei Cappuccini di San Giminiano, per i quali realizzò una Deposizione, venne perciò allontanato da corte e dovette iniziare a lavorare in proprio fino alla morte che lo colse nel 1627. Dopo che il rapporto esclusivo con la corte medicea s’interruppe, il pittore si dedicò maggiormente alla pittura religiosa, ricevendo numerose commissioni forse anche tramite l’aiuto del figlio che aveva preso i voti presso l’ordine dei domenicani. Ulisse Aldovrandi (1522-1605) definì Jacopo un altro Apelle per la straordinaria capacità di ritrarre piante e animali “ai quali non mancha se non il spirito”. Vero artista universale del Rinascimento, fu disegnatore di naturalia, disegni acquerellati o lumeggiati, illustratore, fornitore di modelli per arti decorative, ritrattista raffinato come dimostrano ad esempio i dipinti di Virginia de’ Medici e Margherita Gonzaga e i volti delle figure femminili presenti nella tela bibbienese, forse identificabili con alcune familiari del committente. In Casentino, dove è documentato alla Verna nel 1607 per ritrarre vedute del sacro monte, Jacopo lasciò alcuni interessanti dipinti oggi conservati sia a Bibbiena che a Poppi.

La Natività della Vergine Maria a Santa Maria del Sasso a Bibbiena
Alberta Piroci Branciaroli
Alberta Piroci Branciaroli
Laureata in Lettere e Filosofia con indirizzo in Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Firenze e specializzata in Arte Medievale e Moderna (corso post-laurea) presso lo stesso ateneo, docente di Lettere negli Istituti Secondari di primo grado, ha collaborato con la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Arezzo per la catalogazione dei beni mobili del territorio provinciale. Vive e lavora in Casentino, collabora con il Centro Creativo Casentino e con il Parco Letterario Emma Perodi e foreste casentinesi. Collabora con la rivista online Park Time dei Parchi Letterari. Numerose sono le pubblicazioni: La Verna. Guida al sacro monte. (Collana curata dal Prof. Brilli. Le guide del viaggiatore raffinato) Ed.Edimond, Città di Castello, 2000 Arte e Architettura religiosa del Seicento. La decorazione barocca della chiesa dell’Eremo di Camaldoli, in “Il Seicento in Casentino”, catalogo mostra, Castello di Poppi, Ed. Polistampa, 2001 Temi iconografici legati alla devozione, loro diffusione nelle pitture del territorio casentinese, in “Il Seicento in Casentino” Catalogo Mostra, Castello di Poppi, Ed. Polistampa, 2001 Da Mercurio a San Michele: un percorso iconologico, in Intersezioni, Rivista Ed. Il Mulino, vol. XXII, 2002 Il polittico della Misericordia, in Piero della Francesca. Il Museo civico di Sansepolcro. Silvana editoriale,2002 Camaldoli, il monastero, l’eremo, la foresta. “Guide del viaggiatore raffinato. Edimond, Città di castello,2003 La città immaginata. Aretium, Ed. Edimond, Città di Castello, 2005 Le collezioni artistiche, in Tesori in prestito. Il Museo della Verna e le sue raccolte, Ed. Industria Grafica Valdarnese, San Giovanni Valdarno, 2010 Curatrice della mostra e del catalogo “Nel segno di Leonardo” La tavola Doria dagli Uffizi al Castello di Poppi. Ed. Polistampa, 2018 Approfondimenti didattici nella pubblicazione di Paola Benadusi “Fiabe magiche per grandi e bambini, Tau Ed. 2019 La valle dei racconti. In Casentino con Emma Perodi, Paolo Ciampi e Alberta Piroci, Aska ed. 2019 Alberta Piroci Branciaroli, San Francesco messaggero di pace, Ed. Helicon 2020 Curatrice della mostra NEL SEGNO DI DANTE. IL CASENTINO NELLA COMMEDIA, Ed. Polistampa 2021 Commenti storico-geografici nella pubblicazione di Paola Benadusi, Sette Fiabe gotiche, Tau Ed. 2021 Con Emma e Dante in Casentino, pubblicazione tramite sito online Bonconte ultimo atto, alla confluenza dell’Archiano con l’Arno, Ed. Mazzafirra, 2021 Curatrice della mostra e del catalogo: Nel segno della vita: Donne e Madonne al tempo dell’attesa. Ed. Polistampa, 2022

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