Valle delle Piagge (Capolona): il Sindaco sceglie il silenzio assenso?

Comunicato stampa del Gruppo Consiliare di minoranza “Capolona dentro di noi”

Dal 2019 la Valle delle Piagge, luogo di importante pregio ambientale nel Comune di Capolona, è stato teatro di una complessa vicenda, anche giudiziale, che ha visto andare in scena prima il tentativo di aprire una cava e successivamente – dato il diniego a procedere giunto dalla Regione Toscana – l’escavazione di un bacino a scopo irriguo il cui progetto tecnico e localizzazione hanno destato subito numerose perplessità.

Il comitato civico “Valle delle Piagge”, che monitora fin dall’inizio il caso, ha sostenuto che la realizzazione del bacino non fosse altro che un mero tentativo di sfruttare i pregiati materiali inerti della zona, senza una vera finalità agricola. Quindi, di fatto, nuovamente una cava. Ipotesi sostenuta anche dalla Procura di Arezzo che ha aperto un’estesa azione di indagine per accertare i fatti, mettendo sotto sequestro preventivo l’intera area. L’inchiesta si è conclusa a giugno 2023 con l’avviso di chiusura d’indagine e l’ipotesi di reato di delitto di inquinamento, gestione illecita di rifiuti e falso ideologico in certificati per cinque persone.

Il gruppo consiliare di minoranza “Capolona dentro noi”, a seguito della conferma delle ipotesi di reato contestate, ha presentato in data 27.7.2023 un’interrogazione al sindaco Mario Francesconi per conoscere le motivazioni che hanno portato al rilascio di un secondo permesso di costruire del bacino (n.15 del 16/12/2022), pur nella consapevolezza delle indagini in corso.

È da considerare infatti che tale opera sarebbe dovuta sorgere in un’area già sotto sequestro penale – e quindi sottratta alla disponibilità del proprietario richiedente permesso, nonché legata alle precedenti vicissitudini relative al tentativo – fermato in via amministrativa, di apertura di una cava. Oltre alla localizzazione del bacino, la natura stessa del progetto (che riporta dimensioni solo di poco inferiori a quanto avrebbe implicato la richiesta di autorizzazione regionale e che prevede lo sbancamento di una intera collina), nonché la sua tempistica (a chiusura del mandato dell’amministrazione comunale, oggetto di tornata elettorale solo dopo quattro mesi) danno adito a suggestioni circa l’opportunità politica di rilasciare tale permesso”, sostiene Luca Gambineri, portavoce del gruppo.

La richiesta di motivazioni è stata risolta con il sottolineare l’esistente distinzione tra ruolo di indirizzo politico e amministrativo – continuano dal gruppo di minoranza – apportando quindi elementi normativi a giustifica dell’emissione del permesso. Se tale distinzione è vera, rimane però valido il principio per cui i poteri di indirizzo e di controllo politico-amministrativo spettano agli organi di governo. Al sindaco, quindi. Abbiamo inoltre chiesto se, per principio di precauzione e nel rispetto dell’impegno di tutela ambientale e paesaggistica assunto pubblicamente, l’amministrazione Francesconi non voglia procedere alla revoca in autotutela del menzionato permesso di costruire. Anche in questo caso è stata data una risposta evasiva, finalizzata a evidenziare come la gestione dei procedimenti amministrativi risulti nelle competenze funzionali degli uffici. Nuovamente, si evince che a fronte della corretta divisione di competenze, rimane la responsabilità di indirizzo politico che il sindaco Francesconi sembra non volersi assumere. Un ultimo punto ci preme sottolineare: data la complessità della vicenda e l’elevato pregio del territorio coinvolto, abbiamo richiesto la massima trasparenza circa le azioni politiche che l’attuale amministrazione di Capolona voglia perseguire, al fine di instaurare un dialogo aperto e costruttivo su una questione tanto spinosa. Come risposta è stata ricordata l’esistenza di diritto di accesso agli atti da parte della minoranza. Tale implicito diniego a informare in modo preventivo sugli sviluppi della vicenda fa pensare, purtroppo, alla volontà di allontanare dalla discussione consiliare e dal dibattito pubblico le scelte politiche sul caso Valle delle Piagge”.

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