L’Orlando Furioso a Poppi. Letture e spettacoli al Castello dei Conti Guidi

Il 7 e 9 settembre la compagnia casentinese NATA ritorna a Poppi (AR) per due giornate dedicate all’Orlando Furioso. Si parte alle 18:00 con “Orlando a chiacchiera”, una serie di letture sul cavaliere errante presso l’albergo San Lorenzo per finire al Castello dei Conti Guidi dalle ore 21:00 con “Atlas Palace”, percorso individuale all’interno del castello a cura di Alessandra Aricò e con Anna Pagnini, Barbara Burchini, Carolina Goretti, Federico Trenti, Gabriele Acciai, Giovanni Grazzini, Giuliana Patti, Irene Renda, Laura Ceccarelli, Laura Gonnelli, Leonardo Tellini, Lorenzo Ciabini, Luisa Giaccheri, Manuela Dandoli, Marco Freschi, Maria Raggi, Maurizio Ghinassi, Miria Mariotti, Paolo Fiume e Sara Galastri.
In un’epoca di fake news, storytelling e rodomontate, è fatale chiedersi che cos’è l’epos, da dove nasce, come si propaga nello spazio-tempo, preda di infinite riscritture e manipolazioni, di cui talune per indiscussi meriti (ovvero meriti indiscutibili) assurgono a monumenti immateriali e costruiscono l’immaginario di una cultura. “Atlas Palace” fa parte di un più ampio percorso progettuale chiamato “Orlando non è un gerundio”, che coinvolge una quarantina di persone del corso di teatro. È stata perciò seguita la vicenda di Orlando sin dagli albori del mito, nella Chanson de Roland, attraverso la riscrittura di un maestro del Novecento come Giuliano Scabia, ulteriormente reinterpretata in una forma di spettacolo priva di ogni supporto tecnologico, capace di evocare con semplicità il rito popolare del teatro che porta le storie a una comunità. Hanno quindi affrontato l'”incontournable” Furioso, meraviglioso monstrum che non si può attaccare frontalmente ma solo stuzzicare ai fianchi, giocando, come fa lui, sullo spiazzamento, il labirinto, la disseminazione. L’esito di questa impossibile tenzone è un viaggio visionario, l’evocazione di un luogo famosissimo quanto misterioso nel poema, il palazzo del Mago Atlante, emblema dello smarrimento e dello struggimento. La forma di rappresentazione scelta, a cavallo fra teatro immersivo, “dramagate”, itinerante e site specific è fondamentalmente – come già da tre anni a questa parte con i progetti Castle Shakespeare e Castel Calvino – un’esperienza unica in uno spazio fortemente connotato e perciò sfidante, con una vocazione forte espressa dal passaggio di Dante e dalla presenza di una Biblioteca d’eccezione come la Rilliana. Come dice Alessandra Aricò, autrice e regista del progetto: “Lavorare al Castello di Poppi significa per me manifestare l’amore infinito per un luogo che frequento dall’infanzia, che lascia un marchio (o uno stemma) indelebile nel DNA culturale di tutta la vallata e di tutti i suoi abitanti; lavorare “al” e “con” il Castello, rendendolo protagonista insieme agli interpreti.”
Allo spettatore è offerta un’opportunità straordinaria, individuale, estremamente coinvolgente, che sarebbe impensabile e impraticabile se non fosse per la passione, l’entusiasmo e il gran lavoro che gli interpreti dedicano a questo spettacolo. Da ultimo, da veri cavalieri senza macchia e non senza paura, oseranno anche giocose zuffe con le ottave dorate del poema, in una formula conviviale in cui ogni lettore spiegherà il suo personale rapporto col brano che ha scelto di interpretare, senza nessuna pretesa di ricostruire, ma restituendo il senso di ciò che si è sempre fatto col “Furioso”, che già ai suoi tempi, primo libro moderno, fu un best seller in tutta Europa e veniva persino recitato a brani all’interno di giochi da fare tra amici. Dal 7 al 9 settembre il progetto verrà replicato, includendo un nuovo lavoro originale dal titolo “L’Orlandino”, un moderno poema eroicomico sempre a cura dell’autrice Alessandra Aricò.
Le letture sono a ingresso gratuito, mentre per lo spettacolo al castello il costo del biglietto è di € 10 ed è richiesta una prenotazione obbligatoria al 349 8940563.

Comunicato stampa
5 settembre 2018

I francesi di Montbéliard approdano in Casentino

Non è un gemellaggio vero e proprio ma poco ci manca. Tornano in Casentino una quarantina di dipendenti di diversi settori del comune di Montbéliard in Francia, la città dove c’è la sede automobilistica della Peugeot Citroen e che ha tenuto a battesimo proprio la Peugeot. Il comune ha 26.000 abitanti e si trova nell’Est della Francia a 800 km dal Casentino. Artefice di questo nuovo incontro, il franco – casentinese Francois Maillard, nato proprio a Montbeliard ma legato alla nostra vallata da motivi affettivi e di grande amicizia. “Ogni anno – afferma Maillard – la commissione culturale del comune di Montbéliard manda un gruppo dei suoi dipendenti a visitare un comune Francese o Europeo con lo scopo di conoscere sia la struttura che il funzionamento di un altro Comune, nonché i suoi principali aspetti culturali. Hanno già visitato i comuni di Budapest in Ungheria , Bruges in Belgio , Erfut in Germania , Barcellona in Spagna e tanti altri. Mancava appunto l’Italia e ho proposto di venire in Toscana, organizzando un incontro”. E così la comitiva dei francesi che ha diverse caratteristiche in comune col Casentino (per esempio a Montbeliard c’è un castello che domina la vallata come c’è a Poppi) sarà accolta ufficialmente dal Comune di Poppi (dal sindaco Carlo Toni e dal vice sindaco Luciano Pancini) venerdì 14 settembre. I quaranta transalpini saranno accompagnati anche a scoprire le strutture d’accoglienza turistica, il patrimonio storico e i principali luoghi della vallata, senza dimenticare la gastronomia e i prodotti tipici del Casentino, prima di ripartire verso casa il 16 settembre.

Comunicato stampa
Unione dei Comuni del Casentino
Poppi, 04 settembre 2018

Talla, consegnate le borse di studio in memoria di Ottone Occhiolini

A Talla si è svolta nei giorni scorsi la cerimonia di consegna delle borse di studio in memoria di Ottone Occhiolini, riservate agli studenti delle scuole medie e destinate ad alunni che si sono distinti per l’impegno e per i risultati raggiunti nello studio e nella vita di tutti i giorni. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Talla, dalla famiglia di Ottone Occhiolini – a quasi due anni dalla scomparsa di questo personaggio molto impegnato anche nella vita politica e sociale di Talla e di Arezzo – e dall’Associazione Malati Reumatici di Arezzo. Ad aggiudicarsi le borse di studio sono stati gli allievi della terza media di Talla Filippo Falsini, che ha conseguito la valutazione media 10 e lode, e Nico Tanganelli, con la media del 9. Adesso andranno uno a frequentare l’ITIS di Bibbiena e l’altro il liceo sportivo di Empoli, in quanto gioca a calcio nelle giovanili della società azzurra.
Erano presenti alla consegna delle borse di studio, del valore di 500 euro l’una, il Sindaco di Talla Eleonora Ducci, la moglie di Ottone occhiolini sig.ra Paola Belli, il sig. Valentino Signorini per l’Associazione Malati Reumatici di Arezzo, il prof. Pietro Caprara vicepreside e collaboratore di Ottone Occhiolini per oltre vent’anni e la dirigente scolastica dell’Istituto Guido Monaco Cristina Giuntini.
“È stata – ha detto la Ducci – una bella occasione per premiare il merito di questi ragazzi, con un riconoscimento che unisce il percorso scolastico alle rispettive passioni e all’impegno quotidiano in tutto quello che si fa. Si deve tutti avere la chance di partire da pari possibilità, poi è molto importante anche gratificare l’impegno e la riuscita. Ringrazio la famiglia Occhiolini, l’AMR di Arezzo, la scuola, tutti i soggetti che hanno collaborato a questo evento, che da quest’anno faremo con continuità proprio per dare atto dell’impegno quotidiano della nostra maglio gioventù”.

Comunicato stampa
Unione dei Comuni del Casentino
Poppi, 04 settembre 2018

Cinebastone: il 5 settembre in piazza Grande l’ultima proiezione estiva

Il prossimo 5 settembre in Piazza Grande a Bibbiena, a partire dalle ore 19 con l’apericena, si chiuderà la sessione estiva delle proiezioni promosse dalla neonata Associazione CineBastone.
Il programma della serata sarà importante e degno di una chiusura estiva: alle 21,15 verrà proiettato l’ultimo cortometraggio del regista casentinese Samuele Portera “Memorie di un Santo in Agosto”. Alle 21,30 sarà la volta del film “Drive”, vincitore della “Palma d’oro alla regia” 2011. In conclusione della serata verrà presentato ufficialmente il fumetto “Made in Casentino” “Storie d’odio quotidiano” di Gherardo Fiskio Capucci.
Cine Bastone è una nuova realtà associativa che ha chiamato a raccolta un gruppo di giovani del territorio nel nome della passione per il cinema e la cultura.
Francesco Maestrini, Samuele Portera, Riccardo Lorenzini, Benito Spagnuolo, Matteo Vitale sono i nomi di questo gruppo di irriducibili, certi che la cultura debba essere non solo cibo, ma anche sprone – un bastone, appunto – per far crescere l’individuo, ma anche il territorio.
Accanto a loro altre due eccellenze casentinesi come Federica Del Grazia, illustratrice e Gherardo Fiskio Capucci artista e autore di “Storie di odio quotidiano”.
Il prossimo 5 di Settembre ci saranno tutti, per una serata di “arrivederci a presto”.
Samuele Portera presenterà, anche nella sua terra, questo fortunato cortometraggio che ha già ricevuto un bel po’ di riconoscimenti: menzione “Miglior attore” al “A short films festival”; miglior cortometraggio al Calcutta International Indipendent film Festival; selezionato al Festival Internazionale del Cinema Povero.
“Il Cine Bastone conclude così l’estate con una serata importante, perché accanto alla visione del film, ci saranno anche i prodotti di ingegno, passione e capacità di questi giovani casentinesi capaci di guardare al futuro con occhi diversi, direi migliori, perché carichi di ottimismo, nonostante la durezza del momento, nonostante la difficoltà, anche per loro, di far valere le proprie capacità”, commenta l’Assessore alla Cultura Francesca Nassini che conclude: “Sono fiera di poter sostenere questi ragazzi così capaci, fieri del proprio percorso e intenzionati a fare della cultura un motivo di crescita per tutti. La loro realtà associativa arricchisce senza dubbio il nostro territorio e per questo un grazie di cuore a tutti loro”.
Comunicato stampa
Bibbiena, 3 settembre 2018

Con Carla e Giancarlo non pensare… balla!

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Inizieranno ad ottobre i corsi di ballo tenuti da Giancarlo Gori e Carla Vagnoli. Carla e Giancarlo, infatti, oltre ad essere gli storici edicolanti di Ponte a Poppi, sono anche due provetti ballerini e, attualmente, i vice-campioni regionali in carica. Da qualche anno, inoltre, si dedicano proprio all’insegnamento di quello che, oltre ad essere uno svago, è diventato una grande passione e un lavoro. I corsi, in collaborazione con la scuola di ballo Manuel Dance, inizieranno ad ottobre, ma già a settembre sarà possibile partecipare ad alcune lezioni di prova totalmente gratuite. In più, nel mese di settembre, si terranno alcune riunioni informative per presentare i corsi agli interessati. Queste le prossime date casentinesi: 5 settembre, ore 21: Centro Sociale di Bibbiena Stazione. 14 settembre, ore 21: centro Sociale Kontagio Ponte a Poppi. 

La scuola Manuel Dance organizza corsi di ballo per bambini e adulti nelle seguenti discipline: Danze Standard, Latino Americane, Caraibiche, Reggaeton, Zumba Fitness, Boogie Woogie, Balli di Gruppo, Preparazione Agonistica. Il tutto, sempre ed esclusivamente con insegnanti qualificati.

Sangue e carne

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Naso adunco, avvolto di gabardine, atto primo, scena terza, si presenta Shylock.

Può sembrare insolito che a Vienna, nel Maggio del ’43, si metta in scena Shakespeare. Per mettere ordine all’insolito, basta ricordare che Il Mercante di Venezia era la “commedia” preferita da Adolf Hitler; non già per i protagonisti ma per l’antagonista: Shylock, Ebreo ed usuraio. Guarda caso, Il Mercante di Venezia è tra le mie “tragedie” preferite: in forza dello stesso, identico, personaggio.
William Shakespeare trova Shylock a Firenze, sul finire del XIV secolo, che è solo un “ebreo”: un usuraio per antonomasia. Nell’economia della novella di Giannetto, inscritta nel Pecorone di San Giovanni Fiorentino, tanto basta per reggere l’equivalenza che ammorba la novella, quanto l’opera Shakespeariana: tremila Ducati per una libbra di carne umana. Se preferite, trenta denari per il corpo di Cristo.
Shylock è un villano (villain), un “cattivo” connotato dall’avidità, che agisce per il peggio ma non per avidità; a Venezia, seguendo il gioco di Shakespeare, nessuno è avido: neppure Shylock! Shylock chiede giustizia, dal primo atto fino all’epilogo in tribunale: inutile precisare che non ne avrà. L’assunto attraverso il quale Shylock chiede giustizia è tutto raccolto nel celebre monologo dell’atto terzo: “Non ha occhi un giudeo? (…) non è soggetto agli stessi malanni, curato con le stesse medicine, estate e inverno non son caldi e freddi per un giudeo come per un cristiano? Se ci pungete, non facciamo sangue? Non moriamo se voi ci avvelenate? Se siamo uguali a voi per tutto il resto, vogliamo assomigliarvi pure in questo! Se un cristiano è oltraggiato da un ebreo, qual è la sua virtù di tolleranza? L’immediata vendetta!”.
Il discorso è vecchio e pagano, apprezzato dalla notte dei tempi: “homo sum, nihil humani alieno a me puto” (sono un uomo, niente d’umano mi reputo estraneo). L’”humanitas” di Shakespeare è quella di Terenzio che sarà di Karl Marx: uno spazio fisico retto dalla necessità. L’esatto contrario del sincretismo Umanista che, raccogliendo entro il libero arbitrio le tre confessioni Abramitiche, finisce per disegnare un’umanità divina: sempre libera e mai bisognosa. Il bersaglio ovvio di Shakespeare, come al solito, s’aggira per Firenze: l’Oratio de Hominis Dignitate di Pico della Mirandola. Un’umanità “divinizzata”, quella di Pico della Mirandola e della Venezia fiabesca di Shakespeare, che non si vergogna di niente perché sprovvista del corpo: proprio quello che sostiene il monologo di Shylock.
Per cotanta altezza, Shakespeare, non poteva chiedere bardo migliore. Il Giudeo (tale per via del figlio di Giacobbe e non in nome di Giuda Escariota), almeno dal Concilio Lateranense del 1215, è tanto alieno quanto coatto; estromesso dall’esercizio di qualunque professione (“pubblico uffizio”) ed isolato dalle vesti (“I Giudei devono distinguersi dai cristiani per il modo di vestire”): da lì a finire in un ghetto, come ai tempi di Shakespeare, il passo è breve. La tolleranza riservata ai Giudei, dal 1215 in poi, è limitata all’usura: male necessario per la Cristianità mercantile ed unica fonte di reddito, legittima, per l’Ebreo. Shylock, che si dispera per l’esito del giudizio, lo ricorda agli spettatori (“mi togliete la vita, se mi togliete i mezzi su cui vivo”): ciò a dire che Shakespeare lo sapeva bene! Con la confisca dei beni e la conversione forzata, la misericordia riservata a Shylock è la morte civile. La distanza fra la morte civile e l’eliminazione fisica è misurata dalle parole di Goebbels: “gli ebrei erano stati avvertiti” (CFR: Goebbels; Diario 1943 – Thule Italia Editrice (sic!)).
Nel Mercante di Venezia, tolleranza e misericordia si rivelano per ciò che sono: moniti ed esercizi di pazienza, sulla clessidra della vis militaris. È la logica del peccato, entro la quale Shylock può aspirare alla grazia ma non al riconoscimento: ché il riconoscimento, come puntualmente avviene, presuppone la colpa. Ecco allora che Shylock si rischiara come l’ennesimo “fool” Shakespeariano: ma alle prese con quale verità indicibile?
Con qualcosa di dimenticato nel tempo, mai cos’importante: Shylock, illuso sul valore della libertà individuale, finisce nella schiavitù sociale. Rimettendosi al giudizio dei Veneziani, Shylock, presunto campione dell’ebraismo nella messa in scena di Shakespeare, rimane solo: tanto in giudizio come a casa. Solo e pertanto sconfitto dall’intreccio che lega le “maschere” al loro campione Antonio: il mercante di Venezia. Cosa dire dei Veneziani, allora? Che a Venezia, rilevava Goethe nei suoi appunti di viaggio (NDR: 4 Ottobre 1786), tutti recitano dalla mattina alla sera: Goethe non dice ipocriti ma lo pensa. Shylock, povero Cristo, è quel che è: …
sangue e carne.

Incontri, musica e dibattiti a Romena. Il 15 e 16 settembre inizia “Nutrire la vita”

Quali sono gli ‘alimenti’ naturali, umani, spirituali che sostengono la nostra vita? Cosa ci serve per nutrire il nostro quotidiano? Il prossimo convegno di Romena, in programma sabato 15 e domenica 16 settembre, stimolerà riflessioni vive su ciò che davvero ci serve per star bene al mondo.
Si partirà con una riflessione concreta sulla difficoltà concreta nel rapporto col cibo (si parla di 3 milioni di persone in Italia) che molti manifestano come reazioni a un disagio con se stessi e con il proprio corpo: di questo parlerà Laura Dalla Ragione, psicoterapeuta, una delle massime esperte italiane sul tema del disagio alimentare. Ma nutrire la vita vuol dire alimentarsi del bene più meraviglioso che abbiamo a disposizione: gli altri, con le loro storie, la loro diversità, la loro fragilità. E a Romena per parlare di questo ci sarà Virginio Colmegna, responsabile di una delle più grandi realtà di accoglienza d’Italia, la casa della carità di Milano, una porta aperta e accogliente per tanti migranti, famiglie senza casa, mamme con bambini e persone con disagi di varia natura. Insieme a lui ci sarà anche Dou Dou Khouma, senegalese, che racconterà il suo cammino: da migrante a operatore sociale della casa della carità, al servizio dei bisogni degli altri.
E ancora: si può nutrire la vita attraverso l’incontro con i libri, la poesia, i testi sacri: e di questo parlerà Josè Tolentino Mendonca, sacerdote, poeta e scrittore portoghese di grandissimo valore, che quest’anno ha guidato gli esercizi spirituali di Quaresima davanti a Papa Francesco.
Infine un ospite inconsueto per Romena, uno chef tra i più apprezzati in Italia, Moreno Cedroni, ci guiderà a apprezzare il valore del cibo, degli alimenti nel nutrirci: su questi temi ha tenuto poco tempo fa un’apprezzatissima riunione a un convegno mondiale dell’Unesco a Parigi.
Le conclusioni del convegno saranno affidate a una conversazione con il Cardinale Walter Kasper, figura di primissimo piano del Vaticano, noto per la sua vicinanza alle posizioni di Papa Francesco,
Il fine settimana di Romena proporrà anche un grande evento artistico: la sera di sabato 15 settembre sarà dedicata a un tributo a Gianmaria Testa. Il cantautore piemontese, scomparso due anni fa, la cui musica nuda, profonda, capace di toccare le corde delle emozioni più profonde è in piena sintonia con le atmosfere della pieve, sarà a Romena idealmente attraverso sua moglie, Paola Farinetti, che parlerà di lui, e due grandi musicisti, Riccardo Tesi e Maurizio Geri, che porteranno in scena le sue canzoni.
Infine, nel corso del convegno sarà presentato un nuovo libro delle edizioni Romena: “Parole che cambiano la vita”, di Giovanni Vannucci: si tratta di una serie di incontri inediti del monaco, fondatore dell’eremo delle Stinche, con un gruppo di studenti fiorentini che 40 anni dopo, giunti alla pensione, li hanno ritrovati rendendosi conto di quanto, le parole di Vannucci avessero accompagnato e stimolato la loro vita umana e professionale.

Il programma
Il convegno si aprirà sabato 15 settembre alle ore 14.30 con la presentazione del libro “Parole che cambiano la vita”, alle 15 seguirà l’incontro con Laura Dalla Ragione e alle 17 quello con don Virginio Colmegna e Dou Dou Khouma. La giornata si concluderà con la serata dedicata a Gianmaria testa, insieme a Paola Farinetti, Maurizio Geri e Riccardo Tesi.
Domenica, dopo le lodi in pieve insieme a don Luigi Verdi, alle 9.30 l’incontro cin Josè Tolentino Mendonca e, a seguire, con Moreno Cedroni. Nel pomeriggio, ore 15, la chiusura con Walter Kasper. Alle 17 la messa.

Come partecipare
L’ingresso a ognuno degli incontri è aperto a tutti, ma, come avvenuto in tutti gli altri convegni, chi si è iscritto avrà una priorità nell’ingresso in auditorium. Saranno disponibili, oltre ai posti in auditorium, anche quelli di una seconda sala attigua (il portico) dove è installato uno schermo.
Info e iscrizioni: Tel. 339 7055339 (Lun – Ven orario 15,30-18,30). Mail: convegni@romena.it

Comunicato stampa

Il cambiamento del clima e l’impatto con le Foreste del Casentino. Appuntamento con la scienza al Castello di Borgo alla Collina

Un argomento di studio diverso, questa volta, per l’Accademia Casentinese di Lettere, Arti, Scienze ed Economia. Allontanandoci un po’ dalla Storia e dalla Letteratura, come a volte succede tra le tante tematiche che si affrontano nei convegni del Castello di Borgo alla Collina, il prossimo appuntamento sarà dedicato alla scienza. E, in particolare, ai cambiamenti globali che incidono, nel piccolo, anche nel territorio del Casentino. Con una particolare attenzione agli effetti che riguardano le Foreste delle nostre zone, si cercherà di comprendere quindi l’impatto di questi mutamenti con il microclima locale, di conoscerne le possibili e specifiche influenze, come monitorarle, come intervenire. Con il supporto del genetista, nonché direttore del Centro ricerca foreste e legno di Arezzo ed ex ispettore forestale, Fulvio Ducci, entreremo nel vivo di questi temi importanti nei quali la ricerca può incidere e può aiutare profondamente «suggerendo – come afferma Ducci – linee guida e una migliore gestione delle risorse naturali, affinché il nostro patrimonio abbia realmente un futuro».
Appuntamento dunque alle 10.45 presso la sede dell’Accademia al Castello di Borgo alla Collina.

Sindaco di Bibbiena: «Marciapiedi e mobilità, una priorità per l’amministrazione comunale»

Il territorio di Bibbiena diventa più sicuro. È partita infatti la seconda trance dei lavori alla rete dei marciapiedi del territorio allo scopo di rendere le strade più sicure per i pedoni. Un investimento di oltre 40 mila euro.
Le parti interessate sono: Bibbiena Stazione vicino al centro sociale e viale Michelangelo; poi a Soci in via del Cedro e via G. Rossa.
“Si tratta di marciapiedi ormai degradati che per motivi di sicurezza andavano sistemati. L’elenco è certamente più lungo, ma siamo partiti da quelli che versavano in una situazione peggiore per poi allungare l’elenco degli interventi nei prossimi mesi”, commenta il Sindaco Daniele Bernardini.
Dal 2009 ad oggi gli investimenti dell’amministrazione Bernardini su viabilità e marciapiedi sono stati 3 milioni e 670 mila euro.
Sul fronte della mobilità pedonale Bibbiena presenta una situazione molto positiva pensiamo alla ciclopista dell’Archiano che ogni giorno viene percorsa da appassionati, anziani, ciclisti, favorendo la mobilità sostenibile e intervenendo a favore di un collegamento viario molto interessante al di là delle carrabili classiche.
Un sogno che diventerà presto realtà è il prolungamento di questa ciclopista fino a Ponte Biforco per un investimento di 73.296,50 e il collegamento – per cui sono già iniziati i lavori – con la ciclopista dell’Arno, risolvendo anche il problema del ponte sull’Archiano per i cittadini di Bibbiena Stazione.
Comunicato stampa
Bibbiena, 31 agosto 2018

La dura vita dei “mercatari”

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Chiunque si è aggirato qualche volta in un mercatino… antichità, gastronomia, vestiti, dolciumi e chi più ne ha più ne metta, vede questa distesa di “insediamenti” bianchi e provvisori che dividono spesso fiumi di persone, come argini.
Ma cosa succede al calar della sera? Alla fine della fiera?
C’è un mondo al di là di quella bancarella da dove sbuca un sorriso spesso cortese e stanco, dietro quel banco dove la simpatia è quasi sempre immediata.
Un microcosmo fatto di viaggi lunghi e spossanti per raggiungere la meta di una piazzola 3×3, ove all’alba si comincia a costruire ogni volta qualcosa di nuovo sotto quel tetto provvisorio, dove la fantasia crea e attira.
C’è la determinazione di accaparrarsi un posto visibile e il disagio di essere in balia degli elementi… nel vero senso della parola!
Ci sono mercati che durano più giorni e allora diventa un problema dove dormire: i più fortunati hanno a disposizione un camper, il bagno, la doccia e un caffè caldo appena svegli.
Ma non è sempre così! Ci sono persone che sono costrette a dormire dentro al loro stand, su un materassino gonfiabile… a passare la notte con mezzi di fortuna. In quei casi benedetta è l’organizzazione che mette a disposizione una struttura con delle docce e talvolta un tetto dove ripararsi. Spesso si sopravvive facendo a meno, per qualche giorno, anche di necessità basilari.
Ci sono momenti in cui la rabbia e la frustrazione prendono il sopravvento e non si riesce a stabilirne l’origine a causa della spossatezza cui mente e corpo sono sottoposti.
Nascono invidie e vere e proprie piccole faide tra espositori.
La pressione cui spesso si è sottoposti ci mette di fronte a quello che siamo veramente perché, dopo diversi giorni, tenere in piedi le maschere di finto buonismo diventa troppo faticoso.
Ma questo piccolo mondo riserva anche delle sorprese! Spaccati di vita in cui la creatività fa da padrona e la consapevolezza che le persone gentili e pronte a dare una mano nel momento del bisogno esistono! E senza pretendere nulla in cambio!